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Vincenzo Pacetti (Roma, 3 aprile 1746[1][2] – Roma, 28 luglio 1820) è stato uno scultore e restauratore italiano.

Ritratto di Vincenzo Pacetti di Anton von Maron
Ritratto di Vincenzo Pacetti di Anton von Maron

Vincenzo Pacetti fu particolarmente attivo nel collezionare, restaurare nonché completare sculture classiche come, ad esempio, il Fauno Barberini (1799, ora alla Glyptothek di Monaco di Baviera) — la sua opera più famosa — il Dioniso Hope (ora Metropolitan Museum of Art[3]) e Atena di Velletri (1797, ora al Louvre) per poi venderle una volta restaurate a ricchi collezionista. Era fratello di Camillo Pacetti e padre di Michelangelo Pacetti.


Biografia


Vincenzo Pacetti studiò alla Accademia del Nudo e in seguito nello studio dello scultore-restauratore, Pietro Pacili nel periodo 1766–1772, subentrando nello studio di Pacili alla morte del vecchio scultore.

In qualità di scultore indipendente fu ammesso alla Accademia di San Luca, presentando il suo ritratto (illustrazione) e presentando delle referenze della sua reputazione. Bartolomeo Cavaceppi, un altro importante scultore-restauratore stimò Pacetti abbastanza da fare di lui l'esecutore delle sue volontà.[4] Della suddetta Accademia fu anche principe per diversi anni.

I Barberini promisero a Pacetti di vendergli un gruppo di sculture e frammenti romani nel 1799, tra cui figurava in primo piano il Fauno Barberini. Pacetti eliminò i restauri precedenti e scolpì una nuova gamba destra in marmo, ma i membri della famiglia Barberini ritirarono la loro offerta di vendita e Pacetti fu rimborsato con la somma di 2000 zecchini[5].

In qualità di scultore-restauratore favorito del principe Marcantonio Borghese, produsse anche diversi rilievi e stucchi di tema mitologico per la Sala degli Imperatori (tra cui i più notevoli sono "la capra Amanthea" e "Perseo che libera Andromeda") e per la stanza che ospitava le opere di Bernini Enea, Anchise e Ascanio e Apollo e Dafne, entrambi alla Galleria Borghese [6]. Altre sue opere sono in San Salvatore in Lauro, Santo Spirito in Sassia, Santi Michele e Magno, e a Palazzo Carpegna, l'attuale sede dell'Accademia di San Luca.

Negli ultimi periodi della sua carriera il suo più importante patrono fu Luciano Bonaparte, al quale fornì calchi in gesso di famose sculture antiche per la sua villa a Canino.[7]

Morì a Roma. Il suo diario, che copre gli anni 1773-1803,[8] e la sua corrispondenza sono importanti fonti primarie per conoscere il mercato dell'arte romano del suo tempo[9].


Approfondimenti



Note


  1. Pacetti in qualità di scultore è discusso in Hugh Honour, "Vincenzo Pacetti", Connoisseur, 46 (1960:174ff, e come restauratore da Nancy H. Ramage, "Restorer and Collector: Notes on Eighteenth-Century Recreations of Roman Statues", Memoirs of the American Academy in Rome. Supplementary Volume 1, The Ancient Art of Emulation: Studies in Artistic Originality and Tradition from the Present to Classical Antiquity (2002:61-77).
  2. Vincenzo Pacetti scultore e restauratore
  3. Vincenzo Pacetti. The Hope Dionysos (1990.247) | Heilbrunn Timeline of Art History | The Metropolitan Museum of Art
  4. Ramage 2002:68.
  5. Ramage, in relazione a questo fatto osserva che il Perseo di Antonio Canova Perseus, eseguito nello stesso periodo costò 3000 zecchini, solo 1000 in più.
  6. La genesi di quest'ultima stanza per quel che riguarda il rifacimento dell'architetto Antonio Asprucci (1723-1808) e il ruolo di Pacetti, sono stati discussi in dettaglio da Alvar González-Palacios, "The Stanza di Apollo e Dafne in the Villa Borghese", The Burlington Magazine 137 No. 1109 (agosto 1995:529-549); la maggior parte delle integrazioni alla sculture antiche nella collezione Borghese effettuate da Pacetti sono state rimosse al Louvre, e Nancy Ramage (2002:70) nota che la Glyptothek di Monaco ha rimosso dal Fauno Barberini la gamba e il braccio sinistro di Pacetti.
  7. Ramage 2003:70f and notes, 74.
  8. In Biblioteca Alessandrina, Roma, MS 321.
  9. Hugh Honour, "The Rome of Vincenzo Pacetti: leaves from a sculptor's diary", Apollo 78 (1963:368ff).; Nancy H. Ramage, "The Pacetti papers and the restoration of ancient sculpture in the 18th century", Von der Schönheit, no. 5 (79-83).

Bibliografia



Altri progetti


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[de] Vincenzo Pacetti

Vincenzo Pacetti (* 3. April 1746 in Rom; † 28. Juli 1820 ebenda) war ein italienischer Bildhauer und Restaurator.

[en] Vincenzo Pacetti

Vincenzo Pacetti (1746–1820) was an Italian sculptor and restorer[1] from Castel Bolognese, particularly active in collecting and freely restoring and completing classical sculptures such as the Barberini Faun (1799 – now in the Glyptothek, Munich)— his most famous work— the Hope Dionysus (now in the Metropolitan Museum of Art[2]) and the Athena of Velletri (1797 – now in the Louvre) and selling them on to rich collectors as finished artefacts. He was the brother of Camillo Pacetti.
- [it] Vincenzo Pacetti

[ru] Пачетти, Винченцо

Винченцо Пачетти (итал. Vincenzo Pacetti, 3 апреля 1746, Рим — 28 июля 1820, Рим) — итальянский скульптор и реставратор произведений античной скульптуры.



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