Giovanni Copertini (Parma, 19 luglio 1893 – Parma, 9 aprile 1969) è stato uno storico dell'arte, critico d'arte e saggista italiano.
Prestò il servizio militare nella prima guerra mondiale come Ufficiale di complemento di Fanteria e fu ferito in combattimento, venendo decorato con la Croce di guerra al valor militare. Nel 1919 si laureò in lettere col massimo dei voti presso l’Accademia scientifico-letteraria di Milano. Iniziò l'insegnamento di storia e materie letterarie nell’Istituto tecnico di Lecco (1919-1920), proseguendolo a Merate (1920-1922) e a Besozzo (1922-1923).
Dal 1923 al 1935 insegnò storia dell’arte al Liceo ginnasio Romagnosi di Parma e per qualche anno al Liceo ginnasio Spallanzani di Reggio Emilia. Nel 1935 fu nominato preside dell'Istituto tecnico di Guastalla, dove rimase fino al 30 settembre 1942. Dall'ottobre 1942 fu preside della Scuola Media Parmigianino di Parma, carica che resse fino al settembre 1963 per raggiunti limiti di età.
Fu accademico d’onore dell’Accademia di Belle Arti di Parma e premiato dall’Accademia d'Italia per l’opera Il Parmigianino (in due volumi, 1933), e membro della Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi. Assieme a Glauco Lombardi e Giovanni Drei diresse la rivista Aurea Parma dal 1934 al 1937, dopo avervi collaborato sin dal 1923.[1]
Nel 1935 scoprì nella chiesa di Santa Maria Addolorata di Bardi un dipinto di autore fino ad allora sconosciuto (Lo sposalizio di Santa Caterina, noto oggi anche come Pala di Bardi), che attribuì con certezza al Parmigianino.[2]
Nel 1945 fu fondatore del Comitato parmense per le Arti e le Lettere e dal 1951 al 1966 fu direttore della rivista Parma per l’Arte. Su quella rivista disse la sua parola conclusiva su Antonio Allegri (col Parmigianino il suo artista prediletto). Il saggio La Forma Mentis del Correggio è un contributo fondamentale agli studi sul sommo artista rinascimentale.
Nel primo dopoguerra si oppose con successo all’abbattimento della Chiesa di San Pietro e del Monumento a Giuseppe Verdi e, infruttuosamente, alla demolizione dell’ex Palazzo Ducale in piazzale della Pilotta.[3]
Collaborò per molti anni come giornalista pubblicista alla Gazzetta di Parma con una serie di articoli sui protagonisti del risorgimento pittorico parmigiano, successivamente raccolti in volume nel 1971 dalla Cassa di Risparmio di Parma a cura di Giuseppina Allegri Tassoni.[4]
Alcuni libri di Giovanni Copertini:[5]
![]() | Medaglia d'Oro ai Benemeriti della Cultura e dell'Arte |
— Roma, 20 aprile 1959 |
![]() | Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana |
— Roma, 20 aprile 1965 |
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