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Adolph Dietrich Friedrich Reinhardt, noto come Ad Reinhardt (Buffalo, 24 dicembre 1913[1]New York, 30 agosto 1967[2]), è stato un pittore statunitense, tra i maggiori esponenti dell'Espressionismo astratto e del Minimalismo[2].


Biografia


Visse a Buffalo con la famiglia di immigrati ebrei russi e tedeschi, che presto si trasferì a New York.[1][2][3]

Dal 1931 al 1935 studiò Letteratura e Storia dell'arte alla Columbia University[4] sotto l'ala del noto storico dell'arte Meyer Schapiro,[1][5] che lo introdusse all'attività politica di sinistra che manterrà anche in futuro.[2][5] Iniziò a dipingere, ottenendo presto numerosi premi. Frequentò anche corsi di pittura al Columbia's Teachers College, e dopo aver ottenuto il diploma iniziò a studiare pittura sia alla National Academy of Design che all'American Artists School,[1][3][4][5][6] dove conobbe gli artisti progressisti Francis Criss e Carl Holty, che lo influenzarono col Cubismo e il costruttivismo di stampo europeo.

Dopo gli studi, dal 1936 al 1940, ottiene un lavoro presso il Federal Art Project, sezione Arti visive della Works Progress Administration, la maggiore agenzia del New Deal.[1][3][4][5] Qui conobbe gli artisti Willem de Kooning e Arshile Gorky.[2]

Terminato il lavoro al Federal Art Project, divenne artista grafico, vignettista e reporter freelance, in particolare per il quotidiano PM dal 1942 al 1947.[1]

Nel 1942 diventò membro del gruppo artistico American Abstract Artists,[3][5][6] col quale si esibirà per un decennio nelle maggiori gallerie d'arte, tra cui la Peggy Guggenheim Gallery. Poco dopo iniziò una lunga collaborazione con la gallerista Betty Parsons, che gli dedicò frequenti mostre personali già dal 1946.[1][4][5]

Si dedicò anche alla scrittura, in particolar modo riguardo al lavoro di molti suoi colleghi. La sua scrittura sobria e precisa, così come le sue opere pittoriche, non mancarono comunque di generare controversie, anche dopo decenni.

Da sempre interessato alla scrittura e all'arte orientale, dalla fine degli anni cinquanta agli inizi degli anni sessanta, intraprese numerosi viaggi nel continente asiatico in Paesi come Giappone, India, Persia, Egitto, Turchia, Siria, e Giordania.[1]

Dopo avere completato ulteriori studi al New York University Institute of Fine Arts, e una volta congedato dal servizio militare[1], divenne insegnante d'arte al Brooklyn College nel 1947, dove insegnò fino al 1967, anno della sua morte, avvenuta nel suo studio di New York a causa di un violento infarto.[4] Insegnò anche al California School of Fine Arts di San Francisco,[1] alla University of Wyoming, alla Yale University e all'Hunter College di New York.

L'artista fece anche parte del gruppo di protesta contro il Metropolitan Museum of Art del 1950 noto come "Gli irascibili".

Le sue opere sono conservate alla Pace Gallery di New York.


Stile


Fin dalle prime opere, Reinhardt mostrò uno spiccato interesse per l'astrazione geometrica[6] via via più distante da ogni riferimento alla realtà. Col passare del tempo, il suo stile divenne sempre più minimale, e sempre più scevro di tutto ciò che lui considerava estraneo all'arte.[2] Nonostante venisse solitamente incluso tra gli esponenti dell'Espressionismo astratto, egli prese le distanze da essi, e divenne tra i più influenti artisti della successiva corrente del Minimalismo.[2]

Il suo lavoro era sempre più caratterizzato dalla ricerca di un'assoluta forma di astrattismo. Considerava l'Espressionismo astratto una corrente troppo segnata dal biomorfismo, dall'abbondanza di allusioni emozionali e dal culto dell'ego.[2][5] In contrasto, egli andava cercando un'arte astratta che non contenesse richiami narrativi né emotivi e senza il minimo riferimento alla realtà.[2]

