Paolo De Poli (Altichiero - Padova, 1º agosto 1905 – Padova, 21 settembre 1996) è stato un artista italiano.
È noto per le opere in smalto a fuoco su metallo.
«Se c’è un’arte italiana dello smalto, ciò è dovuto a De Poli, alla strada che ha affrontato ed ha seguito con fedeltà all’esempio della sua tecnica ortodossa, alle sue affermazioni sicure, alla stima e all’ammirazione che si è guadagnato, e anche di ciò gli dobbiamo essere grati.»
(Giò Ponti, 1958)
Paolo De Poli nel 1967
Biografia
Dopo una formazione giovanile nelle tecniche del disegno e dello sbalzo su metallo, avvenuta alla scuola d'arte Pietro Selvatico di Padova[1], e nelle tecniche della pittura ad olio avvenuta nello studio dei pittori Trentin a Verona, inizia una carriera di pittore nel ritratto e nel paesaggio [2]. Nel 1926, con un quadro ad olio, partecipa per la prima volta alla XV Biennale di Venezia [3]. Nel corso del tempo, attraverso viaggi e visite a musei d'arte e archeologici, subisce il fascino della tradizionale e antica arte dello smalto su metallo portandola ad altissimi livelli di innovazione [4].
A partire dagli anni trenta, sperimenta dei piccoli oggetti raffinati dalle molte forme e dai brillanti colori nel campo delle arti decorative. È stato un collaboratore di Gio Ponti, nella realizzazione di mobili e pannelli decorativi (negli anni quaranta) e di oggetti di design e di scultura su temi di Animali (negli anni cinquanta) [5]. De Poli è stato il referente di molti architetti e designer in progetti di prestigio, nei quali la presenza degli smalti apporta nuovi orizzonti decorativi [6].
Oltre ad una vasta produzione di vasi, ciotole, vaschette, piatti, coppe, maniglie e targhe in rame smaltato [7], ha lavorato anche per grandi pannelli decorativi, destinati agli interni di navi e transatlantici, alberghi, università, edifici pubblici e case di collezionisti, in Italia e all'estero.
Si è anche interessato di arte sacra proponendo pale d'altare e cicli di pannelli sul tema della Via Crucis, conservati in chiese di Padova, Abano Terme e Bergamo [8]. Una continua ricerca di sperimentazione artistica, verificata in centinaia di opere diverse, dalle intense tonalità o dalle ricercate sfumature di colore, tutte disegnate, sagomate e preparate nel suo laboratorio artigiano di Padova, sono state presentate nei maggiori eventi internazionali: dalle mostre universali a Bruxelles nel 1935, a Parigi nel 1937, a New York nel 1939 e in centinaia di mostre o saloni d'arte, tenuti in vari paesi del mondo nell'ambito delle manifestazioni del gusto italiano del cosiddetto Made in Italy [9]. Ha partecipato per 14 volte alla Biennale di Venezia [10] e per 10 volte alla Triennale di Milano. Come è avvenuto per le moderne produzioni del vetro di Murano o della ceramica di Faenza, molte opere moderne in smalto su rame, sia pannelli a parete, sia oggetti di design, sono state esportate fuori d'Italia e sono oggi comprese nelle collezioni permanenti dei più importanti musei di arti decorative e di design del mondo [11].
Nel corso di sessanta anni di carriera si è sempre occupato della promozione e della tutela del patrimonio artistico e culturale [12] e dei mestieri artistici presso associazioni e commissioni di categoria, espressione dal mondo dell'artigianato [13].
Dal 1960 al 1973 ha ricoperto il ruolo di membro del consiglio di amministrazione della Triennale di Milano.
Nel 1970 è stato nominato Cavaliere del Lavoro. Un premio dedicato a Paolo De Poli, a favore di un'opera innovativa nel campo delle arti decorative e del design, viene assegnato ogni anno nell'ambito delle manifestazioni della Fiera di Padova. L'archivio personale dei disegni, dei prototipi e della corrispondenza dell'artista è conservato all'Archivio Progetti dell'Università IUAV di Venezia.
Opere
Paolo De Poli per industria Caproni, portasigarette 'senza cozzar dirocco', 1942, Genova Nervi, Museo Wolfsoniana[14][15]
Oltre a ciotole, vasi, vassoi, mobili e pannelli, Paolo De Poli ha realizzato sculture e oggetti di design come:
Podestà Rusca e Vescovo Giordano, pannelli in smalto (in collaborazione con Giò Ponti), Palazzo del Bo, Università di Padova, 1940 [19]
Tavolino, smalto e legno, (in collaborazione con Gio Ponti), Brooklyn Museum, New York, 1942ca [20]
Paolo De Poli and Gio Ponti, Tavolino, ca. 1942. New York, Brooklyn Museum[20]
Le quattro stagioni, pannelli in smalto (in collaborazione con Gio Ponti), Sala di prima classe della nave Conte Grande della Società di Navigazione Italia, 1949 [21]
Arlecchino, pannello in smalto (in collaborazione con Gio Ponti), nave Conte Biancamano della Società di Navigazione Italia, 1949 [22]
Quando, l'11 marzo 1944, la chiesa Eremitani di Padova con i suoi murali di Andrea Mantegna è stata bombardata e distrutta, Paolo De Poli ha organizzatoil recupero dei pezzi dell'affresco che 56 anni dopo verrà ricomposto.
Teresita Scalco, De Poli e la valorizzazione dell’artigianato, in Bassi-Maffioletti, 2017,pp. 234-241.
Ali Filippini, La produzione tra arti applicate e piccola industria, in Bassi-Maffioletti, 2017,pp. 216-219.
S. Barisione, M. Fochessati, G. Franzone, La collezione Wolfson di Genova, Skira, Milano, 2005, p. 123.
Catalogo XV Mostra Internazionale d'arte della Biennale di Venezia, 1926, p. 10 e 138.
Catalogo III Mostra d'Arte Triveneta a Padova, 15 settembre-15 ottobre 1932, Padova 1932, tav. 15, p. 61.
Elisabetta Modena,"Cose semplici, preziose e di colore": De Poli alla Triennale, in Bassi-Maffioletti, 2017,pp. 308-329.
Alberto Bassi e Valeria Cafà, Paolo De Poli e Gio Ponti: l’artigiano-designer e l’architetto, Pordenone, Universalia, 2019, ISBN978-88-941359-3-0.
Ilaria Morcia, Paolo De Poli. Opere per le navi. 1937-1965, in Ceramica e arti decorative del Novecento, vol. VII, 2021, p.119-127, ISBN978-88-92710-40-5. URL consultato il 29 giugno 2021.
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