Bartolomeo Bettera (Bergamo, 28 agosto1639 – circa 1699) è stato un pittoreitaliano.
Biografia
Bartolomeo Bettera nacque a Bergamo il 28 agosto 1639, in una famiglia di costruttori, originaria della Val Seriana, dove un Giovanni Maria Bettera costruì nel 1630-1640 una grande basilica.[1]
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Bettera fu noto agli esperti d'arte solamente dalla seconda metà del XIX secolo, perché sino ad allora, le sue opere erano incluse nel catalogo dell'artista coetaneo Evaristo Baschenis.[2]
Bettera fu influenzato dallo stile di Evaristo Baschenis nel genere delle pitture di nature morte, includenti oggetti, soprattutto strumenti musicali,[1][3] ma anche piatti di biscotti, frutti sparsi e altri oggetti casalinghi, completati da un grande tendone in alto e un grosso tappeto accartocciato sul tavolo.[2]
Le sue opere assomigliarono talmente a quelle del suo maestro, che spesso gli storici dell'arte e i critici avevano problemi ad attribuirle, anche se molte sue opere, sono firmate come nei dipinti nel castello Camozzi a Costa di Mezzate, all'Accademia Carrara, nel Collegio di Sant'Alessandro a Bergamo, in casa Cicogna a Milano.[1]
Comunque Bettera si differenziò da Baschenis, per le caratteristiche di un colore più opaco, per un raggruppamento di oggetti peculiare, per le stoffe e i drappeggi di altra finezza,[1]per la reinterpretazione barocca, per un suo linguaggio figurativo, per scelte luministiche, per una personale distribuzione dei pieni e dei vuoti e per la costruzione dell'immagine.[3]
Pur vivendo a Bergamo, Bettera soggiornò anche a Roma, informazione che gli storici dell'arte ricavarono da una precisazione presente in un suo quadro,[2] e si trasferì a Milano nel 1687, dove probabilmente rimase fino alla sua morte, avvenuta intorno al 1699.[2][1][3]
L'interesse e l'ambiguità per l'attività di Bartolomeo Bettera, nasce anche da un gruppo di undici opere conservate in collezioni private di Bergamo e provincia, con l'eccezione di una a Parigi e di due a Dresda, firmate con "B.B" oppure con "B.+B.", che potrebbero essere attribuite a Bartolomeo oppure a una collaborazione con il figlio Bonaventura.[2]Altre due sue opere sono conservate a Bissone (Cantone Ticino) e tre all'Hofburg di Vienna.[1][3]
Infatti, figlio di Bettera fu Bonaventura, anche lui pittore, noto per un quadro firmato e datato (1718) presente a Bergamo, e caratterizzato sempre per la presenza di strumenti musicali.[1]
Le opere di entrambi i Bettera, dimostrarono il grande fascino che suscitò Baschenis nell'ambiente bergamasco.[2]
Opere
Chitarra, violino, fogli con annotazioni musicali, libri, frutta sparsa con tenda rialzata;
Viola da gamba, chitarra spagnola, piatto con ceramica, violino, scrigno, libri, foglio di musica, mela, statuetta su un tavolo;
Fogli con annotazioni musicali, flauto a becco, spinetta, violino con arco, liuto, chitarra, libro, frutto, stipetto, mandora, mappamondo e tenda rialzata;
Chitarra, violino, liuto, bombarda, fogli con annotazione musicale, libro, scrigno, cassetta, ritratto in miniatura, specchio, mela, con tenda;
Chitarra, liuto, mandola, bombarda, violino, fogli con notazione musicale, lanterna, scrigno, anello, mela, con tenda;
Liuto, mandole, bombarda, mappamondo, chitarra, viola da gamba, scrigno, libri, tappeto, spartiti, ciliegie e pesca sul tavolo;
Chitarrone, cetra, violino con arco, viola bastarda con arco, fogli con notazione musicale, arpa, liuto, chitarra, mappamondo, con tenda.
Note
Luigi Angelini, Bettera, Bartolomeo, in Dizionario biografico degli italiani, vol.9, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1967. URL consultato il 12 giugno 2019.
Bartolomeo Bettera, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p.235.
Bartolomeo Bettera (PDF), su fondazionecreberg.it. URL consultato il 12 giugno 2019.
Bibliografia
Luigi Angelini, I Baschenis, Bergamo, 1946.
R. Bassi Rathgeb, Ricerche nel museo dello Holburg di Vienna…, in Bergomum, XLVII, 1953, p.103.
C. Caversazzi, Il ritratto italiano dal Caravaggio al Tiepolo, Bergamo, 1927.
Giuseppe Delogu, Pittori minori liguri lombardi e piemontesi del '600 e '700, Venezia, 1931.
G. De Losu, La natura morta italiana, Bergamo, 1962.
Elia Fornoni, Gandino e la sua basilica, Bergamo, 1914.
Pasino Locatelli, Illustri bergamaschi…, II, Bergamo, 1869.
(DE) U. Thieme e F. Becker, Künstler-Lexikon, III, Lipsia, 1950, p.542.
Carlo Volpe, La natura morta italiana, Milano, 1964.
Alberto Cottino, Bartolomeo Bettera - La sonata barocca, Bergamo, Catalogo della mostra, 2008.
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