Lo scalone monumentale che porta alla Galleria nazionale di Parma
Storia
Galleria Nazionale di Parma Sala del '600 e '700
La collezione parmense venne iniziata nel Rinascimento ad opera della famiglia Farnese (papa Paolo III e il cardinale Alessandro); nel 1734 Carlo di Borbone fece trasferire a Napoli la ricca collezione.
Prima del trasferimento a Napoli, la collezione era suddivisa tra Palazzo Farnese a Roma, Villa Farnese di Caprarola e Palazzo del Giardino di Parma.
Elisabetta Farnese riuscì a far assegnare il ducato di Parma al figlio Filippo che, conscio dell'importanza dell'arte per il prestigio del Casato, proibì l'alienazione della Madonna di San Gerolamo del Correggio.
Filippo fece aprire anche un'accademia di belle arti nel 1752 e istituì una quadreria con relativa borsa di studio per l'istruzione di giovani artisti.
I duchi compiono scavi nel Ducato e arricchiscono la collezione di arte greco-romana.
Nel 1760 con doni, acquisizioni, opere degli accademici e restituzioni da Napoli e Caserta, iniziò a formarsi la galleria a Parma.
Il figlio Ferdinando nel 1787 acquista la collezione di un nobile composta da quadri gotico toscani.
Durante il periodo in cui Parma fu governata dai francesi (1803-1814) le opere vennero trasportate a Parigi come oggetto delle spoliazioni napoleoniche. Esse saranno restituite solo parzialmente nel 1816. Nello stesso anno il governo passò alla Duchessa Maria Luigia che fece riordinare le collezioni nel Palazzo della Pilotta e fece costruire il salone che porta il suo nome.
La Rocchetta viene destinata ai dipinti del Correggio nel 1825. Nella prima metà dell'Ottocento Maria Luigia acquista molte raccolte nobiliari affinché non si disperdano.
Nel 1900 la collezione viene riordinata dai Quintavalle che separano i dipinti per scuole di provenienza e per cronologia. Negli anni settanta è incominciata la ristrutturazione del Teatro Farnese, costruito nel 1618 dall'Aleotti per Ranuccio I Farnese e parzialmente distrutto durante la seconda guerra mondiale.
Sala dell'Ottocento in un vecchio allestimento
La collezione
Dal XII al XIV secolo
Capitello di Benedetto Antelami, marmo bianco, documentato a Parma nel 1178. Rappresenta Dio che conduce Adamo ed Eva nel paradiso Terrestre; Tentazione di Eva; il peccato originale; I progenitori presi da vergogna per la propria nudità
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