Fu profondamente influenzato dall'arte e dalle teorie del pittore russo Kazimir Severinovič Malevič, fondatore del Suprematismo, il cui dipinto Quadrato nero del 1915 lo ispirò ad utilizzare campiture di colore coprente disposte in pattern geometrici come quadrati e rettangoli. Questi esperimenti portarono alla creazione di tre serie di pitture monocromatiche,[3] le Red Paintings, le Blue Paintings e, soprattutto, le Black Paintings,[2] quadri apparentemente tutti neri, ma in realtà composti da lievissime sfumature intorno al nero.

Per creare gli effetti desiderati, Reinhardt sviluppò una sofisticata tecnica. Travasava, infatti, l'olio dai pigmenti che sceglieva, per ricreare una finitura satinata molto delicata. In questo modo, le sue superfici, ora opache, riuscivano ad assorbire maggiormente la luce. Tale tecnica, tuttavia, si rivelò particolarmente problematica e responsabile di diversi problemi di conservazione dei dipinti. Le loro superfici, infatti, sono così fini e la tecnica utilizzata così sofisticata, che la loro conservazione e gli eventuali restauri sono compiti particolarmente difficili e onerosi.[2]


Esposizioni (selezione)



Note


  1. Detailed description of the Ad Reinhardt papers, 1927-1968 - Digitized Collection | Archives of American Art, Smithsonian Institution
  2. Ad Reinhardt Biography, Art, and Analysis of Works | The Art Story
  3. http://www.tate.org.uk/art/artists/ad-reinhardt-1826
  4. U.S. Department of State - Art in Embassies, su art.state.gov. URL consultato il 21 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2011).
  5. MoMA | The Collection | Ad Reinhardt. (American, 1913–1967)
  6. Ad Reinhardt (1913 - 1967) Artwork Images, Exhibitions, Reviews, su wwar.com. URL consultato il 21 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2012).

Bibliografia



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Collegamenti esterni


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[de] Ad Reinhardt

Adolph Dietrich Friedrich Reinhardt (* 24. Dezember 1913 in Buffalo; † 30. August 1967 in New York, N.Y.) war ein US-amerikanischer Farbfeldmaler, Karikaturist und Kunsttheoretiker. Er gilt als Vorläufer des Minimalismus in der Malerei.

[en] Ad Reinhardt

Adolph Dietrich Friedrich Reinhardt (December 24, 1913 – August 30, 1967) was an abstract painter active in New York for more than three decades. He was a member of the American Abstract Artists (AAA) and part of the movement centered on the Betty Parsons Gallery that became known as abstract expressionism. He was also a member of The Club, the meeting place for the New York School abstract expressionist artists during the 1940s and 1950s.[1] He wrote and lectured extensively on art and was a major influence on conceptual art, minimal art and monochrome painting. Most famous for his "black" or "ultimate" paintings, he claimed to be painting the "last paintings" that anyone can paint. He believed in a philosophy of art he called Art-as-Art and used his writing and satirical cartoons to advocate for abstract art and against what he described as "the disreputable practices of artists-as-artists".

[es] Ad Reinhardt

Adolph Dietmar Friedrich Reinhardt, llamado también "Ad" Reinhardt (Buffalo (Nueva York), 24 de diciembre de 1913 - Nueva York, 30 de agosto de 1967), pintor y escritor, pionero del arte conceptual, comúnmente considerado neodadaísta.

[fr] Ad Reinhardt

Adolph Dietrich Friedrich Reinhardt (« Ad » Reinhardt), né le 24 décembre 1913 et décédé le 30 août 1967, est un peintre et un auteur théorique américain, précurseur de l'art conceptuel et de l'art minimal. Il fut également un critique de l'expressionnisme abstrait.
- [it] Ad Reinhardt

[ru] Рейнхардт, Эд

Эд Рейнхардт (англ. Ad Reinhardt; 1913, Буффало, Нью-Йорк — 1967, Нью-Йорк) — один из крупнейших американских художников-авангардистов.



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