Il Trittico di Mérode è un dipinto di Robert Campin, olio su tavola (129x64,50cm) conservato nel Metropolitan Museum di New York, nella sezione The Cloisters, e databile al 1427.
Il trittico, formato tipico della produzione di Campin, poteva essere chiuso, ed era probabilmente destinato alla devozione privata. La scena centrale mostra l'Annunciazione, mentre gli scomparti laterali mostrano i due committenti inginocchiati e San Giuseppe al lavoro.
La scena dell'Annunciazione è ambientata in un interno borghese disegnato con estrema cura e attenzione ai dettagli della quotidianità. La luce è nitida e invita a soffermarsi sugli innumerevoli particolari, all'insegna di una lettura lenta del dipinto che rivela sempre nuove sorprese. La prospettiva contiene ancora incertezze, come si vede nel piano del tavolino che è impostato secondo un'intuitiva prospettiva ribaltata, oppure nel pavimento molto ripido.
Le due figure sacre, senza aureola, sono in primo piano e mostrano l'attimo immediatamente precedente all'annuncio vero e proprio, quando Maria è ancora immersa nella lettura del libro e l'Angelo sembra incedere nella ricerca delle parole giuste con cui presentarsi. Tra gli innumerevoli dettagli si vedono, da sinistra:
Una figuretta del Cristo che scende con i raggi di sole dalla finestra, simbolo dell'Incarnazione;
Il paiolo di rame appeso in una nicchia-pozzo, dai perfetti riflessi di luce sia nel metallo che nel liquido;
Un panno steso tramite una mensola mobile;
La finestra aperta dalla quale filtra la luce cristallina, con in alto la vetrata con gli stemmi dei committenti;
Il camino con una candela accesa, simbolo dell'amore divino che spesso compare nelle annunciazioni;
La panca lignea con animaletti intagliati sugli spigoli
Sul tavolo si trovano un libro, simbolo delle Sacre scritture che si avverano nell'Incarnazione di Cristo, una brocca in maiolica con dei gigli, simbolo di purezza della Vergine, e una candela appena spenta, probabilmente per effetto dell'arrivo dell'Angelo.
La Vergine indossa una veste rossa mentre l'Angelo un ampio manto chiaro: entrambe le vesti ricadono a terra formando pieghe ampie e scultoree, ispirate alle figure vigorose dello scultore Claus Sluter, che ebbero influenza anche su Jan van Eyck.
L'uso della luce è già tipico della pittura fiamminga, con una grande cura alla resa dei dettagli ed al diverso "lustro" (riflesso) che i materiali producono, dalla colla in metallo, alla stoffa, ai morbidi capelli della Vergine.
Le stesse caratteristiche di luce e spazio si ritrovano anche nei pannelli laterali, unificati con la stessa linea dell'orizzonte alta (che dà il tipico effetto avvolgente delle opere fiamminghe). La scena di sinistra è ambientata all'esterno, sullo sfondo delle mura di un castello, mentre quella di destra è ambientata nel laboratorio di Giuseppe, con una brulicante città fiamminga del Quattrocento visibile dalle finestre sullo sfondo.
Dettagli
Mezzo
Mezzo
Mezzo
Sinistro
Destro
Destro
Destro
Bibliografia
Stefano Zuffi, Il Quattrocento, Electa, Milano 2004. ISBN 88-370-2315-4
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