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Max Ernst (Brühl, 2 aprile 1891Parigi, 1º aprile 1976) è stato un pittore e scultore tedesco naturalizzato francese. Viene considerato uno dei maggiori esponenti del surrealismo[1][2], pioniere della tecnica pittorica del grattage e del frottage[3][4].

Max Ernst
Firma di Max Ernst

Biografia


Max Ernst nasce a Brühl, vicino a Colonia dal pittore per ciechi Philipp Ernst, che ritrasse il piccolo Max come Gesù bambino all'età di cinque anni, e da Louise Kopp.[5] Nel 1909 si iscrive all'Università di Bonn per studiare filosofia,[1] frequentando anche dei corsi rivolti alla psicologia[1] e all'arte degli alienati, ma abbandona presto questo indirizzo per dedicarsi al mondo dell'arte. Nel 1912 fonda, assieme ad August Macke il gruppo "Das Junge Rheinland", esponendo per la prima volta a Colonia alcune sue opere alla Galerie Feldman.[6] Questa città, due anni dopo, gli farà conoscere Hans Arp, con il quale stringerà un'amicizia che durerà tutta la vita.[7]

Nell'agosto dell'anno seguente si reca per la prima volta a Parigi. Partecipa alla prima guerra mondiale.[6] Nonostante il servizio militare, Ernst riesce a dedicarsi alla pittura, esponendo alla galleria "Der Sturm"[6] che lo indurrà a pubblicare un articolo Sull'evoluzione del colore.[8] Ritornato a Colonia nel 1918 sposa Luise Strauss.[6] La scoperta della pittura di Giorgio de Chirico lo spinge a realizzare un album di litografie (Fiat Modes Pereat Art);[9] nello stesso anno fonda con Johannes Theodor Baargeld il gruppo dada W/3 West Stupidia;[10] i due artisti pubblicano la rivista Der Ventilator e il Bullettin D e organizzano la prima mostra Dada a Colonia.[6]

Nel suo secondo viaggio a Parigi nel 1920, ha modo di farsi apprezzare dai critici della capitale, riuscendo ad esporre alcune sue creazioni presso la "Galerie Au Sans Pareil".[11] La prima esposizione avvenne nell'anno 1921 presso la Galerie au Sang Pareil di Parigi.[6] Importante è il suo incontro con alcuni esponenti del surrealismo, come André Breton e Paul Éluard; dalla sua collaborazione con quest'ultimo nascono due volumi, Les malheurs des immortels e Répétition (1922).[6][12] È il periodo in cui, forse ispirato da un suggestivo viaggio in Oriente, elabora una nuova tecnica pittorica, il frottage, con il quale realizza un ciclo di immagini pubblicate nel volume Histoire naturelle (1926).[13] Nel 1929 pubblica il primo dei suoi romanzi-collage, La Femme 100 têtes[14], e l'anno dopo collabora con Salvador Dalí e Luis Buñuel al film L'âge d'or.[15] Nel 1930 realizzò Reve d'une petite fille qui voulut entrer au Carmel,[6] mentre nel 1934 fu la volta di Une semaine de bonté ("Una settimana di bontà").[16] Le tavole di questi romanzi-collages erano realizzate con collages di immagini ricavate da opere scientifiche, enciclopedie mediche, cataloghi o racconti illustrati. Il montaggio dei collages era volutamente dissimulato, per regalare all'opera un'apparenza di unità, particolarmente evidente nella versione tipografica.[16] I contrasti con Breton, inducono Ernst ad abbandonare il gruppo surrealista nel 1938 e a trasferirsi, assieme alla pittrice Leonora Carrington, nei pressi di Avignone.[6]

Nel 1941 il pittore raggiunge gli Stati Uniti, dove collabora alla rivista surrealista VVV, e dove rimane fino al 1953.[1][6][17] Durante questo periodo, trascorso in Arizona,[6] Ernst lavora instancabilmente, sperimentando nuove forme espressive, come il dripping, e realizzando importanti sculture tra le quali, per esempio, Il re che gioca con la regina (1944).[18] Negli Stati Uniti si sposa per ben due volte: la prima con Peggy Guggenheim, nel 1941,[19] la seconda con Dorothea Tanning.[20] Dopo essere rientrato in Europa, vince il primo premio alla Biennale di Venezia nel 1954.[6] Muore a Parigi il primo aprile del 1976.


