Figlio di Sébastien Leclerc, apprese i rudimenti della pittura dal padre e proseguì i suoi studi presso la scuola di Bon Boullogne[1]. Tuttavia non adottò il modo di colorare di questa scuola, ma si mantenne sempre fedele alla maniera del padre[2]. Fu pittore del re e da questi stabilmente retribuito, professore all'Accademia reale di pittura e scultura, insegnante di disegno presso la scuola della Manifattura dei Gobelins[3] e, dal 1736, direttore[2], membro del consiglio di fabbrica della chiesa e commissario per i poveri della parrocchia di Sant'Ippolito[3]. Leclerc rappresentò principalmente soggetti di genere, mitologici, allegorici e architetture[1]. Fu suo allievo il figlio Jacques Sébastien[1].
Alcune opere
Diana e le sue ninfe catturano un satiro, olio su tela, 1770
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