Joseph-Aimé Péladan, detto Joséphin Péladan (Lione, 28 marzo 1858 – Neuilly-sur-Seine, 27 giugno 1918), è stato uno scrittore, pittore ed esoterista francese.
Ritratto di Joséphin Péladan dipinto da Alexandre Séon (1892 circa)
Biografia
Figlio del giornalista e letterato Adrien Péladan, si formò presso i collegi gesuiti di Avignone e Nimes. Dopo aver tentato di fondare un culto "devoto alla settima ferita di Cristo" negli anni settanta dell'Ottocento, si trasferì a Parigi nel 1881, dove lavorò per la rivista L'Artiste diretta da Arsène Houssaye e e per la banca Crédit Francais. Sempre nella capitale avviò una carriera di critico d'arte e di scrittore. Nel 1884 pubblicò il suo primo romanzo, Le vice suprême, incentrato sul misticismo orientale, che ebbe da subito successo in Francia e venne più volte ristampato. Nel 1887, conobbe l'aristocratico Stanislas de Guaita, di cui fu prima mentore, e poi amico. Nel 1888 fondò, insieme a Gérard Encausse (al tempo noto con lo pseudonimo di Papus), l'Ordine Cabalistico della Rosa-Croce, la prima società segreta francese fin de siècle.[1] Il suo pensiero, più incline alle teorie di stampo liberale e cattolico rispetto a quelle di Papus, lo spinsero, nel 1890,[2] ad abbandonare l'Ordine e fondare una propria setta nota come Rosa-Croce Cattolica del Tempio e del Graal,[1] che aveva l'obbiettivo di "rivelare alla teologia cristiana le magnificenze esoteriche di cui è gonfia, a sua insaputa".[3] Il nuovo gruppo di Rosacroce, composto anche da vari pittori di stampo simbolista, organizzò sotto la sua guida vari Salon dal 1892 fino al 1897. Le sue teorie, fra cui quella secondo cui l'arte non dovesse rappresentare la realtà ma le idee, furono un riferimento per numerose personalità letterarie e artistiche dell'epoca quali Paul Gauguin, Stéphane Mallarmé, Paul Verlaine e Joris-Karl Huysmans.[4] Fra gli artisti che Péladan ha promosso lungo la sua vita vi furono Gustave Moreau, Maurice Chabas, Pierre Puvis de Chavannes,[5] lo svizzero Ferdinand Hodler e l'olandese Jan Toorop.[6] Peladan è morto nel 1918 ed è sepolto al cimitero dei Batignolles di Parigi.[7]
Opere
Tomba di Péladan al cimitero dei Batignolles a Parigi
Le Vice suprême 1884
Curieuse 1885
Femmes honnêtes! 1885
L'Initiation sentimentale 1887
Istar 1888
A coeur perdu 1888
Coeur en peine 1890
Le prochain conclave; instructions aux cardinaux 1890
Comment on devient mage 1891
L'androgyne 1891
La gynandre 1891
La Typhonia 1892
Le panthée 1892
La queste du Graal - proses lyriques de l'éthopée - la décadence latine (1892)
Le théâtre complet de Wagner: les XI opéras scène par scène avec notes biographiques et critiques 1894
L'art idéaliste et mystique: doctrine de l'ordre et du salon annuel des Rose + Croix 1894
Babylone, tragedy 1895
Mélusine 1895
Le dernier Bourbon 1895
Le livre du sceptre 1895
La Prométhéide: trilogie d'Eschyle en quatre tableaux 1895
Le Prince de Byzance, tragedy 1896
Œdipe et le Sphinx 1903
Sémiramis, tragédie en prose 1904
La Dernière Leçon de Léonard de Vinci 1904
La Clé de Rabelais 1905
De Parsifal à don Quichotte 1906
La Doctrine de Dante 1908
La philosophie de Léonard de Vinci d'après ses manuscrits 1910
De l'Androgyne. Théorie plastique 1910
Note
Autori vari, Il Santo Graal, Giunti, 1998, pp.132-3.
Angelo Sebastiani, La luce massonica, Volume 3, Hermes, 1992, p.128.
Lara Vinca Masini, Il Liberty - Art nouveau, Giunti, 2000, profilo su Joséphin Péladan.
David Britt, Arte moderna - dall'impressionismo al post-moderno, Rizzoli, 1999, p.65.
Autori vari, A Sourcebook of Gauguin's Symbolist Followers: Les Nabis, Pont-Aven, Rose + Croix, Greenwood, 2004, p.693.
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