Giovanni Antonio Pintori (Nuoro, 3 dicembre 1946) è un pittore, critico d'arte, gallerista e accademico italiano.
Di origini sarde, Pintori si trasferisce a Bologna dove si diploma all'Accademia di belle arti. In questo periodo, inizia a comporre i suoi primi lavori, facendo riferimento all'arte povera. Successivamente, realizza la serie dei "Giganti", opere che raffigurano automi gargantueschi, metafora della rivoluzione digitale.[1]
Insegnante presso l’Istituto d’Arte F. Arcangeli di Bologna, collabora con l’Accademia del capoluogo emiliano e con altre scuole ed istituti nazionali compiendo numerosi periodi di ricerca all'estero.
Nel 1982 presenta il libro "Brame", edito da Fabjbasaglia, con i testi di Claudio Cerritelli e Paolo Fossati. Il libro è un'analisi dei quadri del Pintori prodotti negli anni '70.
Abbandona per un periodo la carriera artistica per concentrarsi come gallerista e scopritore di giovani talenti. Ha fatto parte del direttivo dello Studio Ercolani e della Nipple gallery di Bologna.
Nel 2008/09 presenta la serie "Facebook", quadri ad acrilico su tela rappresentanti volti femminili che sembrano navigare in uno strano liquido amniotico. Questi riflettono l’attenzione di Pintori per le tecnologie della comunicazione e per, l'allora, potenzialità di Internet. Come scrive Riguzzi sul catalogo della mostra, «potenti, luminosi, di grande impatto visivo quei volti presi a prestito da modelle delle riviste patinate, realizzati con una tecnica classica, veloce e precisa, emergono dal nulla per essere qualcosa e qualcuno, come le pagine del celebre social network»[2].
Alcuni suoi lavori sono esposti al Museo d'arte moderna di Bologna[3], al Museo d'arte della città di Ravenna[4], al Man di Nuoro e a Villa Devoto. Ha esposto negli Stati Uniti, in India e in molti Paesi europei. Nel 2009 riceve il premio Marconi (nella sezione "Premio Internazionale di Pittura, Scultura e Arte Elettronica"[5]), onorificenza internazionale promossa dalla fondazione omonima e dal circolo artistico di Bologna.[6]
È stato amico intimo di Pirro Cuniberti, a cui ha dedicato anche una retrospettiva nel 2020.[7]
È stato sposato con la professoressa Anna Rosa Nannetti, superstite della strage di Marzabotto nonché scrittrice del libro I Bambini del '44[8]; dal loro matrimonio è nato Emiliano, pianista e professore di musica jazz.
È lontano parente del designer Giovanni Pintori.
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