Tecniche pittoriche


Max Ernst ha inventato e utilizzato varie tecniche semiautomatiche per creare strutture che hanno acceso la sua immaginazione.

Tecniche auto inventate:

Frottage - Un foglio di carta viene posizionato su una superficie strutturata. La struttura viene strofinata sulla carta con una matita. – Esempio: Histoire naturelle (iniziata dal 1925). Frottage è un equivalente pittorico della scrittura surrealista, chiamata scrittura automatica.

Grattage - Almeno due strati di vernice vengono applicati su una tela. Gli strati superiori vengono poi raschiati, magari dopo aver appoggiato la superficie pittorica su un rilievo per ottenere risultati più creativi e materici. - Esempi: Bird Wedding (1925), Bone Flowers (1929), The Whole City (1935/36)

Oscillazione - Una lattina viene perforata con un foro, appesa a un filo sopra la tela che giace sul pavimento e riempita di vernice. Quando la lattina vibra, la vernice gocciola fuori dal foro in percorsi circolari sulla tela. Notoriamente tecnica precorritrice il dripping di Pollock – Esempi: Il pianeta confuso (1942), Giovane disturbato dal volo di una mosca non euclidea (1942 e 1947) Altre tecniche utilizzate:

Collage - Il materiale dell'immagine viene raccolto e/o ritagliato e riassemblato su un altro supporto per immagini. – Esempi: Collage dadaista: Il cappello fa l'uomo (1920), Collage surrealista: LopLop introduce LopLop (1930), romanzi collage da incisioni su legno: La femme 100 têtes (1929), Une semaine de bonté (1934)

Decalcomania- Riscoperta da Óscar Domínguez nel 1935. La vernice liquida sottile viene spostata sulla tela con l'aiuto di un foglio di carta o di una lastra di vetro. Questo crea strutture che ricordano il corallo o il muschio. – Esempi: Marlene (1940/41), L'abito della sposa (1940), L'Europa dopo la pioggia II (1940–1942), L'antipapa (1941/42), La tentazione di sant'Antonio (1945)


Opere


Il museo di Brühl, dedicato a Ernst
Il museo di Brühl, dedicato a Ernst

Alcune delle opere nell'intero arco temporale della produzione di Max Ernst sono[21]:


