La Galleria nazionale di Parma si trova in piazza della Pilotta 6 a Parma, all'interno del palazzo della Pilotta. Il museo espone, tra le altre, opere di Beato Angelico, Canaletto, Correggio, Guercino, Leonardo da Vinci, Parmigianino, Sebastiano del Piombo e Tintoretto.
Galleria nazionale di Parma | |
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Ingresso | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | palazzo della Pilotta |
Indirizzo | Piazzale della Pilotta, 15 - 43121 Parma (PR) |
Coordinate | 44°48′17″N 10°19′33.1″E |
Caratteristiche | |
Tipo | pittura, scultura e archeologia |
Istituzione | 1760 |
Fondatori | Filippo I di Parma |
Apertura | 1760 |
Visitatori | 135 398 (2018) |
Sito web | |
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La collezione parmense venne iniziata nel Rinascimento ad opera della famiglia Farnese (papa Paolo III e il cardinale Alessandro); nel 1734 Carlo di Borbone fece trasferire a Napoli la ricca collezione.
Prima del trasferimento a Napoli, la collezione era suddivisa tra Palazzo Farnese a Roma, Villa Farnese di Caprarola e Palazzo del Giardino di Parma.
Elisabetta Farnese riuscì a far assegnare il ducato di Parma al figlio Filippo che, conscio dell'importanza dell'arte per il prestigio del Casato, proibì l'alienazione della Madonna di San Gerolamo del Correggio.
Filippo fece aprire anche un'accademia di belle arti nel 1752 e istituì una quadreria con relativa borsa di studio per l'istruzione di giovani artisti.
I duchi compiono scavi nel Ducato e arricchiscono la collezione di arte greco-romana.
Nel 1760 con doni, acquisizioni, opere degli accademici e restituzioni da Napoli e Caserta, iniziò a formarsi la galleria a Parma.
Il figlio Ferdinando nel 1787 acquista la collezione di un nobile composta da quadri gotico toscani.
Durante il periodo in cui Parma fu governata dai francesi (1803-1814) le opere vennero trasportate a Parigi come oggetto delle spoliazioni napoleoniche. Esse saranno restituite solo parzialmente nel 1816. Nello stesso anno il governo passò alla Duchessa Maria Luigia che fece riordinare le collezioni nel Palazzo della Pilotta e fece costruire il salone che porta il suo nome.
La Rocchetta viene destinata ai dipinti del Correggio nel 1825. Nella prima metà dell'Ottocento Maria Luigia acquista molte raccolte nobiliari affinché non si disperdano.
Nel 1900 la collezione viene riordinata dai Quintavalle che separano i dipinti per scuole di provenienza e per cronologia. Negli anni settanta è incominciata la ristrutturazione del Teatro Farnese, costruito nel 1618 dall'Aleotti per Ranuccio I Farnese e parzialmente distrutto durante la seconda guerra mondiale.
La collezione comprende diverse sculture, come i capitelli di Benedetto Antelami, vari dipinti di Agnolo Gaddi, Niccolò di Pietro Gerini, Gherardo Starnina, Paolo Veneziano, Giovanni di Paolo, e opere in stile bizantino di vari autori emiliani.
Particolare rilevanza, nelle sale della Rocchetta, hanno le opere di Correggio. Fra i dipinti di artisti rinascimentali sono presenti anche la Schiava turca di Parmigianino (presente anche con altre opere), la Scapigliata di Leonardo da Vinci, l'Assunzione della Vergine della bottega di Sandro Botticelli e quadri di Giorgio Gandini del Grano, Filippo Mazzola, Dosso Dossi, Giulio Cesare Amidano, Cima da Conegliano e Cristoforo Caselli.
Sono presenti anche diversi dipinti del '600 di autori come Carlo Francesco Nuvolone e Anton Van Dyck.
Questo periodo storico comprende quadri di pittori veneti come: Tiepolo, Pittoni[1], Canaletto, Bellotto, pittori francesi come Jean-Marc Nattier e Laurent Pêcheux, la scuola napoletana.
I pittori parmensi come Giovan Battista Borghesi, Pietro Melchiorre Ferrari e diversi dipinti del pittore Piacentino Felice Boselli.
Troviamo in questa sala la scultura di Antonio Canova Ritratto di Maria Luigia d’Asburgo in veste di Concordia 1811-14.
Una sala è interamente dedicata al pittore parmigiano Amedeo Bocchi, a Guttuso ed altri artisti minori.
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 152851742 · ISNI (EN) 0000 0001 2359 0566 · ULAN (EN) 500310843 · LCCN (EN) n83134601 · GND (DE) 815221-4 · BNF (FR) cb13491541b (data) · J9U (EN, HE) 987007349998705171 · CONOR.SI (SL) 331672163 · WorldCat Identities (EN) lccn-n83134601 |
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