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Vaso di peonie su un piedistallo è un dipinto a olio su tela (93,2×70,2 cm) del pittore francese Édouard Manet, realizzato nel 1864 e conservato al museo d'Orsay di Parigi.

Vaso di peonie su un piedistallo
AutoreÉdouard Manet
Data1864
Tecnicaolio su tela
Dimensioni93,2×70,2 cm
UbicazioneMuseo d'Orsay, Parigi

Descrizione


Il genere delle nature morte godevano di grandissima popolarità nel corso degli anni 1860, ed era frequentato da artisti come Fantin-Latour, Degas, Monet e Renoir.[1] Le nature morte assunsero una grande importanza ancora maggiore nell'opera di Manet, artista che - indignato dalla pittura di storia e di tutti quei «grandi marchingegni» - arrivò ad affermare:

«Un pittore può esprimere tutto quello che vuole con frutti o fiori e perfino con le nuvole. Già lo sapete, la mia principale ambizione è quella di diventare il San Francesco della natura morta»

(Édouard Manet[1])

Le nature morte di Manet, in effetti, furono assai ammirate dalla critica, che invece accolse assai freddamente il resto delle opere del maestro, prime fra tutte la Colazione sull'erba e l'Olympia. Anche Van Gogh, artista che pure si dedicò a nature morte floreali, ammirò molto Vaso di peonie su un piedistallo e ne elogiò soprattutto la raffinatezza della tessitura cromatica e la pennellata pastosa e vigorosa. A differenza degli altri artisti del tempo, tuttavia, Manet ebbe una naturale predilezione per i fiori con corolle grandi e petali carnosi, quelli che - insomma - riuscivano a occupare agevolmente tutta la superficie del quadro.[2]

Nella fattispecie di questo dipinto è raffigurato un mazzo di peonie, specie floreale di grande pregio da poco importato dall'Oriente. Il mazzo è alloggiato in un piccolo vaso di ceramica decorata, tipico dell'era di Napoleone III, ed ha fiori con petali di vario colore, da bianco a rosso purpureo. Lo splendido mazzo si estende in tutte le direzioni, segnando un violento stacco cromatico con lo sfondo, bruno e omogeneo. Sul tavolo di legno grezzo, infine, troviamo uno stelo e un mucchietto di petali rosacei. Secondo molti critici questa si tratta di una vanitas, e i fiori in questo modo sarebbero emblemi della brevità della vita e del suo rapido sfiorire.[2]


Note


  1. Manet, Le Nature morte, su musee-orsay.fr, Parigi, museo d'Orsay. URL consultato il 26 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2017).
  2. Marco Abate, Giovanna Rocchi, Manet, in I Classici dell'Arte, vol. 12, Firenze, Rizzoli, 2003, p. 86.
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