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Pietro Piccirilli (Sulmona, 18 luglio 18498 marzo 1921) è stato un critico d'arte italiano.

Rettore del Collegio Ovidio e direttore della scuola d'arti e mestieri, con Giovanni Pansa fondò nel 1897 la "Rassegna Abruzzese di Storia e Arte" (RASA)


Biografia


Conoscente e amico del filosofo abruzzese Benedetto Croce, Piccirilli fu il secondo abruzzese dopo Antonio De Nino, anche lui attivo nel sulmonese, nella ricerca e catalogazione di materiale che riguardasse la storia, l'architettura, la scultura abruzzese, sia presso i monumenti sia presso gli archivi[1]. Prima di De Nino, Pansa e Balzano, si era occupato di arte locale Nunzio Federigo Faraglia, ma in maniera disorganica e non integrale. Il Piccirilli fu il primo a organizzare la materia in maniera critica, confrontando le fonti, senza lasciarsi andare a paragoni esagerati e infondati, viziati dall'enfasi e dalla passione per il proprio territorio[2]

Piccirilli continuò gli studi sull'oreficeria medievale sulmonese e soprattutto sull'ultimo grande rappresentante di questo movimento di orefici e fabbri peligni: Nicola da Guardiagrele[3]. Nel 1888 a Lanciano presso l'editore Carabba pubblicò "Monumenti architettonici e artistici di Sulmona". Da quel momento insieme a De Nino, Pansa, Balzano, i Rivera, fondò ad Aquila la Società Regia di Storia Patria degli Abruzzi, oggi nota come Deputazione Abruzzese di Storia Patria. Curò la Rassegna Abruzzese di Storia e Arti per la Deputazione, per la rivista "L'Abruzzo monumentale" pubblicò vari articoli di studi e ricerche sul campo nei monumenti nell'area Peligna e nella Marsica, confluiti poi in volume.

Nel 1905 a Chieti organizzò la Rassegna d'Arte abruzzese[4], portando cimeli peligni e marsicani, nel 1915 con il terremoto di Avezzano, che distrusse interi comuni e monumenti di pregio, Piccirilli si gettò nell'impresa di raccogliere, catalogare e salvare il maggior numero di reperti, statue, sculture e dipinti fra le macerie.

Per questo meritò la lode del soprintendente Carlo Ignazio Gavini quando lui, dopo gli studi conclusi nell'arco di un ventennio, pubblicò nel 1927 i 3 volumi della "Storia dell'architettura in Abruzzo", citando spesso Piccirilli per i monumenti marsicani. Piccirilli venne citato nel 1968 anche dal soprintendente Mario Moretti per i suoi studi sulla "Architettura medioevale in Abruzzo", un nuovo volume aggiornato di riassunto degli altri studi.

Gli studi su Sulmona, pubblicati nelle riviste varie, sono confluiti nell'opera Monumenti architettonici e artistici di Sulmona, raccolta però incompleta.[5].


Pubblicazioni di Piccirilli (parziale)



Note


  1. vedi la prefazione di Ignazio Carlo Gavini, Storia dell'architettura in Abruzzo, I, Costantini editore, Pescara 1980
  2. Ibidem
  3. vedi Damiano Venanzio Fucinese, Nicola da Guardiagrele non Nicola Gallucci. Precisazioni sul nome, le opere, la biografia, Guardiagrele 1986
  4. G. De Nicola, L'oreficeria nella Mostra d'arte antica abruzzese di Chieti in Rassegna d'arte 1905, p. 156
  5. L'elenco di Federico Hermanin delle pubblicazioni del Piccirilli Pietro Piccirilli, Bollettino d'Arte, Roma
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