Il Trittico della martire crocifissa è un dipinto a olio su tavola (104x119 cm) di Hieronymus Bosch, databile al 1497 circa e conservato alle Gallerie dell'Accademia a Venezia. L'opera è firmata nello scomparto centrale in basso a sinistra "Jheronimus Bosch".
Trittico della martire crocifissa | |
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Autore | Hieronymus Bosch |
Data | 1497 circa |
Tecnica | Olio su tavola |
Dimensioni | 104×119 cm |
Ubicazione | Gallerie dell'Accademia, Venezia |
Alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi che Bosch possa aver dipinto l'opera durante un suo breve viaggio nell'Italia settentrionale, ma è più probabile che l'artista abbia ricevuto questa commissione da mercanti o diplomatici italiani residenti nelle Fiandre.
Il trittico è citato per la prima volta nel 1771, nel trattato Della pittura veneziana dello Zanetti, come presente a Palazzo Ducale nella sala dell'Eccelso Tribunale. Nel 1838 venne requisita e trasportata a Vienna, dove rimase fino al 1919, quando venne restituita a Venezia. Un incendio ha danneggiato l'opera, rendenone difficile la lettura, tuttavia l'autografia non è mai stata messa in dubbio.
La datazione, come tutte le opere di Bosch, ha subito varie oscillazioni nella critica: Larsen proponeva il 1495 circa, vicino al Trittico degli eremiti, Come il 1500-1505, Cinotti 1500-1504 e Baldass un'opera tarda degli ultimi anni (il pittore morì nel 1516). Le analisi dendrocronologiche hanno precisato un termine post quem al 1497.
Il trittico mostra nello scomparto centrale la crocifissione di una santa. Nel corso di un recente restauro l'affiorare di una leggera peluria sul volto della santa crocifissa ha permesso di identificarla con certezza con santa Wilgefortis (Virgo fortis), martire del VII secolo venerata nelle Fiandre ma quasi sconosciuta in Italia, dove è nota col nome di santa Liberata. Secondo quanto riportano le fonti, infatti, per proteggere il suo voto di castità, Dio le fece crescere la barba la prima notte di nozze, suscitando le ire del padre che la condannò al martirio. La scena riprende da vicino l'iconografia della crocifissione di Cristo, a sottolineare la similarità del sacrificio dei martiri. La donna infatti si trova nella parte più alta del dipinto, in posizione di risalto sullo sfondo del cielo, mentre tutt'intorno si assiepa, in basso, una folla varia, composta da carnefici, curiosi e sostenitori della santa, tra cui uno che sviene retto da alcuni personaggi vicini, una postura tipica della Vergine Maria. La folla brulica da un antro ricordando il caso degli insetti, in una varietà di gesti, fogge d'abito e colori davvero straordinaria.
Le ante laterali mostrano due città: un porto a destra, con fantasiosi edifici a cupola e alcune sinistre navi affondate, e una città in fiamme a sinistra, occupata da demoni e abbandonata dai suoi abitanti. In basso presentano entrambe un parapetto, dove a sinistra è appoggiato un eremita in una cappa scura e a destra transitano dietro due personaggi che indicano il pannello centrale, riconoscibili in un monaco e un soldato. Alcune incongruenze spaziali nelle ante hanno fatto pensare che l'accostamento al pannello centrale sia avvenuto solo in un secondo momento, come confermerebbero anche le radiografie che hanno mostrato la presenza di due donatori inginocchiati, coperti a sinistra da una torre e a destra da una roccia.
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