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Mario Borgna (Villar Perosa, 31 luglio 1936Torino, 28 dicembre 2007) è stato un pittore, scultore e ceramista italiano di Pinerolo.


Biografia


Mario Borgna dal 1964 al 2007, anno della sua morte, ha allestito mostre personali e collettive in gran parte del mondo.

Esordisce nel tetro dipingendo scene e fondali, per poi passare alla pittura religiosa di chiese e cappelle tra Piemonte e Liguria, sino ad affrescare la "Cappella dei clowns" di Apricale (le pitture non sono più visibili, ma esiste documentazione fotografica)[1].

È forse il periodo degli anni settanta il più fecondo, caratterizzato da una continua ricerca contenutistica, formale sulle tecniche e sui materiali.

Il momento della grande notorietà è il culmine di un lungo lavoro, di un itinerario di studi, di ricerche e di esperienze segnate anche da incontri e dalla frequentazione di Fontana, Lam, Manzoni, Dova e Scanavino nei laboratori ceramici di Albissola.[2]. Nel 1973 la Giulio Bolaffi Editore gli dedica una monografia "Mario Borgna".

Nel decennio Ottanta c'è un approfondimento anche in senso filosofico, in riferimento soprattutto a Lyotard e al suo immaterialismo e agli studi sui "miti" dell'Uomo, volti a superare il tempo in figure simboliche. Il discorso del mito aveva riferimenti con le incisioni rupestri di cui l enostre Alpi sono ricche, segni arcaici, preganti, senza tempo. Nel 1980 in collaborazione con l'Istituto di storia del cinema e dello spettacolo dell'Università di Torino, ha redatto il testo e curato la regia di un documentario dal titolo "Miti e simboli nel tempo".

Dal 1984 al 1992 ha partecipato alle fiere internazionali (Artexpo) di Madrid e Nizza in Europa, di New York, Los Angeles, Chicago ed Atlanta in America e di Tokyo in Asia.

In qualità di giornalista ha collaborato scrivendo d'arte e recensendo giovani artisti su riviste quali Corriere di Torino e Iride TO e negli anni Novanta ha curato la rubrica "I colori della cucina" sul mensile "L'Eco Mese" di Pinerolo.


L'opera


Elemento caratteristico della sua opera è una figura antropomorfa, nei primi anni della sua attività definito clown e successivamente sorcier e antropomorfo.

Borgna ha creato nella sua opera, come dice il poeta francese Andrè Verdet, «un prototipo cangiante di personaggio ineffabile che si moltiplica all'infinito nello spazio mentale senza mai ricopiarsi. Personaggio la cui verve o la cui gravità non smentisce mai: il Clown. Questo personaggio d'obbedienza astrale, sembra vigilare sia con sorridente bonomia, sia con derisoria gravità sui nostri gesti e sui nostri pensieri quotidiani». È in particolare in Francia, Svezia, Svizzera, Principato di Monaco e Spagna che le sue opere sono state apprezzate in mostre personali e collettive.

Le opere di Mario Borgna sono state presentate in mostre all'estero a Aix-en-Provence Francia), Antibes (Francia), Cagnes-sur-Mer (Francia), Cannes (Francia), Göteborg (Svezia), Haut-de-Cagnes (Francia), Londra (GB), Marsiglia (Francia), Mölndal (Svezia), Montecarlo (Principato di Monaco), Nizza (Francia), St. Moritz (Svizzera), Spreitenbach (Svizzera), Tolone (Francia) e Zurigo (Svizzera)

In Italia invece Mario Borgna ha esposto in numerosi città e comuni tra i quali si ricordano: Apricale, Avigliana, Asti, Arezzo, Bagnolo Piemonte, Bassano del Grappa, Bra, Brescia, Biella, Canelli, Cantù, Cantalupa, Cavour, Cherasco, Cuneo, Diano Marina, Firenze, Imperia, Milano, Modena, Padova, Pinerolo, Piscina, Porto Valtravaglia, Rivoli, Salsomaggiore, San Germano Chisone, Sanremo, Susa, Verona, Savigliano, Savona, Staffarda, Torino, Torre Pellice, Venezia, Villar Perosa.

Mario Borgna, nel 2000 scrive il racconto "Un fiume di capre"[3], dove sono poeticamente descritti la vita e i personaggi di Grandubbione, piccolo villaggio sito al centro dell'omonimo vallone alla sinistra orografica della Val Chisone, negli anni a meta del '900. Nel 2001 scrive il raconto "Ròca Fòl"[4], dedicato a fatti e leggende avvenuti nel tempo in una piccola grotta di un torrione solitario in mezzo ai boschi in alto sopra il Dubbione (TO).


La critica


Hanno scritto sull'opera di Mario Borgna:

Antonio Miredi intravede nelle opere di Borgna un inequivocabile segno postmoderno.


Bibliografia



Voci correlate



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 241019930 · ISNI (EN) 0000 0003 7006 0802 · WorldCat Identities (EN) viaf-241019930
  1. Carlo Munari e Gianni Vianello, Mario Borgna, Giulio Bolaffi Editore S.P.A. di Torino, 1973.
  2. Francesco De Caria, Mario Borgna - opere 1964-2004, in Incontri 28 - Collezione civica d'arte Palazzo Vittone, ottobre 2004.
  3. Mario Borgna, Un fiume di capre, Hurso La Berta, 2000.
  4. Mario Borgna, Ròca Fòl, Hurso La Berta, 2001.
  5. Mario Marchiando Pacchiola, Incontri 28 - Collezione Civica d'Arte Palazzo Vittone.



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