Attingendo alla mitologia, Ercole viene rappresentato durante il suo incontro coi minuscoli "pigmei", un episodio che ispirò poi Jonathan Swift per l'incontro di Gulliver con i lillipuziani.
L'eroe è raffigurato seminudo, coperto solo dalla leonté (pelle del Leone di Nemea)[1][2], mentre disteso, in posizione eroica che ricorda quella delle divinità fluviali, si risveglia accerchiato dagli omuncoli, che sono vestiti come dei lanzichenecchi. La scena è ambientata in un idilliaco paesaggio, con un contrasto tra il ciglio ombroso di un bosco e un'ariosa apertura paesistica sulla destra, espediente tipico dei pittori del nord-Italia della prima metà del secolo, in particolare i veneti e, appunto, i ferraresi.
L'opera è imbevuta di quei valori di evocazione fantastica, mitologica o letteraria, che erano propri della corte estense a Ferrara, per i quali Dosso fu il grande specialista. Questa tela in particolare contiene probabilmente anche riferimenti politici, simboleggiando Ercole II d'Este[3] e la sua ascesa politica baciata dal successo.
Note
Leonté, su Vocabolario - Campania.BeniCulturali.it, Regione Campania. URL consultato il 29 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2015).
HERCLE (Hercle, Herxle, Ercle), in Enciclopedia dell'Arte Antica, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960. URL consultato il 29 maggio 2015.
(EN) Ercole II. d'Este as Hercules, su museum-joanneum.at, Alte Galerie Museum Joanneum. URL consultato il 12 ottobre 2019.
Bibliografia
Francesca Pellegrino, Episodi e personaggi della letteratura, Milano, Electa, 2003, ISBN88-370-2044-9.
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