Domenico Gagini o Gaggini (Bissone, 1420 circa – Palermo, 29 settembre 1492) è stato uno scultore italiano, originario del Cantone Ticino, nell'attuale Svizzera, figlio di Pietro, attivo in Italia nel Rinascimento.
Tabernacolo con figure oranti, Castel Nuovo, NapoliDomenico Gagini
Sposa Soprana de' Savignone dalla quale ha il primo figlio maschio Giovanni Gagini, in seconde nozze Caterina con la quale genera Antonello Gagini. Stabilitosi definitivamente a Palermo nel 1463[1] ove rimarrà fino alla morte, darà vita alla nota dinastia artistica siciliana dei Gagini e all'omonima bottega.
È sepolto nella cappella della corporazione dei marmorai o scultori sotto il titolo dei «Santi Quattro Coronati» della chiesa di San Francesco d'Assisi di Palermo.[2]
Gli esordi
Statua della Temperanza, Castel Nuovo, NapoliVeduta generale delle Virtù, Arco trionfale di Castel Nuovo, Napoli
Della sua formazione non si hanno notizie documentate, anche se la sua opera rivela influssi gotico-lombardi dovuti quindi alla sua formazione giovanile.
Secondo Vasari sarebbe stato allievo di Filippo Brunelleschi a Firenze, e anche il Filarete nel suo Trattato di architettura parla di un «Domenico proveniente dal lago di Lugano, discepolo di Pippo di Ser Brunelleschi». La sua permanenza a Firenze ebbe luogo probabilmente dal 1444 al 1446; in tale periodo avrà avuto modo di ammirare l'opera di Donatello, ma soprattutto le formelle di Lorenzo Ghiberti il cui stile era più congeniale alla sua formazione tardogotica.[3]
Cappella di San Giovanni Battista - cattedrale di San Lorenzo
Nel 1448 gli viene commissionata la Cappella di San Giovanni Battista nella cattedrale di San Lorenzo a Genova. Il progetto che Domenico doveva realizzare si rifaceva alla tradizione dei cappelloni trecenteschi di matrice tardogotica. Il documento stesso ci riferisce sia del modello sia del luogo dove sarebbe stara eretta: un cappellone addossato alla parte sinistra della tribuna della chiesa dove già si conservavano le spoglie del Precursore. Domenico progetta una struttura che ricorda molto il monumento funebre Brancacci realizzato a Napoli da Michelozzo di Bartolomeo, modello che l'artista bissonese conosceva dal diretto contatto con Michelozzo, attivo nella cerchia brunelleschiana.
La chiesa del Santo Sepolcro rinominata in «San Giovanni in Prè», Commenda dell'Ordine Gerosolimitano, custodì le reliquie fino al loro trasferimento nel battistero della cattedrale di San Lorenzo, ambiente oggi noto come San Giovanni il Vecchio. Nel 1323 i fratelli Nicolò e Oberto Campanaro patrocinarono il nuovo ambiente documentato in prossimità del presbiterio. Cronisti in epoche successive attestano lo smantellamento dell'altare di San Lorenzo (verosimilmente posto sotto la cupola al centro del transetto) e la traslazione del medesimo nell'area adiacente al coro collocato nell'abside, pertanto la cappella si affaccia sulle ultime campate della navata sinistra prossima al braccio settentrionale della crociera.
Conscio che il culto del Precursore stava espandendosi a dismisura, si rese necessario la costruzione di una nuova cappella più grande e più maestosa. Domenico presenta un progetto che ricorda da vicino la facciata della Cappella de' Pazzi di Firenze ma anche la cornice della Presentazione dei Magi di Gentile da Fabriano. I pezzi del vecchio cappellone furono smontati e rimontati nella nuova facciata. Un rilievo della facciata elaborato da Fabio Cosentino ha permesso di ricostruire il primo progetto in tutti i suoi componenti architettonici e iconografici rivelando chiari influssi rosselliniani e michelozziani che fanno supporre una continuità lavorativa di Domenico nei cantieri di Santo Spirito e di San Lorenzo in Firenze proprio negli anni che vanno dal 1446 al 1448.[4]
Col progetto varato nel 1448, i cantieri attivi dal 1451 al 1465, con la collaborazione di Elia Gagini (1451 - 1456), il sacro recinto fu ulteriormente ingrandito, perfezionato e arricchito, quest'ultimo assicurò il proseguimento, completamento e la consegna dell'imponente manufatto dal 1456 al 1465.
