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Afro Libio Basaldella (Udine, 4 marzo 1912Zurigo, 24 luglio 1976) è stato un pittore italiano, considerato tra i più importanti artisti del secondo dopoguerra.

Afro, bozzetto (1955)Collezione Mosaici ModerniMuseo d'arte della città di Ravenna
Afro, bozzetto (1955)
Collezione Mosaici Moderni
Museo d'arte della città di Ravenna

Tra i principali esponenti dell'Arte informale italiano, appartenne, negli anni trenta, anche alla Scuola romana.


Biografia



Gli anni della formazione


Dopo la morte del padre, pittore e decoratore, Basaldella compì i suoi primi studi a Firenze e a Venezia, dove si diplomò in pittura nel 1931.

Nel 1928, alla sola età di 16 anni, con i fratelli Mirko e Dino espose alla I Mostra della scuola friulana d'avanguardia (Udine), e l'anno seguente alla XX Esposizione dell'Opera Bevilacqua La Masa (Venezia). Sempre nel 1929, grazie ad una borsa di studio della Fondazione Marangoni di Udine, impegnata a promuovere e sostenere giovani artisti locali, si recò a Roma dove incontrò Scipione, Mario Mafai e Corrado Cagli.

Nel 1932 Basaldella trascorse un periodo a Milano, frequentando il fratello Mirko e lo studio di Arturo Martini. L'anno seguente espose a Milano alla Galleria il Milione.


La maturazione


Nel capoluogo lombardo Afro ebbe la possibilità di conoscere altri artisti italiani dell'epoca, come Birolli, Ennio Morlotti e lo stesso Arturo Martini. Nel 1935 partecipò alla Quadriennale di Roma. Inoltre, in più occasioni espose le sue opere alla Biennale di Venezia. Le sue prime mostre personali sono datate 1936 e 1937, e si tennero alla Galleria Cometa di Roma.

Nel primo dopoguerra, la pittura di Afro fu definita "neocubista". Nel 1950, grazie alla presentazione dell'amico Corrado Cagli, Afro si recò a New York, dove iniziò una collaborazione ventennale con la Catherine Viviano Gallery. Il diverso clima culturale, e la varietà della scena artistica americana, influenzarono profondamente Afro, e la sua opera si sviluppò di conseguenza verso l'astrazione. Sempre nel periodo 1949-1950, realizzò, insieme ad un autoritratto, Tenaglia e camera oscura per l'importante collezione Verzocchi di Forlì, oggi alla Pinacoteca civica di Forlì.

Fu tra gli artisti che esposero nella mostra "The New Decade: 22 European Painters and Sculptors", presentata in varie città degli Stati Uniti. I suoi lavori furono inclusi nella Documenta I, a Kassel (Germania). A metà degli anni cinquanta, l'arte di Afro era conosciuta internazionalmente, e la sua autorevolezza fu decretata anche in Italia, quando nel 1955 entra a far parte della commissione per gli inviti della VII Quadriennale di Roma e l'anno successivo, nel 1956, ottiene il premio per il migliore artista italiano alla Biennale di Venezia; sempre nello stesso periodo aderisce al Gruppo degli otto, raccolto attorno al critico e storico dell'arte Lionello Venturi. In questi anni si consolida una sincera amicizia e stima con Alberto Burri.

Nel 1957 Afro insegnò al Mills College di Oakland. Nel 1958 ottenne la commissione per dipingere il murale per la sede dell'UNESCO a Parigi. Il murale si intitolava The Garden of Hope, e fu incluso in una serie di lavori che comprendeva anche opere di Karel Appel, Arp, Alexander Calder, Roberto Matta, Miró, Picasso e Rufino Tamayo. Afro continuò ad esporre le sue opere nel circuito internazionale. Fu invitato alla seconda Documenta, ed espose al MIT ed in vari musei europei.

Gli anni 1959-60 vedono ancora Afro impegnato a livello internazionale: è invitato a II. Documenta a Kassel, e vincitore del premio a Pittsburgh e del premio per I'Italia al Solomon R. Guggenheim di New York. Il Guggenheim comprò il suo quadro del 1957 Night Flight. Nel 1961 J. J. Sweeney, curatore del Guggenheim Museum di New York, gli dedica una splendida monografia.

Tra le personali di questi anni ricordiamo: Cambridge, al Massachusetts Institute of Technology nel ’60; Parigi, alla Galerie de France e Milano, alla Galleria Blu nel ’61. Poi, tra il ’64 ed il ’65, ancora in Europa: alla Galerie im Erker di San Gallo, alla Räber di Lucerna, alla Günter Franke di Monaco di Baviera e nel 1969-’70 la vasta antologica curata da B. Krimmel al Kunsthalle di Darmstadt, alla Nationalgalerie di Berlino, ed in seguito al Palazzo dei Diamanti di Ferrara.


Gli ultimi anni


Nei primi anni settanta Afro cominciò ad accusare problemi di salute. Morì nel 1976. L'anno dopo, Cesare Brandi pubblicò una monografia su di lui. Nel 1978 la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma gli rese omaggio dedicandogli un'ampia retrospettiva. Nel 1992 l'opera completa fu esposta a Palazzo Reale a Milano. Il Catalogo ragionato dell'opera di Afro fu presentato nel novembre 1997 all'American Academy a Roma, e nel 1998 alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia.


Nei musei



Bibliografia



Altri progetti



Collegamenti esterni


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На других языках


[de] Afro Basaldella

Afro Basaldella, auch unter dem Künstlernamen Afro bekannt, (* 4. März 1912 in Udine; † 24. Juli 1976 in Zürich) war ein italienischer Maler.

[en] Afro Basaldella

Afro Libio Basaldella (March 4, 1912 – July 24, 1976) was an Italian painter and educator in the post-World War II period. He began as a member of the Scuola Romana, and worked together with Alberto Burri and Lucio Fontana.[1] He was generally known by the single name, "Afro".[2]

[es] Afro Basaldella

Afro Basaldella (Údine, 4 de marzo de 1912-Zúrich, 24 de julio de 1976) fue un pintor italiano. Se le conoció en general con su nombre de pila, Afro.

[fr] Afro Basaldella

Afro Basaldella connu sous son seul prénom Afro[1] (né le 4 mars 1912 à Udine, dans le Frioul-Vénétie Julienne et mort le 24 juillet 1976 à Zurich, Suisse) est l'un des principaux peintres italiens de l'art abstrait, actif au XXe siècle, aussi connu comme membre de la résistance italienne au cours de la Seconde Guerre mondiale.
- [it] Afro Basaldella

[ru] Базальделла, Афро

Афро Базальделла — (итал. Afro Basaldella, 1912 (1912) — 1976) — крупнейший итальянский художник-абстракционист, представитель лирической абстракции — более известный как Афро, так как подписывал свои работы только именем.



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