Il pittore Guglielmo CiardiSera - Canal Grande, 1899 circa (Fondazione Cariplo)
Biografia
Nato a Venezia da Teresa De Bei e dal funzionario Giuseppe, dopo gli studi classici nel collegio di Santa Caterina viene accolto nel 1860 all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove frequenta i corsi di Federico Moja e del paesista Domenico Bresolin, che lo avvia alla riproduzione di soggetti en plein air, a stretto contatto con la natura.
Esordisce nel 1865 all'Esposizione di Belle Arti di Verona.
Nel gennaio del 1868 lascia Venezia per un viaggio d'istruzione che lo porta inizialmente a Firenze dove, su presentazione di Federico Zandomeneghi, viene a contatto con gli artisti Macchiaioli, in particolare con il capostipite Telemaco Signorini[1] e partecipando alle accese riunioni del Caffè Michelangiolo: da questa frequentazione, Ciardi trova impulso verso un’arte libera, vera e fuori da regole precostituite[2].
Si trasferisce poi a Roma, dove conosce Nino Costa e a Napoli frequenta gli artisti della Scuola di Posillipo e della Scuola di Resìna, fra i quali Filippo Palizzi, Federico Rossano e Domenico Morelli.
Di rientro a Venezia nei primi mesi del 1869, si focalizza sulla riproduzione di paesaggi di ispirazione verista, con soggetti prediletti gli scorci della laguna veneta e della campagna trevigiana, dove si reca per lunghi soggiorni nella tenuta di famiglia (Villa Ciardi) di Quinto di Treviso; si tratta di vedute dagli ampi orizzonti, espresse con una tavolozza di verdi chiarissimi e luminosi.
Nel 1874 sposa Linda Locatelli, da cui avrà quattro figli, due dei quali diventeranno affermati pittoriː Beppe Ciardi, paesaggista e realista, ed Emma Ciardi, particolarmente nota in ambito internazionale.
Mantiene nel corso degli anni stretti contatti con i principali centri artistici italiani: Firenze, Torino, Milano, Genova, Roma e Napoli ed è presente a numerose manifestazioni internazionali, tra le quali decine di Biennali di Venezia dal 1887 al 1917, oltre a quattro mostre postume.
Ciardi trova la principale affermazione di pubblico e critica con Messidoro (1882), opera premiata con medaglia d'oro alle esposizioni di Nizza del 1883 e di Berlino del 1886[3] e acquistata dalla Galleria d'arte moderna di Roma.
Nel 1894 succede al maestro Domenico Bresolin nella cattedra di Scuola di vedute di paese e di mare all'Accademia di Belle Arti di Venezia[4], che manterrà fino alla morte e viene nominato segretario della commissione di accettazione opere della Biennale.
Nel 1915 ottiene la medaglia d’oro all’Esposizione internazionale di San Francisco.
Colpito da una paralisi alle gambe, muore a Venezia il 5 ottobre 1917.
Nel 1924 la famiglia dona alla Galleria d'arte moderna di Venezia ventisette dipinti e venticinque disegni realizzati da Guglielmo[5], mentre altri settanta disegni sono conservati presso la Cassa di Risparmio di Venezia.
Identificato come uno dei pionieri della Scuola del Vero veneziana, è principalmente paesista e marinista.
Fondamentale per lo sviluppo del suo personale stile l'incontro con Telemaco Signorini e il gruppo degli artisti Macchiaioli, la cui scomposizione del colore viene unita da Ciardi alle influenze tratte dai vedutisti settecenteschi e dall'utilizzo della luminosità del colore appreso dalla Scuola di Resina.
Paesaggio trevigiano, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 16 marzo 2022.
Bibliografia
XVI Esposizione Internazionale d'Arte della città di Venezia / Catalogo, Venezia, 1928;
Alberto Francini, Guglielmo Ciardi, Istituto nazionale LUCE, Roma, 1934;
Maria e Francesco Pospisil, Guglielmo Ciardi, Firenze, 1946;
A. M. Comanducci. Dizionario illustrato dei Pittori, Disegnatori e Incisori Italiani Moderni e Contemporanei, Milano, 1970.
Marco Valsecchi, I paesaggisti dell'800, Milano, Electa-Bompiani, 1972, SBNIT\ICCU\SBL\0437189.;
Bolaffi, Dizionario Enciclopedico dei Pittori e degli Incisori Italiani dall'XI al XX secolo. Torino, 1972;
Luigi Menegazzi, Guglielmo Ciardi, Edizioni Canova, Treviso, 1977;
Maria Cionini Visani, CIARDI, Guglielmo, in Dizionario biografico degli italiani, vol.25, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1981. URL consultato il 4 aprile 2017.;
Luigi Menegazzi, Guglielmo Ciardi, Edizioni dei Soncino, Soncino, 1991;
Nico Stringa, Guglielmo Ciardi. Catalogo generale dei dipinti, Milano, Grafiche Antiga, 2007, ISBN 9788888997360;
Enzo Savoia e Francesco Luigi Maspes (a cura di), Guglielmo Ciardi, protagonista del vedutismo veneto dell'Ottocento, Catalogo mostra di GAM MANZONI, Milano, Grafiche Antiga, 2013.
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