Madonna col Bambino nel succorpo dell'Annunziata
Le sculture dell'arco trionfale di Alfonso V d'Aragona
Intorno al 1457 è a Napoli, dove la sua personalità si arricchisce delle innovazioni diffuse da Francesco Laurana. Partecipa infatti a una delle realizzazioni che aprono la fase rinascimentale nel Mezzogiorno d'Italia, cioè l'apparato delle sculture in Castel Nuovo a Napoli dell'Arco di Alfonso V d'Aragona (1457-1458) inserito nella cerchia di artisti organizzata da Laurana. Frutto del suo scalpello è la statua della Temperanza. Sempre in Castel Nuovo gli vengono attribuite la porta bifronte, varco d'accesso alla Sala dei Baroni e la Madonna della Cappella di Santa Barbara.
Lavori eseguiti in Sicilia
Tabernacolo della Cappella palatina in Castel Nuovo
Sull'onda della diffusione dell'arte rinascimentale avviata dall'arco trionfale del Castel Nuovo, l'artista arriva a Palermo nel 1459 dove apre una bottega che alla sua morte sarà ripresa da suo figlio Antonello. Contribuirà fortemente alla diffusione del linguaggio rinascimentale in Sicilia guadagnandosi l'appellativo dialettale confidenziale di "Mastru Duminicu marmuraru".[5]
Le cronache delle iniziali commissioni riportano le generalità distorte in Domenico Cangemi «lu marmuraru» d'origine lombarda e si ha traccia delle prime attività lavorative dal 1460 al 1463, con opere consistenti nel recupero, ripristino e manutenzione di mosaici, arabeschi e intarsi, dei manufatti marmorei preesistenti, lavori sollecitati dal ciantro della Cappella di San Pietro o Cappella Palatina di Palazzo Reale a Palermo.[6]
Questi primi interventi si identificano con chiari riferimenti alla grandezza di Filippo Brunelleschi, specie nella Risurrezione di Tabita ove realizza come sfondo panoramico dettagli architettonici che richiamano alla memoria la cupola della cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze. Con la particolare personalizzazione l'artista omaggia riconoscente il maestro, testimonia concretamente i trascorsi fiorentini, suggella ulteriormente la cronaca fornita dallo storico Giorgio Vasari.
L'arte non fu solo l'unica fonte di sostentamento economico ma, anche il commercio e il traffico di prodotti isolani: contratti stipulati dal 1468 attestano Domenico Gagini fare incetta di zucchero e suoi derivati in quantità dai magazzini di taluni committenti e nell'ambito dell'ampia cerchia di conoscenze, attività in seguito intrapresa dalla maggiore parte degli artisti forestieri al punto da favorire lo sviluppo di una fitta rete commerciale che prevedeva ingenti flussi di grano, formaggi e altri generi di Sicilia per essere rivenduti a Carrara, nella riviera di Genova o in Lombardia, per converso da questi luoghi provenivano i marmi per importarli nell'isola e trarne nuovo guadagno. Nasce così una sorta di interscambio commerciale che permetteva ingenti fonti di guadagno e non mancando le commissioni e sempre nuove occasioni di lavoro, amministravano il patrimonio acquistando e investendo in case e poderi, formando famiglie, crescendo ed educando all'arte i figli e i discepoli, prosperando e benedicendo la nuova patria che li aveva benignamente accolti. Difatti l'iscrizione sul bordo della conca del Genio di Palermo di Palazzo Pretorio recita:
(LA)
«Panormus conca aurea suos devorat alienos nutrit»
(IT)
«Palermo conca d'oro divora i suoi e nutre gli stranieri»
(Iscrizione sul bordo della conca del Genio)
Opere
Prospetto Cappella di San Giovanni Battista
Opere sparse
1467, "Natività", manufatto marmoreo, opera facente parte della "Kress Collection" o "Kress Foundation" e custodita presso la National Gallery of Art di Washington.
1521, "Pietà", custodita nella chiesa di Maria Santissima Addolorata di Soverato situata nel borgo della Città. È un esempio di arte rinascimentale, una scultura in marmo bianco con la Vergine Maria che porta in grembo Cristo deposto dalla croce.
