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La Visione di sant'Eustachio è un dipinto di Annibale Carracci.

Visione di sant'Eustachio
AutoreAnnibale Carracci
Data1585-1586
Tecnicaolio su tela
Dimensioni86×113 cm
UbicazioneMuseo nazionale di Capodimonte, Napoli

Storia del dipinto


Il dipinto è generalmente datato intorno al 1585-86 sulla base dell'assonanza stilistica che la Visione di Sant'Eusatchio di Capodimonte mostra con altre opere di Annibale più sicuramente riferibili a quegli anni[1].

Si ipotizza che il quadro sia stato portato a Roma dallo stesso Annibale per farne dono al cardinale Odoardo Farnese, che nel 1595 aveva assunto il titolo della basilica di Sant'Eustachio, a Roma. Proprio in quell'anno Annibale Carracci si trasferiva definitivamente a Roma al servizio dello stesso Odoardo Farnese[1].

L’opera è rimasta sempre nelle raccolte farnesiane, seguendone le sorti: da Roma il dipinto fu trasferito prima a Parma e poi a Napoli, confluendo infine nella Galleria di Capodimonte.


Descrizione e stile


Si tratta di una delle prime prove da paesaggista del Carracci e in essa si scorge l'influenza della pittura di paesaggio veneziana esercitata su un Annibale ancora molto giovane. Secondo un'impostazione critica, infatti, in ambito paesaggistico, Annibale avrebbe recepito i modelli lagunari già prima della sua più complessiva svolta in favore degli esempi veneziani, avviata nel 1587-88 dopo un soggiorno nella Serenissima, che per poco meno di un decennio ne caratterizzò l'opera[1].

Dipinti come il San Girolamo penitente di Tiziano (Louvre) o alcuni sfondi naturalistici di Jacopo Bassano sono esemplificativi dei modi veneziani cui Annibale sembra aver attinto per la sua Visione di sant'Eustachio[1].

Sul piano più strettamente compositivo è generalmente accettata dalla critica l'idea che il più giovane dei Carracci abbia utilizzato come modello due stampe di Cornelis Cort (incisore fiammingo tra i migliori del suo tempo) – una dedicata a San Girolamo penitente e l’altra, come il dipinto napoletano, alla Visione di sant'Eustachio – entrambe tratte da invenzioni di Girolamo Muziano, artista lombardo a sua volta influenzato dai modelli veneziani[2].

Alcuni dettagli inoltre, come le figure dei cani, rinviano alla celeberrima incisione di Albrecht Dürer, parimenti dedicata alla visione sovranaturale di Cristo crocifisso tra le corna di un cervo, fatta dal martire Eustachio[2].


Altre immagini



Note


  1. Donald Posner, Annibale Carracci: A Study in the reform of Italian Painting around 1590, Londra, 1971, Vol. I, p. 114.
  2. Gianfranco Malafarina, L'opera completa di Annibale Carracci, Milano, 1976, n. 26, pp. 93-94.

Collegamenti esterni


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[en] The Vision of Saint Eustace (Carracci)

The Vision of Saint Eustace is a painting by Annibale Carracci, showing saint Eustace and his vision of a crucifix between the horns of a stag whilst out hunting. The saint is set in one of the first landscapes by either of the Carracci brothers, showing how he was influenced by Venetian landscape painting until about 1598 after a stay in the city in 1587 and 1588.[1] Specific influences include Titian's Penitent Saint Jerome (Louvre) and the naturalism of Jacopo Bassano.[1] Critics argue the composition is based on two prints by Cornelis Cort, a Flemish printer - Penitent St Jerome and The Vision of Saint Eustace. These prints were in turn based on ideas by the Lombard painter Girolamo Muziano, who was also influenced by Venetian models.[2] The dogs and some other details are drawn from Saint Eustace, an engraving by Albrecht Dürer of the same subject.[2]
- [it] Visione di sant'Eustachio (Annibale Carracci)



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