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Domenico Gar (Alta Marna, ... – 1529) è stato uno scultore francese.

Delle vicende della vita di questo artista si conosce molto poco, sia per le sue origini straniere sia per la sua breve vita, peraltro trascorsa principalmente in Italia.
Domenico Gar (anche Gare o Gareth, secondo altre grafie), detto il Francesino[1] per la sua nascita nell’Haute Marne, era figlio di Didier, di professione fonditore di bronzo.

Si sa che, giovanissimo, era con suo padre in Italia affiancandolo nella sua attività tra Carrara e Pietrasanta. Nel 1520 è a Carrara dove collabora nella bottega di Bartolomé Ordóñez[2].

L’anno successivo, dopo la morte del maestro Ordóñez, è in Spagna dove, nella Cattedrale di Granada, lavora alla decorazione delle tombe di Ferdinando di Aragona e di Isabella di Castiglia.
Non è nota la data del suo ritorno in Italia, ma nel 1524 è certamente già in Liguria, nel levante del territorio del golfo spezzino.

Riceve commesse dalle varie comunità dei borghi della costa orientale del Golfo e della piana del Magra per le quali esegue principalmente ancone marmoree e sculture processionali in legno dipinto[3].
Alla sua mano o a quella della sua bottega è stato accostato il trittico della parrocchiale di Ameglia, che raffigura i santi Rocco, Vincenzo e Sebastiano, datato 1527.

La sua attività di scultore si protrae fino ai primi mesi del 1529 quando nel febbraio consegna il suo ultimo lavoro, la bella ancona marmorea nel quale i Santi Rocco e Sebastiano affiancano il Volto Santo[4] commissionata dalla comunità di Montemarcello e tuttora nella chiesa di San Pietro.

Domenico GarIl Volto Santo tra i Santi Rocco e Sebastiano, 1529Chiesa di San Pietro, Montemarcello (SP)
Domenico Gar
Il Volto Santo tra i Santi Rocco e Sebastiano, 1529
Chiesa di San Pietro, Montemarcello (SP)

Ormai affermato scultore, nel mese di marzo dello stesso 1529 riceve un anticipo di dieci scudi d’oro dal Priore della comunità di San Bernardino di Lerici per eseguire un polittico dedicato ai santi Bernardino, Francesco e Leonardo, da destinare al locale oratorio di San Francesco.
Inizia subito a porre mano al marmo, ma deve lasciare incompleta la scultura poiché muore prematuramente nel maggio dello stesso anno.


Opere



Note


  1. Per questo non va peraltro confuso con Nicolas Cordier anch’egli scultore e noto con lo stesso appellativo.
  2. Probabilmente conosce Pandolfo Fancelli che nel 1520 è anch’egli a Carrara e opera nella stessa bottega dello scultore spagnolo.
  3. L'artista mantenne una spiccata sensibilità per il colore, sia applicando strati cromatici alle sue sculture in marmo, sia esaltando per contrasto il candore delle superfici attraverso l’accostamento del rosso cupo del diaspro della cava di Cerri, come accade nel polittico di Trebiano. P.Donati, 2016
  4. Il culto del Volto Santo di Lucca era stato introdotto in questa estrema propaggine di Liguria sul finire del XII secolo con la fondazione del monastero benedettino di Croce del Corvo.
  5. Sua prima opera conosciuta.

Bibliografia


C.Rapetti, Storie di marmo. Sculture del Rinascimento fra Liguria e Toscana, Electa, Milano, 1998.

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