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La Tempesta è un dipinto a tempera a uovo e olio di noce (83x73 cm) di Giorgione, databile intorno al 1502-1503 e comunque anteriore al 1505, conservato nelle Gallerie dell'Accademia a Venezia. Celeberrimo capolavoro, si tratta di un appassionato omaggio alla magia della natura, oggetto di innumerevoli, e ancora non definitive, ipotesi interpretative e letture[1].

Tempesta
AutoreGiorgione
Data1502-1503 circa
Tecnicaolio su tela
Dimensioni83×73 cm
UbicazioneGallerie dell'Accademia, Venezia
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Il rilievo dell'Amadeo alla Cappella Colleoni
Il rilievo dell'Amadeo alla Cappella Colleoni

Storia


L'opera è citata nel 1530 da Marcantonio Michiel, che parlò di un "paesetto in tela con la tempesta con la cingana e il soldato, fu de man de Zorzi de Castelfranco" nell'abitazione di Gabriele Vendramin, che probabilmente ne era stato il committente[2]. Si tratta di un semplice appunto che Michiel avrebbe poi voluto sviluppare in un trattato, sulle Vite de' pittori e scultori moderni, prima di essere preceduto dal Vasari[3].

Alla morte del Vendramin, il suo testamento (aggiunta del 15 marzo 1522) chiarisce in quanto conto egli tenesse la raccolta privata di dipinti del suo camerino: "molte picture a ogio et a guazo in tavole et tele, tute de man de excelentissimi homeni, da pretio et da farne gran conto". Si raccomandò quindi agli eredi di non alienare né smembrare per alcuna ragione la raccolta[4].

Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1932 il Comune di Venezia lo acquisì dal principe Giovannelli. A partire dal XIX secolo l'opera è divenuta oggetto di innumerevoli tentativi di interpretazione, dispute tra gli studiosi e saggi critici[4].

Sebbene non vi siano dubbi sull'autografia, che ne fa uno dei pochi capisaldi nel catalogo giorgionesco, la datazione subisce varie oscillazioni da studioso a studioso, contenute comunque nell'arco che va dal 1500 al 1510, anno della morte dell'artista.


Descrizione e stile


L'opera è stata definita come il primo paesaggio della storia dell'arte occidentale[5], anche se tale affermazione non tiene conto di disegni (come il Paesaggio con fiume di Leonardo, 1473) o acquerelli (come quelli di Dürer, databili fin dagli anni novanta del Quattrocento). Non è nemmeno detto che il paesaggio sia realmente il soggetto del dipinto, poiché vi compaiono tre figure in primo piano, che probabilmente alludono ad un significato allegorico o filosofico che è il reale soggetto della tela e che non è ancora stato convincentemente spiegato dagli studiosi. Il dipinto potrebbe racchiudere delle immagini "senza soggetto", nate dalla fantasia dell'autore senza suggerimenti esterni, quali espressioni dello stato d'animo[4].

In primo piano, sulla destra, una donna seminuda che allatta un bambino (la "cingana" o "zingana" cioè la gitana o zingara), mentre a sinistra un uomo in piedi li guarda, appoggiato a un'asta (il "soldato"); tra le due figure sono rappresentate alcune rovine. I personaggi sono assorti, non c'è dialogo fra loro, sono divisi da un ruscelletto.

Sullo sfondo, invece, si nota un fiume che costeggia una città passando sotto un ponte, che sta per essere investito da un temporale: un fulmine, infatti, balena da una delle dense nubi che occupano il cielo.

Da un punto di vista stilistico, in quest'opera Giorgione rinunciò alla minuzia descrittiva dei primi dipinti (come la Prova di Mosè e il Giudizio di Salomone agli Uffizi), per arrivare a un impasto cromatico più ricco e sfumato, memore della prospettiva aerea leonardiana (verosimilmente mutuata dalle opere dei leonardeschi a Venezia), ma anche delle suggestioni nordiche, della scuola danubiana[1]. La straordinaria tessitura luminosa è leggibile, ad esempio, nella paziente tessitura del fogliame degli alberi e del loro contrasto con lo sfondo scuro delle nubi[1].

