Lucrezia Maria Scarfaglia, nome completo di Lucrezia Scarfaglia (... – ...; fl. XVII secolo), è stata una pittrice italiana attiva nel XVII secolo in ambito bolognese.
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Lucrezia Scarfaglia fu allieva di Elisabetta Sirani.[1] A seguito della morte prematura della celeberima pittrice prese lezioni da Domenico Maria Canuti.[2]
Attiva intorno al 1677-1678, ancora nota nella seconda metà del Settecento e a lungo caduta nell'oblio, della sua vita e della sua carriera non si sa quasi nulla.
Le prime informazioni biografiche sulla pittrice risalgono all'Aggiunta di Antonio Masini.[3] Citata di sfuggita nel 1678 tra le allieve della Sirani alla fine del libro quarto del Felsina pittrice di Carlo Cesare Malvasia, che dedica loro un frettoloso elogio collettivo[4], è descritta più estesamente da Luigi Crespi, che la definì una «non mediocre pittrice» nel 1769.[2]
Crespi elenca una serie di dipinti attribuiti a Scarfaglia, tra cui varie opere religiose e un ritratto di Eleonora Gonzaga.[2] La sua unica opera documentata e non dispersa è un autoritratto, firmato e datato 1678, in cui si raffigura mentre sta dipingendo la Madonna di San Luca. L'autoritratto, parte delle collezioni della Galleria Pallavicini di Roma, ripropone uno stile che ricorda i dipinti del Cinquecento.[5][6][7] Una ulteriore versione dell'autoritratto potrebbe corrispondere a un quadro con Donna che sta dipingendo la Madonna di San Luca, commissionato dal marchese Grimaldi e citato da Antonio Masini.[8]
Fu sposata con un tale Carlo Forni.[9]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 95997154 · ULAN (EN) 500047628 · WorldCat Identities (EN) viaf-95997154 |
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