Rinascimento genovese
1451 - 1465, "Prospetto" (1451 - 1456), progettazione ambiente e realizzazione manufatti marmorei esterni in collaborazione con il nipote Elia Gagini (1456 - 1465), commissionati nel 1448, opere presenti nel frontone della Cappella di San Giovanni Battista della cattedrale di San Lorenzo di Genova.[7]
1453, Tabernacolo, manufatto marmoreo, opera presente nella Loggia dell'Annunciazione della chiesa di Santa Maria di Castello di Genova.[8]
1453, Madonna con bambino, statua marmorea, commissione dei fratelli Lionello e Manuele Grimaldi Oliva, opera custodita nel Museo di Santa Maria di Castello di Genova.
XV secolo, Baldacchino, manufatto marmoreo, opera a corredo del polittico dell'Annunciazione di Giovanni Mazone nella cappella di San Tommaso d'Aquino nella chiesa di Santa Maria di Castello di Genova.
XV secolo, Portale, marmo e ardesia, riportato sulla navata laterale destra della chiesa di Santa Maria di Castello di Genova.
XV secolo, Crocifisso, manufatto intagliato, opera custodita sul primo pilastro sinistro della chiesa di San Sebastiano di Genova.[9]
Rinascimento napoletano
"Madonna con Bambino", Basilica cattedrale del Santissimo Salvatore, Mazara del Vallo
1457 - 1458, "Madonna col Bambino", statua marmorea, opera commissionata per basilica della Santissima Annunziata Maggiore di Napoli.[10]
1457 - 1458, "Temperanza", statua marmorea allegoria della Virtù, opera facente parte della coronazione dell'Arco di Alfonso V d'Aragona di Castel Nuovo o Maschio Angioino di Napoli.[11]
1457 - 1458, "Portale bifronte", manufatto marmoreo con bassorilievi raffiguranti la Parata trionfale di Alfonso d'Aragona fronte sala, nell'altro l'Ingresso del Re nel Castello, porta di comunicazione fra la Sala dei Baroni e gli appartamenti reali del Castel Nuovo o Maschio Angioino di Napoli.[12]
1457 - 1458, "Madonna col Bambino", statua marmorea, opera custodita nella Cappella Palatina o di Santa Barbara (Museo Civico) di Castel Nuovo o Maschio Angioino di Napoli.[13]
1457 - 1458, "Tabernacolo", manufatto marmoreo con raffigurazione dell'Ultima Cena nella predella, due Apostoli e due Evangelisti, dieci angeli genuflessi presso il tabernacolo, dalle sembianze di portale sormontato da Paraclito delimitato da quattro angeli sospesi, Padre Eterno benedicente con globo crucigero nella lunetta, opera custodita nella Cappella Palatina o di Santa Barbara (Museo Civico) di Castel Nuovo o Maschio Angioino di Napoli.
1457 - 1458, "Tabernacolo con Madonna e il Bambino", manufatto marmoreo con raffigurazione dei committenti devoti, Angelo Annunciante e Vergine Annunciata nei capitelli, busti di Profeti nei medaglioni, Padre Eterno benedicente con globo crucigero nella lunetta superiore e rilievo con raffigurazioni dell'Eden nella predella, opera custodita nella Cappella Palatina o di Santa Barbara (Museo Civico) di Castel Nuovo o Maschio Angioino di Napoli.[13]
In Sicilia
Agrigento e provincia
XV secolo, Madonna, statua marmorea, opera custodita nella chiesa di San Francesco di Agrigento.
1470, Madonna del Soccorso, statua marmorea, opera proveniente dalla chiesa della Madonna del Soccorso e custodita nel museo archeologico della Badia di Licata.
XV secolo, Angelo Custode, altorilievo con raffigurazione di Tobia, frammento di Custodia, opera custodita nella chiesa di San Michele di Sciacca.[14]
XV secolo, San Calogero e San Giovanni Battista, statue marmoree, opere di Domenico e Antonello Gagini inserite nella facciata del duomo di Maria Santissima del Soccorso di Sciacca.
