Francesco De Bartolomeis (Pellezzano, 20 gennaio 1918) è un pedagogista, critico d'arte e politico italiano.
Nel corso della sua carriera professionale si è occupato, fra l'altro, dei problemi della scuola attiva, di psicopedagogia dell'infanzia e dell'adolescenza, di riforma della scuola, oltre ad essere un noto critico d’arte e autore di un centinaio di libri sulle due discipline. Titolare della cattedra di pedagogia nell'università di Torino dal 1956 al 1988, è considerato uno dei più famosi pedagogisti della seconda metà del Novecento [1].
Allievo negli anni '30 a Firenze di Ernesto Codignola, dal quale impara ad apprezzare le teorie pedagogiche di John Dewey. Dopo la laurea viene avvicinato da Adriano Olivetti che lo aveva notato per alcuni suoi articoli pubblicati sulla rivista Il Ponte diretta da Piero Calamandrei e gli chiede di collaborare alla rivista Comunità [2]. Ma la sua notorietà ha inizio quando Benedetto Croce lo spinge a pubblicare il suo primo libro, Esistenzialismo e idealismo [3].
Dopo una breve parentesi di insegnamento nel capoluogo toscano si trasferisce a Torino nel 1956 dove traduce per la casa editrice Loescher tutti gli autori più innovativi in campo pedagogico e teorizza la sua maggiore intuizione: la pratica del lavoro di gruppo. Negli stessi anni un gruppo di studio sulle tecniche Freinet da lui avviato porterà all'apertura della sede torinese del Movimento di Cooperazione Educativa [4]. Nel 1968 pubblica il primo libro italiano di pedagogia dedicato alla scuola dell'infanzia, Il bambino dai tre ai sei anni, proprio nell'anno in cui la legge 444 la istituisce a livello nazionale.
Nel 1972 a Torino avvia una originale sperimentazione di laboratori a livello universitario con l’obiettivo di mettere a punto “strategie per avviare e sviluppare innovazioni nella scuola ordinaria” [5][6]. Sposta i laboratori fuori dall'università per accentuare la distanza dalla pedagogia solo teorica e chiama a tenere i corsi l'amico ed artista Piero Simondo [7].
Nel 1975 il Partito Comunista torinese lo candida come indipendente in consiglio comunale, nel quale entra dopo che un paio di eletti si dimettono per diventare assessori [8]. Di concerto con l'assessore all'istruzione Gianni Dolino avvia l'iniziativa del tempo pieno e delle mense scolastiche nelle scuole torinesi [9]. Rieletto nel 1980, si dimette per poter proseguire liberamente gli studi e gli insegnamenti [10].
Nel 1981 su impulso della giunta Novelli fa parte del primo consiglio direttivo che fonda il Festival Cinema Giovani [11] e il Torino Film Festival; rimarrà nel consiglio di amministrazione del Torino Film Festival fino al 2006.
A 99 anni è stato insignito ad honorem dall’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 40520133 · ISNI (EN) 0000 0000 7992 0248 · SBN CFIV005608 · LCCN (EN) n79032068 · GND (DE) 131871811 · BNE (ES) XX4578426 (data) · BNF (FR) cb15040655m (data) · CONOR.SI (SL) 206338659 · WorldCat Identities (EN) lccn-n79032068 |
---|
![]() |