Antonino Leto (Monreale, 14 giugno 1844 – Capri, 31 maggio 1913) è stato un pittore italiano figurativo, aderente al movimento verista.
Si forma a Napoli, alla scuola del macchiaiolo Adriano Cecioni. Di salute malferma, si trova a Roma nel 1874, in seguito alla vincita del Concorso per il Pensionato Artistico di quella città, dove stringe amicizia con Francesco Paolo Michetti. Trasferitosi a Firenze, sempre per ragioni di salute, approfondìsce la lezione dei macchiaioli, prima di recarsi a Parigi, dove frequenta Giuseppe De Nittis.
Al termine dell'esperienza parigina, nel 1880 soggiorna a Portici e quindi in Sicilia. Due anni più tardi è a Capri, dove si dedica a ritrarre con colori vibranti di luce gli angoli più caratteristici dell'isola e dei suoi abitanti mentre svolgono le loro occupazioni. Insegna ad alcuni artisti locali, fra cui Michele Federico. Con questi quadri luminosi partecipa alle mostre nazionali e internazionali, dove riscuote un grande successo di pubblico e di critica. Nel 1889 è presente all'Esposizione Universale di Parigi.
Nel 1899 si stabilisce definitivamente a Capri, dove muore il 31 maggio 1913. L'anno seguente viene organizzata a Venezia una sua mostra retrospettiva[1] che si ripete nel 1924.
Leto, con Francesco Lojacono e Michele Catti, forma la triade canonica del paesaggio siciliano dell'Ottocento[2][3].
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