Figlia del pastore protestante[1] Jacobus van Oosterwijck e di Adriana Lambrechts van Linschoten[2], fu allieva di Willem van Aelst[3][4] o di Jan Davidsz. de Heem[1][5]. Fin da giovane visse in un ambiente ricco di influenze artistiche e dimostrò precocemente le sue doti di pittrice: la zia Maria van Linschoten aveva sposato Hendrik van Beijeren, padre del pittore di nature morte Abraham van Beyeren, che a sua volta si era sposato con Anna van den Queborn, anch'essa pittrice di nature morte[2].
Maria operò dapprima a Delft[3], dove tra il 1656 ed il 1658 aveva il suo studio in Voorstraat nella casa che era appartenuta a suo nonno materno[2], poi a Leida (1658-1660)[3], dove si era recata assieme al fratello Lambert, studente di teologia, e dove viveva lo zio Jan Jansz. Orlers, storico[2], e Utrecht (1660)[3], dove rimase per circa tre anni, dedicandosi alla pittura di nature morte nello stile di Jan Davidsz. de Heem, che, secondo Houbraken, era il suo mentore[2]. Nel 1675 infine si trasferì ad Amsterdam, dove abitò di fronte all'atelier del van Aelst e dove rimase ed operò fino al 1689[3].
Inizialmente fu apprendista del van Aelst e tramite lui ottenne i suoi primi riconoscimenti internazionali[2]. A questo punto iniziò a dedicarsi quasi esclusivamente alla pittura di nature morte, in particolare di fiori, frutta e vanitas[2][3], realizzate in uno stile che risente dell'influenza di Jan Davidsz. de Heem[5]. Questi dipinti erano poi venduti alle persone altolocate di Amsterdam[2]. Durante la sua vita, Maria raggiunse una certa notorietà, tanto da avere come mecenati Luigi XIV di Francia e l'imperatore Leopoldo I d'Asburgo e ottenere una certa agiatezza economica[5]. Le sue opere furono apprezzate dalle famiglie reali di Francia, Sassonia e Inghilterra[5], anche Cosimo III de' Medici acquistò un suo dipinto[4]. Tuttavia, come molte donne, non divenne mai membro di una corporazione di pittori[5].
Maria dedicò tutta la vita alla pittura e decise perciò di non sposarsi: rifiutò quindi la proposta di matrimonio che, secondo Houbraken, le fece Willem van Aelst[2].
Natura morta con fiori e farfalle, dipinto, 37,1 x 46cm, 1669, Cincinnati Art Museum, Cincinnati
Vanitas con mappamondo, teschio, clessidra e vaso di fiori, dipinto, 73 x 88,5cm, 1668, Kunsthistorisches Museum, Vienna
Natura morta con vaso di fiori e chiocciola su tavolo di legno, olio su tela, Fitzwilliam Museum, Cambridge[6]
Natura morta con fiori legati da nastro e farfalla, olio su tela[7]
Vanitas con teschio e girasole, olio su tela, Collezione privata[8]
Natura morta con fiori e frutta, olio su tela, 1670 circa, Palazzo Pitti, Firenze[9]
Natura morta con fiori in vaso finemente decorato, olio su tela, 62 x 47,5cm, 1670-1675, Mauritshuis, L'Aia[10]
Natura morta con vaso di fiori posto su una mensola di pietra con un limone, un lime e una farfalla, firmato in basso al centro Maria Va Oosterwijck Aº 1675, olio su tela, 90,4 x 80,7cm, 1675[11]
Natura morta con fiori, girasole e insetti, olio su tela, 73,6 x 55,8cm, 1670 circa, Denver Art Museum, Denver[12]
Natura morta con fiori e farfalle, olio su tavola, 47,3 x 36,8cm, 1686, Royal Collection[13]
Natura morta con fiori, insetti e una conchiglia, olio su tavola, 47,4 × 36,5cm, 1689, Royal Collection[14]
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