Venere, Vulcano e Marte, conosciuto anche come Marte e Venere sorpresi da Vulcano, è un dipinto a olio su tela di Jacopo Tintoretto, eseguito intorno al 1551-1552 e conservato nell'Alte Pinakothek di Monaco di Baviera.
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Venere, Vulcano e Marte | |
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Autore | Jacopo Tintoretto |
Data | 1551-1552 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 135×198 cm |
Ubicazione | Alte Pinakothek, Monaco di Baviera |
All'interno di una camera da letto dal puro stile rinascimentale, nella quale regna il silenzio più totale, il Dio del fuoco e del ferro Vulcano (il nome latino di Efesto) si avvicina alla moglie, la Dea dell'Amore Venere (o Afrodite), e le toglie la stoffa che la stessa si era posata sopra al pube per coprirsi in tutta fretta. Infatti il marito era entrato di soprassalto nella stanza, convinto di cogliere la donna in flagrante con l'amante che, preso alla sprovvista, si è dovuto nascondere sotto al letto. Il Dio Vulcano però non se n'è accorto; solo il cane sa dove si trova Marte, il Dio della guerra e amante di Venere. Lei, a metà tra lo sconcerto e lo stupore, ha ancora il braccio sinistro mezzo sospeso nell'intento di coprirsi. In una culla a fianco al suo letto si trova il figlio, Cupido (o Eros), che dorme beato ignaro di cosa sta succedendo o ben consapevole di cosa sia già successo nella stanza.
Per quanto si tratti di una scena della mitologia classica greco-romana, l'ambiente e lo stile sono visibilmente rinascimentali e più precisamente veneziani. L'arredo è sfarzoso ed è tipico di una casa nobile: lo si può notare dai finissimi broccati sui letti, dallo specchio curvo sullo sfondo e dalle piastrelle del pavimento.
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