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Carlo Belloli (Milano, 9 aprile 1922 – Torino, 29 ottobre 2003) è stato un poeta e critico d'arte italiano.

Carlo Belloli nel 1979
Carlo Belloli nel 1979

Biografia


Testo visuale su lavagna. Foto di Paolo Monti, Milano 1963
Testo visuale su lavagna. Foto di Paolo Monti, Milano 1963
Poesia visiva, settembre 1961
Poesia visiva, settembre 1961

Carlo Belloli è stato l'esponente dell'ultima generazione di poeti legati al Futurismo, la prima avanguardia storica italiana del Novecento. Belloli è il precursore della Poesia Concreta e il padre della Poesia Visuale. Nell'introduzione alla sua raccolta di testi-poemi murali (1944, con prefazione di Filippo Tommaso Marinetti), enunciò la teoria della Poesia Visuale.

Il lavoro di Belloli, presentato al pubblico da Marinetti come futuro del futurismo, fonde un linguaggio tecnico al non-finito della poesia, mettendo in luce i limiti di una Letteratura del secondo dopoguerra che esigeva, nella poesia e nell'arte, la ricerca dell'assoluto formale. Nel 1943, infatti, l'aeropoeta firma la tavola di collaudo di testi – poemi murali, scrivendo dell'autore: "Belloli ha intuito il futuro del futurismo[...] punto interrogativo all'immortalità, poesia e prosa si superano facendo spazio ad un nuovo concetto di comunicazione sensibile. Il testo-poema di Belloli anticipa quel linguaggio di parole-segnali collocate nella rete comunicante di una civiltà matematica che dovrà riconoscersi nell'economia del colloquio dei gesti delle emozioni. anche un monosillabo potrà costituire uno spettacolo fonetico compiutamente comunicante".

"Nel 1943, dieci anni prima che Gomringer pubblicasse il suo primo Constellations, un ventunenne poeta italiano, Carlo Belloli, figlio del quattordicesimo Conte di Seriate scrisse e compose Testi-Poemi murali, "treni" è stata scritta nell'anno in cui l'Italia si arrende incondizionatamente agli Alleati e dichiarò, un mese più tardi, guerra alla Germania (8 ottobre, 1943). Egli scrisse anche Parole per al guerra, dalle quali è tratta "guerra terra". L'altra parola “serra”, nel poema indica militarmente “il serrare le righe”. “Guerra Terra” è un ideogramma nel quale la tipografia è stata resa una componente organica di significato. Belloli nel 1943 stava realizzando quello che sarebbe stato chiamato, sedici anni dopo, Poesia Concreta. In quell'anno incontrò anche Filippo Tommaso Marinetti. Nel 1944 entrambi TESTI-POEMI MURALI e Parole per al guerra furono pubblicati, rispettivamente, da Erre e dalle Edizioni di Futuristi in Armi, di Milano. Belloli scrisse un'introduzione ai Testi-Poemi murali spiegando le sue nuove teorie e collegandole a specifiche necessità del linguaggio rese evidenti dall'esistenza che sopravviveva alla guerra. Questa famosa prefazione anticipa di molto ciò che venne pubblicato molto dopo nel manifesto della Poesia Concreta, ma, di certo, né Gomringer né il gruppo Noigrandes potevano essere a conoscenza del lavoro di Belloli." [1]

Nell'anno 1959, anno commemorativo del primo cinquantenario della nascita del Futurismo, Carlo Belloli assieme ad alcuni protagonisti del movimento: Giovanni Acquaviva, Cesare Andreoni, Alessandro Bruschetti, Tullio Crali, Pino Masnata, Bruno Munari e Agnoldomenico Pica uniti ad uomini la cui cultura danno corpo, a Milano, ad una fondazione permanente di studi su questa estetica. Nasce Isisuf - Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo

