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Maurice Bardèche (Dun-sur-Auron, 1º agosto 1907Canet-en-Roussillon, 30 luglio 1998[1]) è stato un saggista, giornalista e critico d'arte francese, conosciuto soprattutto per la sua attività di giornalista neofascista dopo la Seconda guerra mondiale: pesantemente influenzato dall'intellettuale nazionalista e leader dell'Action française (AF) Charles Maurras, ha supportato l'ideologia della Révolution nationale e la collaborazione tra lo Stato francese di Vichy ed il Terzo Reich. Bardèche fu anche il cognato di Robert Brasillach, giustiziato dopo la liberazione.


Terza Repubblica e Vichy


Nato in una modesta famiglia di Dun-sur-Auron, nel dipartimento di Cher il 1º ottobre 1907, Bardèche completò i suoi studi superiori presso il prestigioso Lycée Louis-le-Grand di Parigi. Qui incontrò Thierry Maulnier ed il suo futuro cognato Robert Brasillach, con i quali stabilirà relazioni durante tutta la vita. Nel 1928 entrò nella École normale supérieure (ENS), dove incontrò la filosofa Simone Weil, Claude Jamet, Jacques Soustelle, Roger Vailland e Georges Pompidou, futuro Presidente di Francia.

Bardèche iniziò a farsi conoscere scrivendo per i giornali di Brasillach e Maulnier (1933, 1934, 1935), dove si occupava di cronaca letteraria. Durante la Guerra civile spagnola (1936-1939), viaggiò spesso nel paese e scrisse con Brasillach una Storia della Guerra Civile Spagnola, in cui invocava la difesa, anche violenta dell'ordine e del franchismo. Sedotto dalla Falange di José Antonio Primo de Rivera, inizia in questo periodo il suo supporto al Fascismo. Con Brasillach ha anche scritto una Storia del Cinema (1935).

Bardèche completò la sua tesi su Balzac nel 1940, intitolata La formation de l'art du roman chez Balzac jusqu'à la publication du Père Goriot, dalla quale avrebbe pubblicato una biografia, Balzac romancier. Continuò ad insegnare alla Sorbona dopo la proclamazione del regime di Vichy, trasferendosi all'Université des Sciences et Technologies de Lille dal 1942 al 1944. Divenne allora noto per i suoi lavori critici.

Inizialmente realista Orleanista, Bardèche iniziò a scrivere per il giornale fascista Je suis partout nel 1938. Durante l'occupazione tedesca sostenne il Maresciallo Pétain.


Dopo la II Guerra Mondiale


Dopo la liberazione, fu arrestato per collaborazionismo ma rilasciato presto, mentre suo cognato, Robert Brasillach, fu condannato a morte e giustiziato. Egli denunciò la sua morte come "criminale". A Bardèche, proscritto, fu proibito tenere corsi nella pubblica istruzione. Allora creò la sua casa editrice, Les Sept Couleurs (I Sette Colori, dal titolo di un famoso romanzo di suo cognato), e fondò una rivista di destra, la Défense de l'Occident nel 1952, dedicandosi a riabilitare le opere e l'ideologia di Brasillach.

Scrisse una Lettre à François Mauriac nel 1947, in cui attaccava la "épuration légale" dei collaborazionisti di Vichy, difese il collaborazionismo e criticò i resistenti che chiamò "ribelli alla legalità". Il seguito, del 1948, Nuremberg ou la Terre Promise, dove considera illegale e amorale il giudizio degli Alleati nei confronti degli esponenti del Terzo Reich, ai Processi di Norimberga, è considerato uno dei primi esempi di letteratura negazionista dell'Olocausto[2]. Questa pubblicazione, stampata in 25 000 copie, gli costò una condanna e 50.000 franchi di multa. Recidivo pubblicò Nuremberg II ou les Faux-Monnayeurs e fu condannato ad un anno di prigione per apologia dei crimini di guerra e l'interdizione della vendita del libro. Crebbe così la sua fama di pensatore di punta del neofascismo. Comunque, Bardèche stette in prigione a Fresnes, nel 1954, solo poche settimane, dopo le quali fu graziato dal Presidente René Coty.

Fu uno dei fondatori del Movimento Sociale Europeo (MSE) nel 1951 e divenne vicepresidente dell'organizzazione che vedeva riuniti uomini politici come Oswald Mosley, Karl-Heinz Priester, Per Engdahl e Ernesto Massi. La sua rivista, Défense de l'Occident, dal 1952 al 1982 espose le stesse idee di un nazionalismo europeo. Nel 1952 scrisse un altro libro negazionista, che si supportava sulle tesi di Paul Rassinier.

A differenza di altri negazionisti dell'Olocausto, Bardèche non tentò di nascondere il suo fascismo, dichiarando anzi esplicitamente, nell'introduzione alla sua famosa opera del 1961 Qu'est-ce que le fascisme?, "Io sono uno scrittore fascista". Fu particolarmente attratto dall'esperienza storica della Repubblica Sociale Italiana ed utilizzò quel modello come base per una ideologia più conforme ai tempi, da lui denominata "fascismo perfezionato".

Alla sua morte (1998), Jean Marie Le Pen, leader del Front National francese, lo ricordò come "un profeta della rinascita Europea, per la quale ha a lungo sperato". Venne sepolto nel cimitero parigino di Charonne.


Bibliografia



Opere di Bardèche in italiano



Opere di Bardèche



Note


  1. (FR) Bardeche Maurice, su deces.matchid.io. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  2. Elisabeth Åsbrink, 1947, Milano, Iperborea, 2018 [2016], p. 161, ISBN 978-88-7091-492-4.

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[en] Maurice Bardèche

Maurice Bardèche (1 October 1907 – 30 July 1998) was a French art critic and journalist, better known as one of the leading exponents of neo-fascism in post–World War II Europe. Bardèche was also the brother-in-law of the collaborationist novelist, poet and journalist Robert Brasillach, executed after the liberation of France in 1945.
- [it] Maurice Bardèche



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