Mario Deluigi, scritto a volte De Luigi (Treviso, 21 giugno 1901 – Dolo, 27 maggio 1978), è stato un pittore italiano, affiliato al movimento spazialista fondato da Lucio Fontana, di cui firma il manifesto nel 1951.
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Nacque da Eugenio e da Alceste Pasti. Il padre era titolare di una ditta specializzata nelle decorazioni di interni[1].
Dopo aver conseguito privatamente la maturità artistica nel 1925, avrebbe voluto entrare in conservatorio ma, su pressione dei familiari, si iscrisse all'Accademia di Venezia dove studiò pittura con Ettore Tito e con Virgilio Guidi - senza tuttavia concludere gli esami[1].
Motivato dalla ricerca della rappresentazione della luce, citato da molti critici, quali Renato Barilli, come uno fra i migliori artisti del Novecento italiano, ha nella tecnica del "grattage" il suo tratto più conosciuto: i suoi quadri realizzati con tale tecnica presentano superfici colorate rigate da minuti graffi, che danno l'illusione di nuvole di scintille.
È stato un artista dalla personalità seria e schiva: la sua opera ha cominciato ad essere riscoperta dalla critica nei testi che, alla fine del ventesimo secolo, cominciarono a tirare le somme sulle maggiori figure del secolo.
I suoi "grattage" vengono considerati come pionieristici per tutta la ricerca spazialista e astratta della seconda parte del Novecento, in pratica un accenno a quello che poi diverrà il gesto risolutivo del "taglio" di Fontana.
Deluigi ha partecipato a otto Biennali di Venezia: 1930, 1932, 1948, 1950, 1952, 1954, 1962 (sala personale), 1968 (sala personale) e a due Quadriennali di Roma: 1959, 1972. La Biennale di Venezia gli ha dedicato nel 1980 un'importante retrospettiva.
Opere di Deluigi sono presenti in numerosi musei e raccolte pubbliche.
Una sua importante opera è esposta nella collezione permanente del Museo Revoltella di Trieste.
Deluigi ha realizzato il grande mosaico della Stazione di Venezia Santa Lucia.
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