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Il Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi (detto anche solamente Guidoriccio da Fogliano) è un grande affresco (968x340 cm) collocato nella Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena. È attribuito per tradizione a Simone Martini, che l'avrebbe dipinto nel 1330, ma una lunga controversia, iniziatasi nel 1977, e il recente ritrovamento di disegni preparatori farebbero pensare a un rifacimento del Quattrocento.

Disambiguazione – Se stai cercando l'assedio senese di Montemassi del 1328, vedi Assedio di Montemassi.
Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi
AutoreSimone Martini
Data1330
Tecnicaaffresco
Dimensioni340×968 cm
UbicazionePalazzo Pubblico di Siena, Siena

Descrizione


La parete della Sala del Mappamondo che contiene l'opera
La parete della Sala del Mappamondo che contiene l'opera

L'opera mostra il comandante delle truppe senesi, Guido Ricci o Guidoriccio da Fogliano di Reggio Emilia, a cavallo, di profilo, mentre va all'assalto del Castello di Montemassi in Maremma, nel 1328. Sullo sfondo, un paesaggio piuttosto realistico con montagne, un accampamento e le località teatro dei fatti.

Il dipinto mostra segni di ripetuti interventi, ridipinture e rifacimenti, messi ancor più in evidenza dal restauro conservativo effettuato da Giuseppe Gavazzi nel 1980.

In basso, all'interno di una cornice decorativa dipinta, si legge A(N)NO D(OMI)NI M.CCC.XXVIII.


La controversia sull'attribuzione


L'affresco riscoperto, secondo alcuni il vero Guidoriccio di Simone Martini
L'affresco riscoperto, secondo alcuni il vero Guidoriccio di Simone Martini

L'attribuzione a Simone Martini parrebbe suffragata da un documento del 1330, in cui si dà mandato al maestro Simone di dipingere per sedici fiorini i castelli di Montemassi e Sassoforte appena acquisiti dalla Repubblica Senese; l'anno dopo egli riceverà otto fiorini d'oro per dipingere Arcidosso e Castel del Piano. Il documento cita il castello di Montemassi, ma non parla di un ritratto equestre di Guidoriccio.

Considerazioni stilistiche, araldiche, storiche e di altro genere avevano portato già nel 1977 Gordon Moran a dubitare dell'attribuzione al Martini, e a pensare invece a un dipinto commemorativo quattrocentesco. L'ipotesi non convinse gli studiosi italiani.

Solo nel 1980, dopo restauri eseguiti sulla parete in cui si trovava il famoso Mappamondo che dà il nome alla sala, venne alla luce, sotto il Guidoriccio, un altro affresco, e la controversia s'infiammò, coinvolgendo critici, storici, tecnici ed esperti di ogni materia.

L'affresco sottostante si è rivelato di straordinaria qualità e, per chi nega l'autenticità del Guidoriccio, proprio questo sarebbe la vera opera di Simone, che del resto è certo abbia realizzato altri lavori nella sala, oltre ovviamente alla Maestà. Se poi la scena ora riscoperta raffiguri la conquista di Montemassi o un'altra vittoria senese è motivo di dubbi anche per chi sostiene la paternità del Martini. I contrari concludono, per lo più, con l'attribuirlo a Duccio di Boninsegna, e individuano in vario modo l'episodio raffigurato, ovviamente escludendo l'assedio di Montemassi, avvenuto quando Duccio era morto da un decennio. Quest'attribuzione è però fermamente negata dai sostenitori di Simone, anche per l'incompatibilità stilistica, che essi ravvisano, tra questo affresco e l'opera di Duccio: in particolare per la modernità della scena, non compatibile con il suo stile bizantineggiante. La totale perdita (o inesistenza) di affreschi di Duccio e di suoi dipinti di soggetto laico rende l'attribuzione ancor più difficile.

In ogni caso, questa scoperta ha messo viepiù in dubbio l'autenticità e la paternità del dipinto tradizionale, creando più alternative di attribuzione. Un'ipotesi di matrice anglosassone, con Michael Mallory e il Moran in testa, basata sulla rilevazione di asserite incongruenze presenti nel Guidoriccio, conclude trattarsi di un pastiche del XVIII o XIX secolo; un'altra lo ritiene opera (modesta) di un ignoto pittore senese di fine Trecento o inizio Quattrocento (Zeri). Altri autorevoli studiosi (come Bellosi e De Castris) continuano a sostenere l'attribuzione a Simone Martini.


I principali punti della polemica



Aspetti tecnici


Aspetti storici


Aspetti stilistici


Aspetti araldici



La scoperta dei disegni preparatori


Un'importante scoperta è stata effettuata nel 2010. Un antiquario palermitano è entrato in possesso di cinque pergamene, nascoste nella copertina di un libro, raffiguranti bozzetti del Guidoriccio. Le pergamene sono firmate da Francesco e Domenico d'Andrea e risalirebbero al 1442 circa.

Per la tecnica grafica e alcuni dettagli si ritiene trattarsi di disegni preparatori a un affresco ex novo, il che sembra avvalorare l'ipotesi Moran-Mallory.

A seguito di recenti ricerche, è stato ipotizzato che il condottiero solitario sia il console romano Attilio Regolo, inserito nel contesto spaziale della battaglia di Adys, che vide le forze romane prevalere sui cartaginesi (ipotesi Farmeschi).


Note


  1. Relazione tecnica del restauratore Gavazzi.
  2. Parronchi, in "La Nazione", 6 aprile 1985.
  3. R. Pisani, 1984.
  4. F. Zeri, in "Reporter, 2 marzo 1985, p.26.

Bibliografia



Collegamenti esterni



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[en] Guidoriccio da Fogliano at the Siege of Montemassi

Guidoriccio da Fogliano at the Siege of Montemassi (Italian: Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Monte Massi) is a fresco on the western wall of the Sala del Mappamondo in the Palazzo Pubblico in Siena. It shows Guidoriccio da Fogliano, the commander of the Sienese troops, on horseback against the background of a landscape in which the siege of Montemassi takes place..
- [it] Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi



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