Caltanissetta e provincia
1471, Sarcofago, monumento funebre commissionato per Giovanni Branciforte, opera custodita nel chiostro del convento del Carmine di Mazzarino.[15]
Catania e provincia
1476, Sarcofago, monumento funebre commissionato per Blasco Barresi, opera proveniente dalla chiesa di Santa Maria la Vetere e attualmente custodita nel santuario di Santa Maria della Stella di Militello in Val di Catania.[15]
1492, Madonna del Salterio, statua marmorea, attribuzione, opera custodita nella basilica di Santa Maria del Monte di Caltagirone.
XV secolo, Madonna di Loreto, statua marmorea, attribuzione, opera custodita nella chiesa di San Francesco di Paola di Linguaglossa.
Messina e provincia
"Madonna con Bambino", Chiesa di San Francesco di Paola di Milazzo
1477, Monumento, manufatto marmoreo dedicato a Artale Cardona con le raffigurazioni delle quattro Virtù Cardinali in stile gotico-rinascimentale, opera custodita nella chiesa di Santa Maria del Gesù del convento dell'Ordine dei frati minori osservanti di Naso.
1484, Sarcofago, manufatto marmoreo, monumento funebre di Laura commissionato dal marito il barone Enrico Rosso opera custodita nella chiesa dell'Annunziata oggi chiesa del Rosario di Militello Rosmarino.
XV secolo, Santa Lucia, statua marmorea, attribuzione per stile contesa per periodo artistico con Francesco Laurana, opera custodita nella concattedrale di Santa Maria Assunta di Santa Lucia del Mela.
XV secolo, Madonna con Bambino, statua in alabastro, opera custodita nel santuario di San Francesco di Paola di Milazzo.
1481, Sarcofagi, manufatti marmorei della Cappella Filangieri, opere custodite nella chiesa di Santa Maria dell'Aiuto del convento dell'Ordine di Sant'Agostino di San Marco d'Alunzio.[16]
XV secolo, Madonna della Catena, statua marmorea, opera destinata alla chiesa del Rosario e oggi custodita nel duomo di Maria Santissima Assunta di Alcara Li Fusi.
XV secolo, San Giorgio, la principessa e il drago, bassorilievo marmoreo, attribuzione, opera custodita nel Museo Regionale di Messina.[17]
Palermo e provincia
Sepolcro di Antonello Speciale, Cappella della Madonna del Rosario, chiesa di San Francesco d'AssisiSarcofago Beata Elisabetta Amodei, Cappella del Sacro Cuore, chiesa di San Francesco d'AssisiSepolcro e "Madonna col Bambino", Cappella della Madonna della Neve, chiesa di San Francesco d'AssisiStatua della "Madonna col Bambino e San Giovanni", chiesa di San Francesco d'Assisi"Madonna dell'Oreto", chiesa di San Giuseppe dei Teatini"Madonna dell'Udienza", chiesa del Carmine Maggiore"Madonna dell'Udienza", chiesa del Carmine Maggiore
1475, Madonna della Porta, statua marmorea, opera conservata nella chiesa di Santa Maria La Porta di Geraci Siculo.
1480c., Pietà, altorilievo marmoreo, attribuzione, opera custodita nella Cappella del Santissimo Crocifisso della chiesa di Santa Maria di Gesù detta "la Gancia" di Termini Imerese.
1489, Tabernacolo, manufatto marmoreo. Nella predella la raffigurazione in bassorilievo di Gesù Cristo tra gli Apostoli e lo stemma del committente Francesco Sunzerio. Nel registro centrale il ciborio collocato fra dodici cherubini adoranti, ai lati in nicchie e scomparti le raffigurazioni degli Evangelisti e dei Dottori della chiesa. Nell'ordine superiore la lunetta con la raffigurazione della Natività di Gesù, in basso la Crocifissione tra le figure di San Pietro e San Paolo, il tutto delimitato da due candelabra ai lati. In alto Dio Padre fra angeli, ai lati le raffigurazioni dell'Angelo Annunciante e della Vergine Annunciata, registro delimitato da due candelabra. Commissione e realizzazione in collaborazione con Giovanni Gagini, Giorgio da Milano e Andrea Mancino, opera custodita in prossimità della Cappella del Santissimo Sacramento della basilica di San Pietro di Collesano.[18]
XV secolo, Vergine, statua in marmo, opera custodita nella chiesa dei Santissimi Apostoli Pietro e Paolo di Caltavuturo.[19]
Palermo
1472, Intarsi, manufatti marmorei, opere presenti nella Cappella Palatina di Palazzo dei Normanni.[6]
XV secolo, Busto, statua marmorea raffigurante Pietro Speciale, opera in origine custodita nello scalone di Palazzo Speciale[20] e oggi esposta a Palazzo Ajutamicristo.
