Ritratto di un cavaliere di MaltaRitratto di Pietro Anderloni, da un’incisione di Ferdinand Joubert
Biografia
Nato a Sant'Eufemia, oggi quartiere di Brescia nel 1785, figlio di Giovan Battista e di Anna Maria Rocco. Allievo del fratello maggiore Faustino, Pietro Anderloni a lungo rimase indeciso tra la pittura e l'incisione. Quando infine optò per le tecniche incisorie, nel 1804 divenne allievo a Milano della scuola d'incisione di Brera diretta da Giuseppe Longhi e vi lavorò per nove anni. Nel 1831, alla morte del suo maestro, assunse la direzione della scuola.
Gli fu universalmente riconosciuta la particolare abilità nell'analizzare ogni dettaglio del modello pittorico e nel riprodurlo fedelmente. Fu particolarmente abile nella riproduzione dei dipinti di Tiziano e di Raffaello. Fu socio di diverse Accademie quali l'Accademia delle Arti del Disegno[1], fu membro corrispondente delle «Accademie di Belle Arti di Parigi e di Firenze, dell'Accademia di Scienze e Belle Arti di Amsterdam, dell'Accademia Ligure»[2] e fu presidente di quella degli incisori.
Collaborò con incisioni all'opera Vite e ritratti di cento uomini illustri insieme a Girolamo Geniani e Antonio Locatelli.[3]
Opere
Ritratto di Giuseppe Longhi
Ritratto del marchese Francesco Scipione Maffei
Madonna con Bambino ed angeli, da Tiziano
Mosè difende le figlie di Jetro, da Poussin (1818)
Cristo e l'adultera, da Tiziano (1821)
Cacciata di Eliodoro, da Raffaello (1830)
Note
ACCADEMIA AADFI, su aadfi.it. URL consultato il 27 novembre 2022.
Maria Grazia Griffini Giuseppe Baretta, Strenne dell'800 a Milano, prefazione di Dante Isella, Milano, Libri Scheiwiller, 1986, p.235.
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