Il dipinto a olio su tela (24x20cm) di Annibale Carracci è datato 1593, come recita la scritta in alto a sinistra, ed è conservato presso la Galleria nazionale di Parma.
Autoritratto | |
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Autore | Annibale Carracci |
Data | 1593 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 24×20 cm |
Ubicazione | Galleria nazionale, Parma |
Stando alla data riportata sul quadretto, Annibale dovrebbe avere, in questa data trentatré anni. In questo periodo si collocano gli anni di massima fama dell'autore: aveva appena concluso assieme al cugino Ludovico le Storie di Romolo e Remo in Palazzo Magnani a Bologna. Dopo qualche anno, nel 1595, si sarebbe trasferito definitivamente a Roma. Non si conosce l'occasione per il quale è stato dipinto il quadro, se Annibale lo dipinse per sé o per una persona cara.
Il quadretto entrò in Galleria nazionale di Parma a seguito dell'acquisto di Margherita Dall'Aglio, vedova Bodoni, avvenuto nel Dicembre del 1841[1]. La scoperta della scritta recante la data di realizzazione si deve a Quintavalle, il quale vi legge "4 di Aprile 1593". Con il passare del tempo, si impone la rettifica riportata nella monografia dello studioso Posner[2], che legge invece "17 di Aprile 1593". Il dipinto è sempre stato inteso come Autoritratto dell'artista, sulla base di una tradizione orale che è diventata poi tradizione visiva. Come riporta la studiosa Anna Ottavi Cavina, infatti, siamo in possesso di un buon numero di stampe e disegni Secenteschi che si rifanno a tale tradizione[3].
Annibale Carraci si ritrae a mezzo busto, ravvicinato, con un cappello di feltro a tese larghe ed avvolto in un tabarro. La composizione particolarmente essenziale e il taglio fortemente ravvicinato concentrano tutta l'attenzione sul volto: i capelli corti, lo sguardo intenso e profondo e l'espressione ferma e sicura dell'uomo emergono dal fondo neutro con grande intensità. Spesso gli studiosi hanno confrontato questo Autoritratto con quello del fratello Agostino, conservato presso gli Uffizi[4] e hanno sottolineato come ne emerga il differente carattere dei due personaggi[5]: il primo sprezzante di ogni decoro esteriore, tanto da andare in giro ... poco pulito ... il mantello mal rassettato[6] e il secondo, Agostino, l'intellettuale dai tratti forbiti, musicista e poeta.
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