È l'ultima delle sue tre rappresentazioni del personaggio mitologico[1], prima di Circe offre la coppa a Ulisse (1891)[2] e Circe Invidiosa (1892)[3]. La sua esatta ubicazione non è nota in quanto parte di una collezione privata.
Descrizione e analisi
Prima versione del dipinto (61×51 cm, collezione privata).
Esistono due versioni del dipinto, entrambe parte di collezioni private[4]. Nei primi due quadri Circe è stata ritratta con i capelli castano scuro, mentre qui sono diventati rossi[5].
La potente dea (figlia del titano del sole Elio e della ninfa oceanina Perseide) è ritratta nella sua lussuosa dimora sull'isola di Eea, nel mezzo di un prato circondato da una fitta foresta dove gli animali selvatici sono completamente assoggetti alla magia di lei.
A differenza dei due dipinti precedenti, in cui Circe è raffigurata come una donna autorevole, qui viene messa in rilievo la sua componente umana. La dea siede con un'espressione calma e pensierosa, sul tavolo ci sono un libro di incantesimi e una bottiglia di pozione magica (che ne sottolinea l'intelligenza e l'astuzia divina); accanto al tavolo c'è una coppa di vino, forse a suggerire i suoi sentimenti e le sue ambizioni umane. È improbabile che Circe lanci accidentalmente qualsiasi oggetto: forse la coppa è stata lanciata di proposito, lasciando irrisolto questo fatto[4].
Note
(EN) Circe II, su john-william-waterhouse.com. URL consultato il 21 novembre 2021.
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