Ninfa dello scorpione è il nome dato a due sculture realizzate da Lorenzo Bartolini, una situata al museo del Louvre di Parigi[1] e l'altra al museo dell'Ermitage di San Pietroburgo.[2][3] Un modello in gesso è conservato alla galleria dell'Accademia di Firenze.[4][5]
(FR)
«Ce n’est donc qu’avec une excessive défiance que nous nous sommes approchés de la Nymphe au Scorpion. — Mais cette fois il nous a été réellement impossible de refuser notre admiration à l’artiste étranger.» |
(IT)
«Quindi è stato solo con una diffidenza eccessiva che ci siamo avvicinati alla Ninfa dello scorpione. Ma questa volta è stato veramente impossibile negare la nostra ammirazione per l'artista straniero.» |
(Charles Baudelaire, Curiosità estetiche, 1868[senza fonte]) |
Ninfa dello scorpione | |
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Autore | Lorenzo Bartolini |
Data | Varie esecuzioni |
Materiale | marmo |
Altezza | 90 cm |
Ubicazione | Varie collocazioni |
La prima versione risale al 1835 e venne esposta al Salon parigino del 1845, dove l'opera venne ben accolta.[2] La scultura venne acquistata dal principe Charles de Beauvau per il suo castello situato ad Haroué nel 1843 e in seguitò finì al museo del Louvre.
La seconda versione venne commissionata dallo zar Nicola I di Russia, il quale aveva visitato lo studio dell'artista tra la fine del 1845 e l'inizio del 1846.[3][6] Bartolini morì nel 1850, lasciando l'opera incompiuta, e questa (assieme alla Ninfa del serpente, un'altra statua non completata dall'artista) venne ultimata dal suo allievo Giovanni Dupré.[7] Dupré stesso ricorda nelle sue memorie i vari particolari della statua ancora da rifinire e di come egli l'abbia portata a termine.[8]
La statua raffigura una giovane ninfa nuda che è stata appena punta da uno scorpione. La ninfa è distesa e controlla il proprio piede ferito. La nudità del soggetto non ha un rimando sensuale, ma anzi ne evidenzia la purezza, come nell'opera La fiducia in Dio realizzata dallo stesso artista nel 1835.[6] Il volto della ragazza è contorto in una leggera smorfia a causa del dolore della puntura dello scorpione e la bocca è leggermente socchiusa.[6] L'armonia dell'immagine classica viene rotta da Lorenzo Bartolini attraverso delle piccole distorsioni sulle spalle e sulle braccia.[3]
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