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Erminio Maffioletti (Bergamo, 5 ottobre 1913Bergamo, 6 febbraio 2009) è stato un pittore e scultore italiano. Fu un artista poliedrico che applicò le proprie capacità, nelle differenti tecniche artistiche. Fu pittore da cavalletto e pure affrescante, realizzatore di grandi mosaici per strutture pubbliche e ceramista, nonché incisore e insegnante d'arte.[1]


Biografia


Erminio Maffioletti nacque a Bergamo in una cascina in località Malpensata. Dopo le scuole dell'obbligo frequentò la Scuola d’Arte Applicata Andrea Fantoni, contemporaneamente ai corsi serali di Decorazione Pittorica, per poi iscriversi al corso di Nudo dell'Accademia Carrara. I suoi primi lavori furono esposti alla VI Mostra Sindacale Interprovinciale Fascista di Belle Arti di Milano e all'VIIIa Mostra Sindacale dell’Unione Provinciale Fascista Professionisti ed Artisti di Bergamo nel 1935 e 1936.

Negli anni dal 1936 al 1939 si trasferì a Parigi dove, mantenendosi con lavoretti d'imbianchino e decoratore, riuscì a frequentare i corsi di studio presso l'Accademia comunale Petit Toit, e i corsi domenicali della Libera accademia Gadin a Montmartre, riuscendo a esporre alcune delle sue opere al Salon d'Automne nel 1939. I difficili anni della seconda guerra mondiali lo fecero rientrare in Italia. Trascorse poi due anni a Roma trovando lavoro presso un'impresa edile e decorando gli alloggi della caserma di Tarquinia.

Nel dicembre del 1942 fece ritorno a Bergamo, dove aprì il suo primo studio in via Pignolo, esponendo alla sua prima mostra individuale nel 1944 presso la Galleria Permanente di Bergamo[2]. L'anno successivo partecipò, sempre presso la Galleria Permanente, a una mostra collettiva con Trento Longaretti, Scarpanti Luigi e Alberto Vitali[3].

Nei primi anni del dopoguerra, Maffioletti fu promotore di diverse iniziative, fra queste la ''Ceramica Artistica Bergamasca con Domenico Rossi suo grande amico[4]. Oltre all'intensa carriera artistica che si sviluppò con numerosi concorsi e mostre, Maffioletti insegnò decorazione pittorica presso la Scuola d'Arte Andrea Fantoni che lo aveva visto alunno, e per un lustro fu assistente di Achille Funi per l’Accademia Carrara di Bergamo, diventandone alcuni anni direttore.[5]

Fu tra i fondatori del Gruppo Bergamo, che univa nel 1959 ben diciannove artisti bergamaschi, con il solo intendo d'interscambio d'idee senza preferenze ma che potevano esporre nei medesimi spazi[6].


Stile


Secondo una citazione dell'artista, essere pittore è fare arte, intendendo che praticare l'attività artistica sia un fatto materiale, che richiede una capacità tecnica, più che teorica, pur possedendo una profonda conoscenza della storia dell'arte. Per questo il suo laboratorio artistico fu luogo d'incontro e di studio per numerosi giovani che desideravano avvicinarsi all'arte attiva, pratica. Amava cercare e inventare nuove tecniche per poi tornare alle sue originarie abitudini. Non amando l'esposizione pubblica dichiarò all'inaugurazione di una sua mostra nel 1997 al GAMeC: io sto bene in un guscio... sto bene isolato!, senza permettere però che le sue idee fossero prevaricate, tanto che Vittorio Fagone lo definì: di una modestia luciferina.[7]

Maffioletti fu un pittore che trovava difficile scegliere tra l'arte figurativa e quella astratta, riteneva che entrambe fossero forme importanti, riuscì quindi a interpretarle entrambe, riteneva fossero importanti i titoli che dovevano condurre l'osservatore al suo libero pensiero[8] Elaborò quindi un suo personale metodo per interpretare e rimescolare entrambe le possibilità espressive mantenendo sempre una partenza iconica e informale[8]

La sua arte sarebbe da collegare con quella definita informale che nella seconda metà del XX secolo era presente sia in Francia che in America. La caratteristica di trasformare un soggetto identificato nel titolo, in un elemento astratto e surreale attraverso un passaggio personale e emozionale.[9]


Opere


Tra le molte opere eseguite dall'artista alcune sono di carattere pubblico:


Mostre personali


Alcune delle principali mostre personali e collettive:


Note


  1. Credito Bergamasco, p 8.
  2. Amedeo Italo Pata, Erminio Maffioletti, L'Eco di Bergamo, 10 dicembre 1944.
  3. Amedeo Italo Pata, Galleria d'Arte, L'Eco di Bergamo.
  4. Erminio Maffioletti, su archivioceramica.com, Archivio ceramica.
  5. Stefani burnelli, Erminio Maffioletti maestro carismatico di infaticabile sperimentazione, su bergamonews.it, Bergamo News, 7 novembre 2017.
  6. Pilade Frattini e Renato Ravanelli, Il Novecento a Bergamo. Cronaca di un secolo, DeAgostini libri spa, 2013.
  7. Credito Bergamasco, p 10.
  8. Credito Bergamasco, p 11.
  9. Credito Bergamasco, p 10.
    «E tra gli ulteriori influssi che sono riscontrabili - pur rivisitati - nello stile maturo di Erminio si individuano altri artisti europei, alcuni del filone Art autre: dalla policromatica pastosità di Jean Fautrier ai ruvidi grovigli materici lacerati da graffi di Wols»
    .

Bibliografia



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