1490 - 1501, Arco di Santa Cristina, manufatto marmoreo, commissione eseguita con la collaborazione di Gabriele di Battista, Antonello, Fazio e Vincenzo Gagini. Le formelle in bassorilievo dell'arco della Cappella di Santa Cristina con storie della patrona Santa Cristina trasforma in polvere l'icona di Apollo, commissionato nel 1477 (all'epoca Santa Cristina era protettrice della città di Palermo), disassemblate per l'intervento di Ferdinando Fuga e provenienti dalla cattedrale metropolitana della Santa Vergine Maria Assunta sono custodite nel Museo diocesano.[21][22]
XV secolo, Statue, ricomposizione di sculture costituenti il gruppo del Genio di Palazzo Pretorio presenti opere di Gabriele di Battista, gruppo custodito nel Palazzo Pretorio.
XV secolo, Acquasantiera, manufatto marmoreo, opera custodita nella cattedrale metropolitana della Santa Vergine Maria Assunta.[20][23]
XV secolo, Madonna dell'Oreto, statua marmorea con bassorilievo della Natività alla base, opera disposta nella controfacciata della chiesa di San Giuseppe dei Teatini.
XV secolo, Vergine Maria dell'Udienza, statua in marmo di Carrara, alla base è scolpito lo stemma dell'Ordine Carmelitano, opera custodita nella Cappella della Vergine Maria dell'Udienza della chiesa del Carmine Maggiore.
Chiesa di San Francesco d'Assisi:
1463, Cappella Speciale, cappella sepolcrale della famiglia Speciale, documentati i monumenti funebri di Antonello, Niccolò Antonio, Atanasio e Pietro Speciale Pretore di Palermo e Presidente del Regno, opere superstiti il sarcofago con l'effigie giovanile di Antonello Speciale e lapidi presenti fra la Cappella della Madonna del Rosario e la Cappella di San Giuseppe.[24][25]
1492, Sarcofago, monumento funebre della Beata Elisabetta Amodei † 1498, opera custodita nella Cappella del Sacro Cuore.[2]
XV secolo, Arco, Madonna col Bambino e San Giovanni, Madonna della Neve e Tabernacolo, manufatti marmorei, attribuzioni, opere custodite nella Cappella della Madonna della Neve, cappella sepolcrale della famiglia Alliata (principali committenti Mariano Alliata e Sigismondo Alliata).
XV secolo, Cappella dell'Angelo Custode, manufatto marmoreo, attribuzione, cappella sepolcrale della famiglia Bologna (sepolcro superstite di Eleonora Bononia del 1570).
1484, Capitelli, manufatti marmorei, opere per la chiesa della Santissima Annunziata oggi non più esistente.[27]
XV secolo, Madonna del latte, statua marmorea, attribuzione all'artista e scuola.
Petralia Sottana
1471, Madonna dell'Alto, statua marmorea, opera custodita nel santuario della Madonna dell'Alto.
Polizzi Generosa
1482, Arca di San Gandolfo, sarcofago marmoreo di San Gandolfo da Binasco, manufatto commissionato dai Giurati di Città e dal Procuratore della Cappella. La lastra tombale di copertura raffigura la figura giacente del frate, nella predella gli Apostoli con Maria Vergine, quattro angeli e le scene della Predica nella matrice per la Quaresima, il Trasporto dell'Arca, la Venerazione dei fedeli scolpite attorno al cuscino. Opera presente nella Cappella di San Gandolfo della chiesa di Santa Maria Assunta.[28][29]
1473, Vergine con il Bambino o Madonna dello Scuro, statua marmorea, opera custodita nella Cappella di San Giuseppe o Cappella dei Notarbartolo della chiesa di Santa Maria Assunta.
XV secolo, Santa Margherita, statua marmorea con elementi iconografici il libro e la coda attorcigliata del drago, attribuzione, opera custodita nella chiesa di Santa Margherita o Badia Vecchia.
