Le tre Grazie (Les Trois Grâces) è un gruppo scultoreo neoclassico in marmo di Carrara dello scultore francese di origine svizzera James Pradier.[1] L'opera venne realizzata nel 1831 e oggi è conservata al museo del Louvre di Parigi.[2]
Le tre Grazie | |
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Autore | James Pradier |
Data | 1831 |
Materiale | marmo di Carrara |
Dimensioni | 1,72×1,02 cm |
Ubicazione | Museo del Louvre, Parigi |
Jean-Jacques Pradier, detto James, scolpì un modello in gesso nel 1825 circa.[2] Il gruppo scultoreo neoclassico venne esposto al Salone di Parigi del 1831 e venne elogiato dalla critica.[3] L'opera venne acquistata dal ministero della Casa del Re il 27 settembre 1831 e pagata il 24 ottobre 1831. Fu grazie a quest'opera che Pradier ricevette la Legion d'onore.[4] Il gruppo scultoreo rimase nel museo del castello di Versailles fino al maggio del 1928, quando venne trasferito al museo del Louvre.[2]
Quest'opera riprende il tema iconografico delle Grazie, le figlie di Zeus ed Eurinome. In epoca neoclassica, questo soggetto era già stato ripreso dallo scultore italiano Antonio Canova e da quello danese Alberto Thorvaldsen.[3] Le tre donne (Aglaia, Eufrosine e Talia) sono raffigurate in piedi, l'una accanto all'altra, e hanno lo sguardo perso nel vuoto.[5] Stanche dopo aver probabilmente danzato, le Grazie cercano di riposarsi stando nella posa più comoda.[4]
Tutte rivolgono il proprio corpo verso lo spettatore, senza dargli le spalle, a differenza della maggior parte dei quadri e delle statue sul tema realizzate in precedenza.[6] La Grazia al centro poggia il proprio piede su un cofanetto pieno di gioielli,[7] mentre le altre due reggono una ghirlanda di fiori. Nel gruppo si nota l'abilità minuziosa dell'artista nel saper realizzare i dettagli in modo realistico.[8]
Il fascino della composizione e la morbidezza dell'esecuzione accomunano questo gruppo a quelli realizzati dal Canova e dal Thorvaldsen.[9] Rispetto al gruppo canoviano, il gruppo di Pradier è più idealizzato al fine di rendere più divine le tre dee. Inoltre, sembra che i corpi delle Grazie di Pradier si offrano senza pudore agli osservatori, in quanto le tre donne non si vergognano della loro nudità totale: infatti, la caratteristica principale di queste dee è la purezza e il pudore sta solo nell'occhio dell'osservatore.[10]
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