Panfilo Nuvolone (Cremona, 1581 – Milano, 27 ottobre 1651) è stato un pittore italiano attivo tra la Lombardia e l'Emilia. In una Milano già conquistata dai barocchi "pittori pestanti", fu interprete di un superato tardo manierismo ispirato dai dettami della Controriforma. Fu al contrario più apprezzato per i primi esperimenti sulla natura morta.
Natura morta. Dipinto di Panfilo Nuvolone conservato al Museo d'arte di San Paolo
Biografia
Nato da un gentiluomo mantovano, fu padre di una famiglia di pittori cremonesi. Svolse il suo apprendistato presso Giovanni Battista Trotti (chiamato il Malosso), quindi si trasferì a Milano, presumibilmente prima del 1608[1][2].
I figli Giuseppe e Carlo Francesco avuti dalla moglie Isabella proseguirono nell'attività del padre dipingendo a Milano e Cremona.
Opere
Nel suo periodo milanese ottenne le seguenti commissioni:
Transito di San Diego all'Aldilà (1609), pala d'altare per la chiesa di Santa Maria del Giardino, dispersa con la demolizione della chiesa.
Affreschi per la cappella Sansone nella chiesa di Sant'Angelo (1610)
Alzata cesellata con uccelli collezione privata, firmata e data 160.. l'ultimo numero non è leggibile ma sicuramente il dipinto è stato eseguito nel suo periodo milanese[3]
Storie di Lazzaro e del ricco Epulone, affreschi (1618) per la chiesa di San Lazzaro nel Quadrone, perduti con la demolizione di quest'ultima
I profeti Isaia, Geremia, Davide ed Ezechiele, (1621-1623) affresco sulla volta per la chiesa di Santa Maria della Passione
Incoronazione della Vergine, (1621-1623) affresco sul catino absidale della chiesa di Santa Maria della Passione
Madonna col Bambino in gloria e i santi Antonio abate e Vittore, (1624) affresco nella basilica di San Vittore al Corpo
Altre opere del pittore si trovano tra Lodi, Como e Pontremoli, dove collaborò con il figlio Carlo Francesco Nuvolone, anch'egli importante pittore lombardo[4].
Più apprezzato dai collezionisti dell'epoca fu la sua attività con la natura morta: sua la Natura morta con una ciotola di pesche che ricorda la Canestra di frutta di Caravaggio all'Ambrosiana e temi simili di Fede Galizia. Gli viene attribuita la tela Piatto di maiolica con frutta dei primi anni del XVII secolo conservata al Museo civico Amedeo Lia a La Spezia.
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