Quattro evengalisti sono l'insieme di quattro dipinti posti sulla controfacciata della chiesa di Santo Spirito di Bergamo realizzati dal clusonese Antonio Cifrondi intitolati: San Giovanni Evangelista scrivente, San Luca dipinge la Madonna, San Marco ispirato e San Matteo e l'angelo e realizzati in un periodo che va dal 1701 al 1705 e aventi le medesime dimensioni.[1]
Quattro evangelisti | |
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Autore | Antonio Cifrondi |
Data | 1701-1705 |
Tecnica | tempera su tela |
Dimensioni | 257×159 cm |
Ubicazione | Chiesa di Santo Spirito, Bergamo |
Le quattro tele sono un ciclo pittorico che l'artista clusonese ha realizzato tra il 1701 e il 1705 durante il periodo in cui era ospite presso il monastero, a causa della sua necessità di spostarsi dalla località nativa, per poter realizzare le molte commissioni che aveva ricevuto per le chiese della città orobica,[1] nonché le numerose commissioni dei canonici lateranensi. L'artista aveva realizzato molte opere per i canonici, forse una cinquantina, ma nella chiesa e nei locali della sacrestia se ne conservano solo diciassette.[2]
Le quattro tele, dipinte a olio su tela, raffigurano i quattro evangelisti a figura intera, e sono collocate sulla controfacciata dell'unica navata della chiesa; si presentano nelle identiche misure (257x159). Le opere sono di grande suggestione con i chiaroscuri, e con l'intensità delle espressioni dei soggetti che pare si ripetano ma che sono la caratteristica del clusonese. L'artista ha realizzato le quattro tele, con una gamma cromatica limitata e con esecuzione rapida. Il Cifrondi non preparava mai i suoi lavori, ma abbozzata i disegni direttamente sulla tela che poi dipingeva velocemente. I quadri sono firmati e datati. Probabilmente non fu questa la loro collocazione primaria, anche se non si conosce dove fossero posti.[1] La chiesa conservava anche le tele raffiguranti i dottori della chiesa, opere poi andate perdute.[3]
Il santo Giovanni è raffigurato seduto nell'atto di scrivere probabilmente le scritture con una penna d'oca. Indossa abiti dai colori cangianti colto ampi e pare protetto dalla eli dell'acqua che è posta alle sue spalle. Una luce penetra dalle nubi che sono poste nella parte alta a illuminare lo scritto. Una tavola lignea completamente scritta è posta sulla parte frontale. Il santo, raffigurato in età adolescenziale, ha un'espressione concentrata ma serena mentre scrive con rapida foga, come se le parole potessero perdersi, tanto che i fogli sulla tavola si presentano sparsi perché lo scrivano non ha il tempo neppure di riordinare il suo scritto.[4]
San Luca è raffigurato di spalle nell'atto di dipingere sulla tela posta su di un cavalletto l'immagine della Madonna con il Bambino. Il santo non inventa l'immagine ma la ricopia dall'apparizione che si è presentata davanti a lui. Il santo è considerato il ritrattista della Vergine.[5]. Ai piedi del santo il bue accovacciato tranquillamente. L'animale è il suo attributo. San Luca è scalzo, indossa abiti importanti e un mantello lo avvolge. Il Cifrondi lo raffigura dalla testa calva, questo, come i piedi scalzi sono elementi della tradizione pittorica lombarda.[6]
San Marco è dipinto illuminato da un sottile luce che scendendo dall'alto porta un pulviscolo dorato. Il santo è in contemplazione, pare ascoltare la voce divina. Ha un'espressione estatica ed è posto in ombra mentre risulta illuminata la pergamena che tiene e che srotola. Indica un brano del testo scritto quale a chiederne divina conferma. In penombra restano la colonna e il leone posto ai suoi piedi. L'evangelista Marco è raffigurato come un eroe della fede.[7]
San Matteo evangelista è raffigurato seduto con la tavola delle scritture ed è illuminato da un'intesa luce che gli illumina il volto e la lunga barba bianca. Accanto a lui il giovane angelo che pare consigliarlo. Tra i due vi è un'intensità di dialogo che nasce sia dallo sguardo che dal movimento delle mani. Il tavolo è pieno di carte, vi è anche la penna d'oca e una clessidra rossa, il tempo che passa.[8]
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