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Liana Bortolon (Feltre, 13 aprile 1923 – Milano, 24 marzo 2020) è stata una giornalista e critica d'arte italiana.

Liana Bortolon
Liana Bortolon

Biografia



Infanzia e gioventù


Figlia del geometra libero professionista Aldo e di Teresa Sernaglia, dopo l'esame di maturità classica a Belluno si iscrisse nel 1941 all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dopo il 25 luglio 1943, rientrò a Feltre. Durante i venti mesi della Resistenza antifascista feltrina partecipò come staffetta all'attività partigiana. Faceva riferimento al gruppo organizzato del monsignor Giulio Gaio e del tenente colonnello Angelo Giuseppe Zancanaro. Agì secondo le indicazioni dei suoi amici sacerdoti: don Giovanni Paoletti (preside delle locali scuole magistrali) e don Luigi Feltrin (cappellano militare e insegnante di religione).

Era cugina del comandante partigiano Luigi Bortolon “Toti”, figlio di Annibale, il rappresentante dei liberali nel CLN feltrino. Il 19 giugno del 1944, nella tragica “notte di santa Marina”, assistette all'assassinio da parte dei nazi-fascisti dell'ingegner Vendrami, suo vicino di casa. Tra le altre tragedie che la coinvolsero in quel periodo fu il 5 agosto la fucilazione di Alvaro Bari che conosceva perché era il fidanzato di “Pupa” Banchieri (Maria Angela), sua amica d'infanzia, e in ottobre la deportazione dello zio Annibale Bortolon nei lager di Bolzano e di Dachau.


La critica d'arte


Finita la guerra si trasferì a Milano dove nel 1947 si laureò in Lettere moderne con una tesi sull'età barocca. Nel 1953 si iscrisse all'albo dei pubblicisti e fino al 1955 collaborò, con note su arte e letteratura, con il quotidiano cattolico L'Italia, giornale che nel 1968 si fonderà nell'attuale Avvenire.

Lavorò per la casa editrice Vita e Pensiero alle dirette dipendenze di padre Agostino Gemelli, rettore dell'Università Cattolica di Milano. Dal 1957 al 1959 tenne una pagina di critica d'arte sulla rivista Gente. Dal 1960 entrò a far parte della redazione di Grazia, la rivista della casa editrice Mondadori, e vi rimase fino al 1993. Per Grazia scrisse oltre 800 articoli d'arte, interviste, recensioni e corrispondenze da Londra, New York, Parigi, San Francisco. Nel 1967 entrò nell'ordine dei giornalisti e collaborò anche con il Catalogo Bolaffi, le riviste Epoca, Panorama, Arte.

Nel 1987 entrò nel Soroptimist club Milano alla Scala dove restò fino ai suoi ultimi anni. Per il Soroptimist organizzò una gita a Feltre per una visita alla sua collezione d'arte alla Galleria Carlo Rizzarda. Il club ha voluto ricordare Liana dopo la sua morte con un documentario [1]che ripercorre i passaggi salienti della sua vita e che è stato donato alla Galleria Rizzarda per accompagnare i visitatori nelle sale dedicate alla collezione.


Ultimi anni


Dopo essersi ritirata dalla professione decise di donare all' Università Cattolica di Milano la sua biblioteca (circa 3000 volumi e la sua corrispondenza)[2] e alla città di Feltre un centinaio di opere d'arte per la Galleria d'arte Carlo Rizzarda[3].

È deceduta il 24 marzo 2020.


Monografie


Ha scritto molte monografie. Di seguito un elenco non completo:


Note


  1. https://www.amicodelpopolo.it/2021/09/17/a-feltre-il-documentario-liana-bortolon-alla-scoperta-dellarte/
  2. Presentazione sito Università Cattolica
  3. sito Museo Rizzarda- visita del 22ago15, su musei.comune.feltre.bl.it. URL consultato il 22 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2015).

Bibliografia


Controllo di autoritàVIAF (EN) 11384297 · ISNI (EN) 0000 0001 1487 8015 · LCCN (EN) n88016668 · J9U (EN, HE) 987007274876405171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n88016668
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