San Mauro Castelverde
1480, Madonna della Provvidenza o Madonna del Soccorso, statua marmorea, opera custodita nella chiesa di Santa Maria dei Franchi.
Siracusa e provincia
XV secolo, Madonna col Bambino, statua marmorea, opera custodita nella cattedrale di Santa Lucia di Siracusa.
XV secolo, Madonna del Cardillo, statua marmorea, opera custodita nella Galleria regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa.[30]
Trapani e provincia
XV secolo, Ancona marmorea, manufatto marmoreo, opera custodita nella chiesa di San Francesco d'Assisi di Alcamo.
1489, Madonna di Loreto, statua marmorea, iniziale "paternità", attuale attribuzione a Francesco Laurana, opera custodita nella chiesa di San Domenico di Castelvetrano.[15]
XV secolo, Madonna di Trapani, statua marmorea, controversa attribuzione a Francesco Laurana, opera custodita nel duomo dell'Assunta di Erice.
Marsala
1474, Acquasantiera, manufatto marmoreo, attribuzione, opera custodita nella cattedrale di San Tommaso di Canterbury.
1475, Sarcofago, monumento funebre commissionato per Antonio Grignano, opera custodita nella chiesa del Carmine.[31][32]
1490, Madonna del Popolo, statua marmorea, attribuzione per stile, opera commissionata per la chiesa del Carmine e oggi custodita nella cattedrale di San Tommaso di Canterbury.[15]
1491, Madonna con bambino, statua marmorea, opera custodita nella chiesa San Francesco dell'Ordine dei frati minori conventuali.[15]
Mazara del Vallo
XV secolo, Madonna con bambino, altorilievo marmoreo, attribuzione per stile, con raffigurazioni di San Pietro Apostolo, San Francesco d'Assisi, Sant'Antonio di Padova e San Bernardino da Siena, alla base le figure dell'Annunziata e dell'Arcangelo Gabriele, alle estremità due tondi con bassorilievi di Adamo ed Eva, opera custodita nella chiesa di Santa Maria di Gesù dell'Ordine dei frati minori osservanti.[33]
XV secolo, Madonna con bambino, statua marmorea, attribuzione per stile, opera custodita nella chiesa di Santa Maria di Gesù dell'Ordine dei frati minori osservanti.[33]
XV secolo, Madonna del Soccorso, statua marmorea, attribuzione per stile, opera custodita nella Cappella della Madonna del Soccorso della basilica cattedrale del Santissimo Salvatore.[33]
XV secolo, Ciborio, manufatto marmoreo, opera conservata nella basilica cattedrale del Santissimo Salvatore.
1485, Sarcofago, manufatto marmoreo commissionato per il vescovo Giovanni Monteaperto Chiaramonte della documentata Cappella Montaperto Chiaramonte. L'aggregato monumentale è costituito dall'urna, dal coperchio recante la figura del prelato dormiente in abiti pontificali e da un gruppo di statue: le quattro Virtù cardinali nelle raffigurazioni della Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza destinate a sorreggere l'arca funeraria ed altre statue raffiguranti il Redentore, la Vergine Annunziata, i Quattro Evangelisti e Santa Caterina d'Alessandria. In seguito alla rimodulazione barocca della basilica cattedrale del Santissimo Salvatore l'opera fu disassemblata, gran parte dei componenti trovano oggi collocazione negli ambienti espositivi del Museo diocesano «Vito Ballatore».[34][33]
Salemi
Museo Civico di Salemi:
1464, Fonte Battesimale, manufatto marmoreo, opera proveniente dalla chiesa di San Francesco .[35][36]
1465, Madonna con bambino, altorilievo in terracotta, opera proveniente dal duomo Antico di San Nicola.[36]
1465, Madonna della Candelora, statua marmorea, opera proveniente dal duomo Antico di San Nicola.[36]
1480, Sarcofago di San Giuliano, manufatto marmoreo, opera proveniente dal duomo Antico di San Nicola.[36]
1463, San Giuliano, statua marmorea, opera proveniente dal duomo Antico di San Nicola.[36]
Galleria d'immagini
Madonna con Bambino, Chiesa di San Francesco di Paola di Milazzo
Madonna col Bambino, Cattedrale della Natività di Maria Santissima di Siracusa
Natività, National Gallery of Art, Washington
Vergine, Castel Nuovo, Napoli
Note
Pagina 68 e 69, Gioacchino di Marzo (Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana Lazelada di Bereguardo), "I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI; memorie storiche e documenti." , Volumi I e II, Stamperia del Giornale di Sicilia, Palermo.
