La Dea dei fiori è una scultura in marmo di Carrara realizzata dallo scultore milanese Francesco Barzaghi (1839-1892) dopo il 1878. Fu presentata con grandissimo successo all'esposizione nazionale di belle arti nell'àmbito della Esposizione Nazionale di Milano del 1881[1] ed è esposta presso la Galleria d'Arte Moderna di Milano.[2]
Dea dei fiori
Autore
Francesco Barzaghi
Data
post 1878
Materiale
marmo di Carrara
Dimensioni
220×60×60cm
Ubicazione
Galleria d'Arte Moderna di Milano, Milano
Descrizione
La scultura, in marmo bianco, ritrae a dimensione naturale una giovane donna completamente nuda che, all'impiedi, alza le braccia tese sopra il capo tenendo nelle mani dei fiori; dal piedestallo risale sulle gambe una delicata spirale di fiori che termina a coprire pudicamente il pube della donna. Alla composizione si ispirerà pochi anni dopo, nel 1882, lo scultore ticinese Vincenzo Vela (1820-1891), compagno di studi del Barzagni e stilisticamente a lui vicino nei modi del Realismo opposto alla tradizione classicista canoviana, con la sua Flora che condividerà con la Dea dei fiori il tema artistico e lo stile compositivo.
Scriveva nel 1892, in occasione della commemorazione del Barzaghi da poco scomparso, il Segretario dell'Accademia di Brera:
«Quanta grazia soave nelle forme delicate della sua Dea dei Fiori, bella e pura nella tenera venustà delle sue membra gentili! lieta come la popolazione lombarda all’indomani della riconquistata libertà! quanto sentimento moderno, spontaneo, irrompente, da meravigliare profondamente chi ritorna col pensiero alle creazioni del periodo pseudo-classico!»[3]
Più critico, invece, il giudizio del periodico Leonardo da Vinci de L'Osservatore Cattolico che, in un articolo del 10 luglio 1881 sull'Esposizione Nazionale di Milano dove la statua era esposta, scriveva:
«[...] la vita che traspare dal marmo ti chiama alla Dea dei fiori di Francesco Barzaghi: tu la contempli ed essa ti affascina, ma tu le chiedi un pensiero, ed essa non ti risponde, non ti eleva, non ti nobilita. Oh lasciamo la Dea dei fiori! I fiori avvizziscono , disseccano e la dea che ti affascinava ti lascia il cuor vuoto, l'animo affievolito.»[4]
L'opera, dopo essere stata presentata all'Esposizione nazionale, fu acquistata nel 1881 dall'allora Collezione dell'Ottocento inaugurata nel 1877 nel Salone dei Giardini Pubblici e diventata poi nel 1903 Galleria d'Arte Moderna dove è tuttora conservata.
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