La Pietà Martinengo o Pietà Donà dalle Rose è un dipinto olio su tavola (65x90 cm) di Giovanni Bellini, databile al 1505 circa e conservata nelle Gallerie dell'Accademia a Venezia. L'opera è firmata sulla roccia a sinistra della Vergine.
Pietà Martinengo | |
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Autore | Giovanni Bellini |
Data | 1505 circa |
Tecnica | olio su tavola |
Dimensioni | 65×90 cm |
Ubicazione | Gallerie dell'Accademia, Venezia |
L'opera, già nelle collezioni della famiglia Martinengo e poi in quelle dei Donà delle Rose, fa parte della fase ultima della produzione del pittore, quando già ultrasettantenne aggiornò il proprio stile alle novità di Giorgione e Tiziano. Questa Pietà in particolare, tra le ultime di un tema che attraversò la sua intera attività, viene di solito datata entro la metà del primo decennio del Cinquecento, vicina a opere quali la Pala di San Zaccaria.
In primo piano si svolge con intensa drammaticità il compianto di Maria sul corpo del figlio morto, che essa tiene sulle ginocchia mentre sta seduta su un piccolo promontorio roccioso. Ispirandosi probabilmente ai gruppi delle Vesperbild di area germanica, Bellini dipinse Maria incurvata sul corpo del figlio, il cui peso sembra piegarla di fatica e dolore e nonostante i suoi sforzi sembri sfuggirle. Il volto coi segni della vecchiaia appare consumato e sfinito dalla sofferenza. Le mani contorte e il panneggio dai contorni taglienti rimandano alla lezione di Albrecht Dürer, proprio in quegli anni di passaggio a Venezia.
Oltre un prato simbolico che isola le figure principali (riferimento all'hortus conclusus), trattato con lenticolare precisione fitologica, si apre un vasto paesaggio, inondato di luce dorata, che pare fondersi con le figure in primo piano, senza però ancora riuscirvi pienamente come nelle opere successive. Vi si riconoscono, oltre una landa desolata con il fico simbolico, una serie di edifici vicentini (il duomo, la Torre, la Basilica palladiana), oltre al campanile di Sant'Apollinare a Ravenna e il ponte sul Natisone a Cividale.
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