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Maria Giuseppa Liesch (Ferrara, 28 giugno 1883Firenze, 24 agosto 1930) è stata una pittrice, illustratrice e incisore italiana.


Biografia


Figlia di Giovanni, di origine svizzera, e di Maria Antonia Laim. Dopo i primi studi alla civica scuola Dosso Dossi con Angelo Longanesi-Cattani e all'Accademia di belle arti di Bologna, ottenne l'abilitazione all'insegnamento del disegno[1] lavorando dal 1910 in alcune scuole ad indirizzo tecnico a Ferrara (scuola Costanza Monti Perticari[1]), Firenze, Taranto e Genova.[2]

Dopo la morte di alcuni familiari colpiti da tisi, si trasferì nel 1922 con la madre a Firenze[2] (dove insegnò presso la scuola Lucrezia Mazzanti sino alla morte[1]) a causa di ulteriori problemi familiari, tra cui le pressanti richieste economiche da parte dell'instabile fratello minore Paolo.

Morì nell'Ospedale di Santa Maria Nuova a seguito di un'aggressione a colpi di martello[3] da parte del fratello, avvenuta durante uno dei numerosi litigi.[2]


Lo stile


Fu pittrice da cavalletto, illustratrice, designer e inciditrice.[1] Mentre le incisioni appaiono di impostazione accademica senza tentativi di stilizzazione in chiave moderna,[1] il suo gusto nelle opere da cavalletto, spesso di piccole dimensioni, viste anche le recensioni ricevute alle varie esposizioni, risultava macabro e decadente, inseribile nel simbolismo liberty, con richiami a Gaetano Previati e allo stile dell'amico e collega Pier Augusto Tagliaferri[1][2]. Assieme a quest'ultimo elaborò alcune illustrazioni per la Divina Commedia.[4]


Esposizioni


Partecipò a varie esposizioni ferraresi:[2]


Retrospettive


1990: 4ª Biennale Donna - 1990 - Presenze femminili nella vita artistica a Ferrara tra Ottocento e Novecento, Ferrara, Centro Attività Visive di Palazzo dei Diamanti, 3 marzo - 29 aprile 1990. Nel 1996, venne inserita da Antonio P. Torresi nel repertorio dei Neo-medicei[6] riguardante artisti e antiquari operanti a Firenze tra Otto e Novecento.[1] Nel 2006 una sua opera venne esposta nella rassegna fiorentina Etruria Novecentesca[7]


Opere


Si dedicò all'incisione ad acquaforte, riprendendo palazzi e scorci ferraresi (Casa Romei, Via delle Volte,[2] Castello estense[1]) e ritratti idealizzati degli Este (Borso). Eseguì copie dei classici ferraresi (Sacra famiglia di Gian Francesco de' Maineri) e fu ottima illustratrice di gusto liberty, partecipando tra il 1912 ed il 1916 ad alcuni concorsi editoriali indetti dalla rivista torinese L'Artista Moderno. Realizzò la copertina della rivista L'aurora della scuola. Un nucleo di sue opere era conservato dagli eredi di Ernesto Maldarelli, la cui figlia pittrice Beatrice fu tra le migliori amiche della Liesch.[2]


Note


  1. Incisori900.
  2. BiennaleDonna.
  3. Il fratricida Paolo Liesch arrestato, in Corriere Padano, 27 agosto 1930.
  4. Lucio Scardino, Illustratori ferraresi della Divina Commedia (PDF), in La Pianura, dicembre 2009, pp. 75-77. URL consultato il 3 aprile 2021.
  5. Arcivescovado, in Lucio Scardino (a cura di), Incisori ferraresi del Novecento, Ferrara, Liberty house, 2001, pp. 66-67.
  6. Antonio P. Torresi, Neo-Medicei. Pittori, restauratori e copisti dell'Ottocento in Toscana, Ferrara, Liberty house, 1996.
  7. Lucio Scardino (a cura di), Etruria Novecentesca. Opere d'arte toscana da una collezione sul XX secolo, Ferrara, Liberty house, 2006.

Bibliografia



 Voci correlate 


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