Antonio Giuseppe Avanzini, detto Silvano (Viareggio, 6 giugno 1925 – Viareggio, 6 ottobre 2000), è stato un pittore, scenografo e scultore italiano. Considerato uno dei costruttori dei carri allegorici del Carnevale di Viareggio più importanti ed influenti dell’intera storia della manifestazione, detiene ancora oggi il record per il maggior numero di carri di prima categoria realizzati in tutta la sua carriera (ben 50 costruzioni, dal 1949 al 2000). Oltre alla sua carriera artistica nel mondo del Carnevale, è conosciuto a livello nazionale per aver realizzato insieme ad altri colleghi carristi (tra i quali Arnaldo Galli) le scenografie per Federico Fellini per i film Casanova e Boccaccio '70[1].
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«Certo la spettacolarità del carro è prioritaria, però io ritengo che il carro debba essere anche satirico cioè criticare con ironia i rappresentanti del potere, esprimere la rabbia della gente comune o con la satira politica o con la satira di costume[2]» |
(Silvano Avanzini) |
Silvano Avanzini nacque il 6 giugno 1925 a Viareggio e fin da piccolo dimostrò una spiccata passione per il disegno e per il Carnevale di Viareggio. All’età di sei anni disegnò sul tavolo di marmo della cucina di casa un carro di Antonio D’Arliano, (maestro indiscusso del Carnevale prima della Seconda Guerra Mondiale insieme ad Alfredo Pardini). D’Arliano ebbe una grande influenza sul giovane Silvano: lo stesso Avanzini affermò come spesso marinasse la scuola pur di andare nel capannone di lavoro del maestro per osservarlo al lavoro. Nonostante la grande passione per il Carnevale e l’essere diventato col tempo una delle colonne portanti della manifestazione viareggina però, Silvano Avanzini dichiarò più volte che non avrebbe voluto fare il carrista, ma dedicarsi all’architettura dopo aver fatto l’Istituto d’Arte “Stagio Stagi” a Pietrasanta.[1]
Gli esordi della carriera Carnevalesca di Silvano Avanzini furono contraddistinti dai consigli e dalla maestria del mago della cartapesta Antonio D’Arliano, ma ciononostante si distaccò velocemente dallo stile del suo primo mentore: se infatti D’Arliano si cimentava nell’esaltazione di un Carnevale magico e favolistico, Avanzini si esponeva con carri dalla tematica sempre più impegnata e allegorica, tanto da diventare il maggior esponente della satira politica, di cui sarà il più riuscito iniziatore e convincente interprete fino a subire parecchie bocciature di progetti e censure durante le dirette televisive della RAI per i suoi soggetti troppo pesanti.[1]
Nel 1946, nel Carnevale della rinascita post-bellica, Avanzini modellò la mascherata Il rientro degli sfollati di Carlo Francesconi. Come D’Arliano e Pardini, anche Silvano esordì nel mondo delle costruzioni allegoriche insieme a quello che diventerà il suo più grande rivale negli anni '70 e ‘80 Arnaldo Galli. I due firmano una mascherata in gruppo nel 1948 Concorso mondiale di nasi, alla quale venne assegnato l'ottavo posto ma che segnò la prima opera firmata da Silvano Avanzini. Lo stesso Avanzini affermò che in quello stesso anno modellò il carro Tempi passati di Carlo Bomberini, per indisposizione dell’autore. Il connubio Avanzini-Galli si rivelò debole fin da subito, complice la poca collaborazione tra i due e la mancata sintonia: nel 1949 e nel 1950 presentarono comunque due costruzioni, rispettivamente I peccati in festa e Preferisco la vacca che arrivarono uno terzultimo e l’altro ultimo.[1] A seguito di questo disastroso triennio i due decidono di prendere due strade diverse: Silvano entrerà in società col carpentiere Francesco Francesconi e parteciperà regolarmente al concorso già nel 1951, mentre Arnaldo Galli dovrà aspettare più di dieci anni prima di tornare nella massima serie del Carnevale di Viareggio continuando una rivalità che andò avanti fino alla fine del millennio.
Nella sua carriera in prima categoria, Silvano Avanzini può vantare 9 primi premi:
Il 1960 fu un anno di svolta nella carriera di Silvano Avanzini e nel mondo del Carnevale. L’artista viareggino presenta infatti Carnevale al vertice, primo carro di chiara satira politica a vincere il primo premio. Un gigantesco Re Carnevale in tuta operaia sventola festante il suo Trattato di pace auspicando una distensione delle ostilità tra le varie potenze mondiali, mentre una figura rappresentante la Pace galleggia pericolosamente su una zattera circondata da squali. Lo circondano i leaders delle quattro grandi potenze di allora (Eisenhower, Chruščëv, Macmillan e De Gaulle) che, a cavallo di colombe corazzate, portano in una mano un ramoscello d’ulivo (assecondando di facciata la speranza pacifista) ma nascondono dietro la schiena una bomba atomica ciascuno. Un carro che entrò di diritto nella storia della manifestazione, spianando la strada della pungente satira politica per gli anni avvenire.
La carriera artistica di Silvano Avanzini non si limitò solo alle costruzioni allegoriche carnevalesche, ma eseguì spesso dipinti, incisioni ed acqueforti di grande rilevanza (a Livorno vinse addirittura un premio di pittura assegnato da una giuria presieduta da Carlo Carrà), purtroppo però alcuni dei quali andati perduti nel tragico incendio degli hangars del Carnevale di Viareggio in via Cairoli nel 1960.[3]
La sua maestria gli permise anche di partecipare insieme ad altri colleghi alla realizzazione di immortali scenografie dei film di Federico Fellini (ad esempio la testa della polena in Casanova o la gigantesca Anita Ekberg in Boccaccio ‘70.[4]
A cavallo fra gli anni ‘60 e ‘70 si avventurò (inizialmente insieme al collega Sergio Baroni) in un’attività commerciale in via Marco Polo e aprì un negozio di prodotti per l’arte (colori, tele, ecc..) con un laboratorio di cornici sul retro. La vita di bottega, però, lo distrasse fin troppo dal Carnevale e non gli diede quelle soddisfazioni economiche che forse si immaginava. Così, all’inizio degli anni ‘70 tornò a dedicarsi soltanto alla cartapesta, iniziando così la sua riscossa.[4]
L’ultima costruzione di Silvano Avanzini sarà 2001 un secolo per la pace che sfilerà nel primo Carnevale del nuovo millennio, il 2000. Avanzini si spegnerà nella riservatezza della sua famiglia nell’ottobre dello stesso anno, lasciando l’attività al figlio Alessandro, suo collaboratore da diverso tempo.[5]
Nel 2006 fu dedicato alla sua memoria il premio speciale del Carnevale di Viareggio per l’allegoria.
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