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L'altare d'argento realizzato tra il 1677 e il 1723 è esposto a Gandino nel museo della basilica in una teca di vetro tenuta oscurata da un drappo perché non venga danneggiato dalla luce, ed è sicuramente l'opera più importante tra quelle conservate.[1]

Altare d'argento
AutoriHans Jacob Baur e Christian Winter, Pietro Ceredi, Franz Moser
Data1677
Materialeargento
UbicazioneMuseo della basilica di Gandino, Gandino

Storia


La ricca tribuna fu realizzata per volontà della confraternita del Santissimo Sacramento che godendo dei benefici testamentari di Caterina Gaffuri e Benedetto Alessandri e Cecilia Caccia, commissionò il lavoro a un mercante gandinese, Agostino Rottigli, che recatosi ad Augusta incaricò Georg Reuser a realizzare il progetto. Dei tre progetti fu scelto il migliore con un costo di 3 000 scudi, che i gandinesi si impegnarono a liquidare. Il marchio HB dell'orafo e il disegno della pigna, simbolo di Augusta, furono impressi in più parti sull'opera. È il lavoro più impegnativo e importante per l'artista tedesco.[2]

Durante la Repubblica cisalpina, il 22 marzo 1798, fu ordinato da un generale francese il sequestro di tutti gli oggetti d'argento presenti sul territorio orobico. La popolazione gandinese, non volendo perdere il capolavoro che era si opera di molti artisti ma che era anche il frutto della fatica del lavoro dei loro padri, scelse di consegnare tanto argento quanto era il peso dell'altare, con un costo di spesa di 17 634,5 lire.


Descrizione


L'altare d'argento fuso sbalzato e cesellato con parti dorate e di rame dorato è un arredo mobile della chiesa, viene infatti tolto dalla teca e posto sull'altare maggiore della basilica di Santa Maria Assunta sei volte l'anno, in occasione delle più importanti celebrazioni liturgiche. Tutto gli elementi decorativi si collegano al mistero eucaristico.

La Vergine è rappresentata nel modello della Patrona Bavarie della scuola tedesca. Le due parti laterali sono state aggiunte per adeguare il paliotto all'altare maggiore che è di dimensioni maggiori.[2]

La mensa termina con due modiglioni realizzati dall'orafo Pietro Ceredi nel 1723 e completano le decorazioni con due angioletti che sorreggono il cartiglio sempre d'ispirazione mariana: Mulier amicta sole e Et luna subn pedinus eius.


Note


  1. Altare in argento di Gandino, su tripadvisor.it, tripadvisor. URL consultato il 17 ottobre 2019..
  2. Museo della basilica.
  3. Ordine dei predicatori, su domenicani.net. URL consultato il 21 ottobre 2019..
  4. T. Schonenolzer, S. Tomasini, Merletti a Gandino, La collezione in oro, argento e lino del museo della Basilica, Gandino, 2012..
  5. Il pellicano nell'iconografia sacra raffigura l'agnello immolato, citazione ripresa anche da Dante: Questi è colui che giacque sopra 'l petto del nostro Pellicano, e Questi fue di su la croce al grande officio eletto (Paradiso, XXV, 112-114).

Bibliografia



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