"Poeta parolibero, visuale e concreto Carlo Belloli raccoglie le sue prime parole in libertà nel 1944 a Milano nel numero unico "Futuristi in armi" diretto da Marinetti. Dei suoi "Testi-poemi murali", sempre del 1944, "Achtung", è considerato il primo poema concreto pubblicato nel mondo. A Belloli infatti si deve la prima enunciazione teorica sullo poesia visuale l'autore anticipa le modalità di una nuova poetica che si affermerà a livello internazionale solamente negli anni cinquanta con le attività del concretismo e del visualismo poetici. Il valore del termine 'visuale' significa per Belloli un'attenzione alla dimensione ottica delle parole, ai loro nessi, alle funzioni interne, colte nell'ambito della loro fisicità. Visuale, e non visivo, sta inoltre ad indicare la necessità di uno spazio conoscitivo non riducibile alla sfera del visivo, che per Belloli esprime una specifica operazione di scambio tra valori verbali e iconici, mentre la sua ricerca ha bisogno di processi più elastici nell'ambito del proprio funzionamento, della propria struttura poetica. II caso di Belloli è interessante e contraddittorio per Ie medesime letture critiche esercitate sullo sua figura, da più parti, Belloli rifiuta per esempio il collegamento con l'impostazione tipografica dell'avanguardia storica. Al di là di queste argomentazioni rimane lo spessore di una ricerca che agisce sulle generazioni successive indicando infiniti processi di articolazione di quella "lingua in sé" in cui i materiali acquistano una organizzazione visuale ogni volta irripetibile. Oggi Belloli non fa che approfondire e rilanciare i problemi della poesia di ricerca, seguendo nuove strade, emancipando nuove parole, conferendo al loro corpo uno spazio di molteplici percezioni; di inesauribili mutazioni, attraverso metafore e simboli debitamente incrociati." [2]

"Continuando a perseguire fino alle ultime realizzazioni poetiche l'alternanza fra "poemi collazionati" e "testi visuali", la vita e il suo contrario prorompono nell'urgenza musicale del ricordo di Mary Vieira [un'artista che rivendicava la parola "poesia" per la propria attività plastica], nella ripetizione della sillaba "bi" in "bici cletta / bici eletta / bici diletta / bici detta / bici / in bici / domani" [in bi-cicletta, Milano, ixidem, 2002, 250 copie numerate e firmate]. Nel rigore degli anni quaranta-novanta, nella coerenza delle visualizzazioni supportate da ferree teorizzazioni e da un linguaggio erudito e personale, a poco a poco la decisione anti-autobiografica di Carlo Belloli trascolora in un'abitudine formale più sfumata, che non la contraddice, nel futuro del XXI secolo." [3]

Oltre all'analisi speculativa effettuata sulle geometrie del significante, Belloli ha attivato un meccanismo di innovazione nella scrittura poetica e nella speculazione critica degli artisti contemporanei, ancora oggi rintracciabile nella pubblicazione di libri, riviste e presentazioni critiche di mostre.


Opere


Nei lavori di Belloli la forma del senso e la parola dell'invenzione diventano pensiero leggibile, concetto integrato agli aspetti visuali del testo scritto. Belloli compie sperimentazioni tipografiche avanzate negli anni quaranta, svolgendo un ruolo di collegamento tra il Futurismo e quello che poi diventerà il fenomeno della Poesia Concreta; tendenza trasversale sviluppatasi negli anni cinquanta che coinvolge artisti di molte nazionalità: Augusto e Aroldo de Campos, Decio Pignatari, Eugen Gomringer, Paul De Vree, Arrigo Lora-Totino, Adriano Spatola, Seiichi Niikuni e Shohachiro Takahashi. Tra le opere principali di Belloli sono stati pubblicati:


Critica e saggistica



Bibliografia e cataloghi



Note


  1. AA. VV.,Hispanic Arts. A magazine of literature, music and visual arts, Volume 1, nº 3 & nº 4, Winter/Spring 1968; saggio A world look at Concrete Poetry, di Mary Ellen Solt
  2. Achille Bonito Oliva, La parola totale, Una tradizione futurista 1909-1986, Galleria Fonte d'Abisso Edizioni, 1986, pp. 166, 170
  3. Giancarlo Pavanello, Carlo Belloli nel futuro del XXI secolo, pubblicato in RISVOLTI, Quaderni di linguaggi in movimento, Edizioni Riccardi, anno V, Aprile 2002, n.8

Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 74661103 · ISNI (EN) 0000 0000 5873 0357 · SBN CFIV101207 · BNF (FR) cb149621337 (data) · WorldCat Identities (EN) viaf-74661103
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