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L'Arringatore è una scultura bronzea alta 170 cm raffigurante un uomo togato, databile tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C., realizzata con tecnica a cera persa in sette parti distinte a fusione cava, poi unite tra loro[1]. È conservata nel Museo archeologico nazionale di Firenze. Si tratta dell'unica testimonianza integra pervenutaci di una grande scultura in metallo dell'epoca tardo-etrusca[2].

Arringatore
Autoresconosciuto
Datafine del II-inizi del I secolo a.C.
Materialebronzo
Altezza170 cm
UbicazioneMuseo archeologico nazionale, Firenze
L'Arringatore
L'Arringatore

Storia


Le fonti rinascimentali non concordano sul luogo del rinvenimento dell'opera: secondo alcune fu rinvenuta nel 1566 a Sanguineto, frazione di Tuoro sul Trasimeno, e secondo altre a Pila, frazione di Perugia[3]. Recenti studi eseguiti presso l’Archivio di Stato di Perugia attestano in maniera definitiva il ritrovamento presso Pila.[4][5]

Dalla iscrizione incisa sulla toga (TLE^2 651) si sa che la statua era dedicata, forse dalla comunità, a un notabile etrusco di nome Aulo Metello, originario di Perugia o Cortona. Doveva trovarsi presso un santuario o, con meno probabilità, presso la tomba del personaggio[2].

Essendo un pezzo pressoché unico, la datazione si è basata su confronti con statue romane tardo-repubblicane, riferibili agli ultimi decenni del II secolo a.C., come l'ara di Domizio Enobarbo, o i frontoni di via San Gregorio. Il ritratto è pure paragonabile a lavori romani, come la Statua di personaggio da Delos, con la quale ha in comune il verismo derivato dal tardo ritratto ellenistico. La presenza dell'iscrizione etrusca anticipa poi la datazione al 100 a.C. o poco prima, altamente improbabile dopo la concessione della cittadinanza optimo iure agli Italici[2]. L'opera, comunque, conferma la matrice espressiva etrusca del realismo romano.


Descrizione e stile


L'uomo, vestito della toga exigua e di alti calzari, è rappresentato mentre compie un gesto volto a catturare l'attenzione degli astanti ed accingersi a compiere l'arringa. L'artista non ha voluto fissarne il carattere psicologico quanto piuttosto sottolinearne la volontà persuasiva mediante il braccio teso e la partecipazione di tutto il corpo con la flessione del busto. Manca, pertanto, qualsiasi volontà celebrativa. Il braccio sinistro è rilassato lungo il corpo e avvolto nel panneggio, mentre il destro è appunto teso verso l'alto con il palmo della mano rivolto in avanti. La mano destra, che si spezzò nel momento in cui la statua fu rinvenuta[1], è di dimensioni maggiori rispetto al resto del corpo per dare maggiore risalto al gesto.[3]. Tali accorgimenti generano una visuale preferenziale da una posizione leggermente sfasata verso destra, verso la gamba flessa in avanti[2].

La resa del panneggio dimostra una certa abilità, sebbene sia presente qualche incertezza anatomica, soprattutto nel raccordo della spalla destra al tronco. Il moto ascensionale delle pieghe e l'andamento obliquo della posa indirizza tutta l'attenzione dello spettatore sul gesto e sul volto. Quest'ultimo è appoggiato su un alto collo ed è mosso da lunghe rughe incavate sulla fronte e da incisioni più sottili ai lati degli occhi, per rendere la senilità del soggetto. Le guance sono appiattite, le labbra ferme e disegnate abilmente, le cavità degli occhi, un tempo riempite probabilmente da inserti di pasta vitrea, sono di notevole espressività. La capigliatura, lavorata a ciocche regolari eseguite col cesello, è aderente al cranio, e solo nella bassa frangia mostra un piccolo rialzo[2].


Iscrizione


Sulla toga della statua si legge la seguente iscrizione in caratteri etruschi del II sec. a.C.: "auleśi meteliś ve vesial clenśi cen flereś tece sanśl terine tuθineś χisvlicś".

Romolo Augusto Staccioli riporta la traduzione delle prime sette parole ed è incerto sull'ottava: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi questa statua pose (?)……… "[6].

Piero Bernardini Marzolla, basandosi su presunte corrispondenze con il sanscrito, ha integrato la traduzione comunemente accettata, come segue[7]: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi, l'assemblea eresse questa statua, grazie al versamento di pubblico contributo".


Note


  1. Scheda dell'Arringatore nel sito del Museo delle antichità Etrusche e Italiche, su musei.uniroma1.it. URL consultato il 29 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2014).
  2. Torelli, cit., scheda 188.
  3. Statua di Aulo Metello, su museoomero.it. URL consultato il 10 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2013).
  4. Arringatore, su treccani.it.
  5. L'Arringatore viene da Perugia, su umbrialeft.it.
  6. Romolo Staccioli, Il "mistero" della lingua etrusca, Roma, Newton Compton, 1977, p. 103.
  7. Piero Bernardini Marzolla, L'etrusco, una lingua ritrovata, Milano, Mondadori, 1984, pp. 149 ss.

Bibliografia



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[de] Arringatore

Der Arringatore (ital. der Redner) ist eine etruskische Bronzestatue aus dem späten 2. Jahrhundert v. Chr. oder frühen 1. Jahrhundert v. Chr. und stellt Aule Meteli oder Metele (latinisiert Aulus Metellus oder Metellius) dar. Die Skulptur wurde im 16. Jahrhundert entdeckt und befindet sich heute im Archäologischen Nationalmuseum von Florenz. Die Statue ist ein bedeutendes Beispiel der späten etruskischen Bronzeskulptur und zeigt die allmähliche Romanisierung der etruskischen Kunst.

[en] The Orator

The Orator, also known as L'Arringatore (Italian), Aule Meteli (Etruscan) or Aulus Metellus (Latin), is an Etruscan bronze sculpture from the late second or the early first century BC.[1] Aulus Metellus was an Etruscan senator in the Roman republic, originally from Perugia or Cortona.[2] The Aulus Metellus sculpture was found in 1566 with the exact location being debated, but all sources agree the sculpture was found either in or around Lake Trasimeno in the province of Perugia on the border between Umbria and Tuscany,[2][3] 177 kilometers (110 miles) from Rome. The statue is exhibited in the National Archaeological Museum of Florence.

[es] El orador

La estatua conocida como El orador (en italiano L'Arringatore, en latín Aulus Metellus, en etrusco Aule Meteli) es una escultura etrusca realizada en bronce a finales del siglo II o principios del I a. C.,[1] que representa a Aulo Metelo, un senador etrusco durante la República romana originario de Perugia o Cortona.[2] La escultura fue encontrada en 1566 y su ubicación exacta fue objeto de debate, pero actualmente todas las fuentes coinciden en que fue en el lago Trasimeno o en sus alrededores, en la provincia de Perugia, en el límite entre Umbría y Toscana, a 177 kilómetros de Roma.[2][3]

[fr] L'Arringatore

L'Arringatore (ou l'Orateur) est une sculpture étrusque en bronze de 179 cm, datée du début du Ier siècle av. J.-C.[1], découverte près du lac de Trasimène en Ombrie en 1566, et conservée au musée archéologique national de Florence.
- [it] Arringatore



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