Giuseppe Merzario, I Maestri Comacini. Storia artistica di mille duecento anni (600– 1800), G. Agnelli, Milano 1893.
Edoardo Arslan (a cura di), Arte e artisti dei laghi lombardi, I, Tipografia Editrice Antonio Noseda, Como 1959, 77, 173-175, 180, 184, 208, 218, 219, 245-263, 266.
Francesco Caglioti, Sull'esordio brunelleschiano di Domenico Gaggini, in Omaggio a Fiorella Scricchia Santoro, "Prospettiva", 91/92, 1998, 70-90.
R. Bernini, Gaggini Domenico, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma 1998, 235-240.
Maria Concetta Di Natale (a cura di), La chiesa di santa Cita: ritorno all'antico splendore, Centro San Mamiliano, Palermo 1998.
Teresa Viscuso (a cura di), Vincenzo degli Anzani da Pavia e la cultura figurativa in Sicilia nell'età di Carlo V, catalogo della mostra, Ediprint, Siracusa 1999.
Francesco Negri Arnoldi, La Scultura del Quattrocento, Palermo 1994, 203-205.
Rosolino La Mattina, Felice Dell'Utri, Salvatore Riggio Scaduto, La Madonna col Bambino di Salemi: un esempio di terracotta policroma toscana del secolo XV in Sicilia, Lussografica, Caltanissetta 2001.
Fabio Cosentino, Domenico Gagini architetto. La Cappella si San Giovanni Battista e note sul soggiorno a Napoli e in Sicilia, tesi di dottorato, Roma XIII ciclo, 2003.
Clario Di Fabio, Domenico Gagini da Bissone a Firenze e a Genova con una postilla per suo nipote Elia, in Genova e l'Europa continentale. Opere, artisti, committenti, collezionisti, a cura di Piero Boccardo, Clario Di Fabio, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2004, 48-71.
Giorgio Mollisi, La Genova dei Ticinesi. Gli artisti provenienti dal Ticino a Genova dal Medioevo al Settecento, in Arte&Storia, anno 5, numero 20, Edizioni Ticino Management, Lugano 2004, 48-49.
E. Romano, La Madonna con il Bambino della bottega dei Gaggini, in Kalós, 17, 4, 2005, 33.
Valeria Genovese, Colore, brillio e lustro: I Gagini e la percezione delle imagines depictae, in Promuovere le arti: intermediari, pubblico e mercato a Roma fra VIII e XIX secolo, "Ricerche di storia dell'arte", 90, 2006, 81-100.
Riccardo Navone, Viaggio nei Caruggi, edicole votive, pietre e portali, Fratelli Frilli Editori, Genova 2007, 44, 475.
Andrea Spiriti, I Gaggini. Una stirpe di artisti bissonesi, in Giorgio Mollisi (a cura di), Bissone terra di artisti, Arte&Storia, anno 8, numero 41, Editrice Ticino Management S.A., dicembre 2008, 39-40.
Clario Di Fabio, Un autografo genovese di Domenico Gagini: la Madonna col Bambino di Salita Coccagna, in Il vasaio innamorato. Scritti per gli 80 anni di Alessio Tasca, a cura di N. Stringa e E. Prete, Treviso, Canova, 2010, pp.84–88, 342-343
Clario Di Fabio, Nascita e rinascita della statuaria celebrativa laica a Genova fra Tre e Quattrocento. Opizzino, Giacomo Spinola di Luccoli e la parte di Domenico Gagini, in Medioevo: i committenti, I convegni di Parma, 13, atti (Parma, 21-25 settembre 2010), a cura di Arturo Carlo Quintavalle, Milano, Electa, 2011, 623-641.
Clario Di Fabio, Per il catalogo genovese di Domenico Gagini: la Madonna col Bambino di San Pietro Vara, in P. Donati, Tra Genova e il Magra. Pittori e scultori nella Liguria di Levante, La Spezia 2012, pp.163–173.
Gioacchino di Marzo, I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XIV e XVI, Edizioni librarie siciliane, Palermo.
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