Frottage



Romanzi-collage



Sculture



Pitture



Opere di Max Ernst nei musei italiani



Documentari e cortometraggi



Note


  1. Eugenia Dossi, Le Garzantine - Arte, Garzanti, 2002, p. 373.
  2. autori vari, Enciclopedia dell'arte Zanichelli, Zanichelli, 2004, p. 365.
  3. Max Ernst, Metropolitan Museum of Art, New York, 2005
  4. Max Ernst, Ian Turpin, Julian Stallabrass, Ernst, Phaidon, 1993
  5. Dirk Teuber, Max Ernst a Colonia, Rheinland-Verlag GmbH, Köln 1980, la Pagina 49.
  6. Werner Spies, Sabine Rewald, Max Ernst: A Retrospective. New York: Metropolitan Museum of Art / New Haven, Yale University Press, 2005, pp. 11, 188, 285-289.
  7. Dietmar Elger, Dadaism, Taschen, 2004, p. 68.
  8. Roland Penrose (Sir.), Max Ernst's Celebes, University of Newcastle Upon Tyne, 1972, p. 11.
  9. Hal Foster, Prosthetic Gods, MIT Press, 2004, p. 181.
  10. Museum of Modern Art (New York, N.Y.), Max Ernst, Doubleday, 1961, p. 12.
  11. Hans Dam Christensen, Øystein Hjort, Niels Marup Jensen, Rethinking Art Between the Wars: New Perspectives in Art History, Museum Tusculanum Press, 2001, p. 146.
  12. Renée Riese Hubert, Surrealism and the Book, University of California Press, 1988, X.
  13. Ulrich Bischoff, Max Ernst, Max Ernst, 1891-1976: Beyond Painting - Pagina 94, Taschen America Llc, 1994, p. 94.
  14. (EN) Scheda sull'opera, con bibliografia
  15. L'âge d'or - MYmovies, su mymovies.it. URL consultato il 25 marzo 2014.
  16. Antonio Faeti, La "camera" dei bambini: cinema, mass media, fumetti, educazione, EDIZIONI DEDALO, 1983, p. 101.
  17. Michael LaClotte, Dizionario della pittura e dei pittori - D-J - Volume secondo, Larousse Einaudi, 1990, p. 219.
  18. MoMA, su moma.org. URL consultato il 25 marzo 2014.
  19. Paolo Barozzi, Peggy Guggenheim: una donna, una collezione, Venezia, Rusconi Libri, 1983, p. 74.
  20. Hayden Herrera, Arshile Gorky: His Life and Work, Bloomsbury Publishing, 2003, p. 540.
  21. Enciclopedia Treccani alla voce corrispondente
  22. Galleria d'Arte Moderna - Un peu malade de cheval - Gam, su gamtorino.it. URL consultato il 25 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2014).
  23. L'antipapa (The Antipope) - Peggy Guggenheim, Venezia, su guggenheim-venice.it. URL consultato il 25 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2014).
  24. Guggenheim, su www.guggenheim-venice.it. URL consultato il 13 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2015).
  25. Guggenheim, su www.guggenheim-venice.it. URL consultato il 13 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2016).

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[de] Max Ernst

Max Ernst (* 2. April 1891 in Brühl (Rheinland); † 1. April 1976 in Paris, Frankreich), eigentlich Maximilian Maria Ernst,[1] war ein bedeutender Maler, Grafiker und Bildhauer deutscher Herkunft, dem 1948 die amerikanische und 1958 die französische Staatsbürgerschaft verliehen wurde.[2]

[en] Max Ernst

Max Ernst (2 April 1891 – 1 April 1976) was a German (naturalised American in 1948 and French in 1958) painter, sculptor, printmaker, graphic artist, and poet.[1] A prolific artist, Ernst was a primary pioneer of the Dada movement and Surrealism in Europe.[1] He had no formal artistic training, but his experimental attitude toward the making of art resulted in his invention of frottage—a technique that uses pencil rubbings of textured objects and relief surfaces to create images—and grattage, an analogous technique in which paint is scraped across canvas to reveal the imprints of the objects placed beneath. Ernst is noted for his unconventional drawing methods as well as for creating novels and pamphlets using the method of collages. He served as a soldier for four years during World War I, and this experience left him shocked, traumatised and critical of the modern world. During World War II was designated an "undesirable foreigner" while living in France. He died in Paris on 1 April 1976.

[es] Max Ernst

Max Ernst (Brühl, Alemania, el 2 de abril de 1891 - París, Francia, el 1 de abril de 1976) fue un artista alemán nacionalizado francés considerado figura fundamental tanto en el movimiento dadá como en el surrealismo. A lo largo de su variada carrera artística, Ernst se caracterizó por ser un experimentador infatigable, utilizando una extraordinaria diversidad de técnicas, estilos y materiales. En todas sus obras buscaba los medios ideales para expresar, en dos o tres dimensiones, el mundo extradimensional de los sueños y la imaginación.

[fr] Max Ernst

Maximilian Maria Ernst, dit Max Ernst, né le 2 avril 1891 à Brühl dans l'Empire allemand et mort le 1er avril 1976 à Paris, est un peintre et sculpteur germano-américano-français dont l'œuvre se rattache aux mouvements dadaïste et surréaliste. Allemand de naissance, il acquit la nationalité américaine en 1948[1] puis française en 1958[2].
- [it] Max Ernst

[ru] Эрнст, Макс

Макс Эрнст (нем. Max Ernst; 2 апреля 1891, Брюль, Германская империя — 1 апреля 1976, Париж) — немецкий и французский художник, значимая фигура в мировом авангарде XX века.



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