L'operaio e la kolchoziana (in russo: Рабо́чий и колхо́зница?, traslitterato: Rabočij i kolchoznica) è una statua alta 24.5 metri in acciaio inossidabile eseguita da Vera Muchina per l'Expo 1937 tenutasi a Parigi, e successivamente trasferita a Mosca. Questa scultura è un esempio dello stile del realismo socialista, così come dello stile art déco. L'operaio tiene in alto un martello e la kolchoziana[1], ovvero la contadina del kolchoz, una falce, ricreando il simbolo della falce e martello.
La scultura venne originalmente eretta per coronare il padiglione sovietico, progettato da Boris Iofan, dell'esposizione internazionale. Gli organizzatori collocarono i padiglioni tedesco e sovietico l'uno di fronte all'altro nel boulevard principale del Trocadéro, lungo l'argine settentrionale della Senna.
Albert Speer, incaricato di progettare il padiglione tedesco, ebbe modo di vedere alcuni disegni segreti inerenti al padiglione russo durante un giro d'ispezione del sito dell'Expo. Rimase colpito da «una coppia di figure scolpite, incedenti trionfalmente verso il padiglione tedesco»[2] e progettò una risposta architettonica all'imponente gruppo scultoreo.[3]
La Muchina fu ispirata dallo studio di opere classiche, quali Armodio e Aristogitone, la Nike di Samotracia e La Marsigliese - gruppo scultoreo eseguito da François Rude per l'Arco di Trionfo[3] - per portare nel cuore di Parigi una composizione monumentale sulla fiducia nel socialismo. Il simbolismo delle due figure che avanzano da Est verso Ovest, determinato dalla disposizione del padiglione, non passò inosservato agli occhi degli spettatori.[4]
Sebbene, come la stessa Muchina disse, la sua scultura avrebbe dovuto «continuare l'idea propria dell'edificio, e dunque la statua fosse intesa come una porzione inseparabile dell'intera struttura»,[5] al termine della fiera L'operaio e la kolchoziana venne ricollocata a Mosca, posta giusto al di fuori dell'Esposizione delle conquiste dell'economia nazionale. Nel 1941 l'opera permise alla sua autrice di ottenere uno dei primi premi Stalin.[4]
L'operaio e la kolchoziana fu scelta nel 1947 come logo per la casa di produzione cinematografica Mosfil'm e può essere riconosciuta nei titoli di testa di molti film russi prodotti dalla Mosfil'm stessa.
La scultura è stata rimossa per restauro durante l'autunno del 2003, in preparazione per l'Expo 2010. Era programmato un ritorno al pubblico dell'opera nel corso del 2005, ma poiché l'Esposizione Internazionale non è stata assegnata a Mosca, ma a Shanghai, il processo di restauro è stato ostacolato da problemi di natura finanziaria. La scultura è tornata visibile al pubblico il 4 dicembre 2009, utilizzando come piedistallo un nuovo padiglione che aumenta la sua altezza totale da 34,5 metri (il vecchio piedistallo era alto 10 metri) a 59 metri (il nuovo padiglione è alto 34,5 metri).
Una sua riproduzione in movimento (con falce e martello sospesi sopra l'arena) è stata protagonista della cerimonia di apertura dei Giochi olimpici invernali di Soči 2014[6], a simboleggiare il periodo di grande industrializzazione seguito alla Rivoluzione Bolscevica.
La statua nei francobolli
Francobollo sovietico (1957)
Francobollo sovietico (1976)
Francobollo sovietico (1988)
L'opera è stata commemorata sui francobolli russi anche nel 2000, dopo la fine dell'URSS.
Note
colcoṡiano, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 9 febbraio 2016.
(EN) A. Speer, Inside the Third Reich, Simon & Schuster, 1970, p.81, ISBN0-684-82949-5. URL consultato il 9 febbraio 2016.
(EN) Art and Power: Europe Under the Dictators, 1995, ISBN1-85332-148-6.
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