Valentin Carderera (Huesca, 14 febbraio 1796 – Madrid, 25 marzo 1880) è stato un pittore spagnolo.
Studioso erudito e collezionista, fu nominato pittore onorario di corte di Spagna durante il regno di Isabella II.[1]
Frequentò l'Università Sertoriana di Huesca dove studiò filosofia poi, grazie al mecenatismo di José Rebolledo de Palafox, studiò disegno a Saragozza con Buenaventura Salesa e pittura a Madrid presso la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando dove ebbe come insegnanti Mariano Salvador Maella e José de Madrazo.[2] Nel 1822 vinse una borsa di studio per studiare a Roma messa in palio dal Duca di Villahermosa, José Antonio de Aragón Azlor.[1] Rimase in Italia fino al 1831, viaggiando molto e creando schizzi e acquerelli.
Rientrato in Spagna nel 1836, fu incaricato di fare un inventario delle opere d'arte nazionalizzate ai conventi soppressi in Castiglia.[2] Dal 1838 fu membro del Consiglio del Museo Reale di Pittura e Scultura. Fu anche membro della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, dove insegnò storia dell'arte e dal 1843 tenne una cattedra alla Real Academia de la Historia.[1] Nel 1873 aiutò a fondare il Museo de Huesca, donando dipinti della propria collezione.[2]
Le sue opere più familiari sono ritratti di spagnoli famosi nella storia, raccolti insieme in un'ampia antologia chiamata Iconografía Española (1855, ampliata nel 1864), che costituisce la sua magnum opus.[1] Per sostenere i costi di pubblicazione, dovette vendere la sua collezione di disegni e stampe alla Biblioteca nazionale di Spagna.
Come scrittore egli contribuì anche con saggi su soggetti culturali al El Artista, settimanale di pittura spagnolo, alla rivista illustrata El Museo Universal e alla pubblicazione francese Gazette des Beaux-Arts.[2] Nel 1866, diede alle stampe la prima edizione del Discursos practicables del nobilísimo arte de la pintura, scritto nel 1675 da Jusepe Martínez.
Come collezionista fu particolarmente affezionato ai disegni e alle incisioni di Francisco Goya, delle quali possedeva un'ampia collezione. Nel 1835 scrisse la prima consistente biografia di Goya, che fu pubblicata nella rivista El Artista.[1]
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