Giulio Carlo Argan evidenzia l'aspetto filosofico sotteso a quest'opera e scrive: "Appunto questa relazione profonda, vitale, irrazionale tra natura e humanitas costituisce la poesia di Giorgione: una poesia che ha anch'essa la sua determinazione storica nel panteismo naturalistico di Lucrezio".[6]


Ipotesi interpretative


Numerose sono le ipotesi sul significato dell'opera: da episodi biblici, come il ritrovamento di Mosè, a mitologici, Giove ed Io, ad allegorici, Fortuna, Fortezza e Carità[7].

Le possibili interpretazioni sono molte, ma nessuna di queste al momento sembra abbastanza soddisfacente[8]. Ad esempio le interpretazioni basate sulla dualità (uomo-donna, città-ambiente naturale) hanno perso consistenza da quando è stato appurato radiograficamente che al posto dell'uomo era raffigurata una donna nuda[9].

Per esempio si riportano alcune letture differenti date da studiosi del XX secolo su quest'opera:

Al di là di qualsiasi lettura iconografica resta però lo straordinario senso per la natura, che forse mai prima aveva trovato un così esplicito ruolo da protagonista[1].


Omaggi



Note


  1. Zuffi, cit., p. 206.
  2. Fregolent, cit., pp. 70-71.
  3. Schlosser Magnino, La letteratura artistica, p. 215
  4. De Vecchi-Cerchiari, cit., p. 176.
  5. Giorgione "La tempesta", in Il portale di RAI Cultura dedicato all'arte e al design. URL consultato il 21 giugno 2017.
  6. Storia dell'arte italiana, ed. Sansoni, Firenze, 1979, vol. 3, p. 114.
  7. Mauro Lucco. Giorgione. Milano. 1995
  8. Aikema, B., Giorgione. La Tempesta, 2003. URL consultato il 21 giugno 2017.
  9. La Tempesta del Giorgione, su cultor.org. URL consultato il 20 giugno 2017.
  10. Recensione di Roberto Borgia, 2014, al volume "Nel segno della Sibilla Tiburtina" di Erminio Morenghi, su academia.edu. URL consultato il 19 settembre 2016.
  11. Tivoli - "La Tempesta" di Giorgione (prima parte), su tibursuperbum.it. URL consultato il 19 settembre 2016.
  12. LA TEMPESTA DI GIORGIONE E PADOVA Indizi e suggestioni di una tesi (PDF), su villaggioglobaleinternational.it.
  13. (FR) Enrico Guidoni, Architecture primitive, Parigi, Gallimard, 1995.
  14. Gli Stradioti: mercenari al servizio della Serenissima, su academia.edu. URL consultato il 19 settembre 2016.
  15. Un angelo in mezzo alla Tempesta, su Il Sole 24 ORE. URL consultato il 28 aprile 2021.

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


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На других языках


[de] Das Gewitter (Gemälde)

Das Gewitter (italienisch La tempesta) ist ein Gemälde des venezianischen Malers Giorgione. Es wurde 1508 fertiggestellt und befindet sich in der Accademia in Venedig.

[en] The Tempest (Giorgione)

The Tempest (Italian La Tempesta) is a Renaissance painting by the Italian master Giorgione dated between 1506 and 1508. Originally commissioned by the Venetian noble Gabriele Vendramin, the painting is now in the Gallerie dell'Accademia of Venice, Italy. Despite considerable discussion by art historians, the meaning of the scene remains elusive.

[es] La tempestad (Giorgione)

La tempestad (en italiano La tempesta) es una famosa pintura renacentista, obra del pintor italiano Giorgione pintada hacia 1508.

[fr] La Tempête (Giorgione)

La Tempête (italien : La Tempesta) est un tableau de Giorgione daté entre 1506 et 1508.
- [it] Tempesta (Giorgione)

[ru] Буря (картина Джорджоне)

«Буря» (итал. La Tempesta) — одна из известнейших картин венецианского художника Джорджоне да Кастельфранко. Другое название «Гроза». Картина относится к жанру «философского пейзажа», распространённого в ранней венецианской школе живописи. В настоящее время картина Джорджоне хранится в Галерее Академии в Венеции.



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