Antonio Cavallucci (Sermoneta, 21 agosto1752 – Roma, 18 novembre1795) è stato un pittoreitaliano del tardo barocco.
Santa Maria di Magdala, 1787, olio su tela, 39x32 cm, Collezione Francesco Paolo Frontini[1]
Biografia
Nativo di Sermoneta, nel Lazio, il suo talento artistico venne presto riconosciuto da Francesco Caetani, duca di Sermoneta (1738–1810): questi, nel 1765, portò con sé l'allora tredicenne Cavallucci a Roma, dove egli divenne allievo di Stefano Pozzi e tre anni più tardi di Gaetano Lapis. Studiò disegno presso l'Accademia di San Luca negli anni 1769-1771).
La prima opera nota di Cavallucci è databile alla metà degli anni Sessanta: si tratta di un fregio decorato a tempera nella Casa Cavallucci a Sermoneta. Il primo ritratto da lui eseguito era del suo benefattore, il duca Francesco Caetani: di questo dipinto rimane oggi solo un'incisione del 1772 di Pietro Leone Bombelli (1737–1809).
La sua prima commissione importante fu la decorazione di cinque stanze di udienza nel Palazzo Caetani a Roma nel 1776, che risolse eseguendo scene mitologiche e allegorie appropriate per ciascuna stanza.
Nei primi anni Ottanta si dedicò principalmente al genere della ritrattistica: tra le opere del periodo, un altro ritratto del duca Francesco Caetani e della moglie, Teresa Corsini duchessa di Sermoneta.
Il dipinto più importante di questa fase della sua carriera è probabilmente Le origini della Musica (1786), basato sulle illustrazioni del trattato Iconologia (1593) di Cesare Ripa.
Cavallucci passò al servizio di un nuovo patrono, il cardinale Romoaldo Braschi-Onesti (1753–1817), nipote di papa Pio VI: nel 1788 l'artista dipinge i ritratti di cardinale e pontefice. La sua fama cresceva sempre di più, ed egli entrò a far parte delle prestigiose Accademia di San Luca (1786), Accademia dell'Arcadia (1788) e Congregazione dei Virtuosi al Pantheon (1788).
Pare che egli sia riuscito a dipingere un ritratto di San Benedetto Giuseppe Labre mentre questi era in estasi, ma è più probabile che Cavallucci lo abbia visto in questa condizione e lo abbia fatto posare nel suo studio in quell'atteggiamento. Negli ultimi anni lavorò per il cardinale Francesco Saverio Zelada alla decorazione della chiesa titolare di quest'ultimo, la Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti di Roma, dove morì nel 1795.
Nella sua pittura egli fu influenzato da Pompeo Batoni e Anton Raphael Mengs, ma nei suoi quadri si avverte anche il gusto nordeuropeo che alla fine del XVIII secolo stava affermandosi a Roma. Tra i suoi allievi vi era il portoghese Domingos Sequeira (1768–1837).
Selezione di opere
Sacra Famiglia, Museo diocesano di Catania.
Ritratto di Girolamo Silvestri, Pinacoteca dell'Accademia dei Concordi, Palazzo Roverella, Rovigo
Abigail di fronte a David (1773)
Partenza di Ettore da Andromaca (1773)
Crocifissione con santi (1773)
Presentazione della Vergine (1786), Cattedrale di Spoleto
Venere e Ascanio, Palazzo Cesarini, Roma
Investitura di S. Bona (1791), Cattedrale di Pisa
Principe del Belvedere (1793), Museo nazionale di Capodimonte, Napoli
Sant'Elia e il Purgatorio (1793), S. Martino ai Monti, Roma
Presentazione a san Benedetto dei discepoli Placido e Mauro, pala d'altare (1789), cappella eponima della chiesa di San Nicolò l'Arena, Catania[2][3]
San Benedetto nel deserto libera un uomo dalle catene, dipinto (1789 c.), cappella eponima della chiesa di San Nicolò l'Arena, Catania[2][3]
Sacra Famiglia, dipinto (1790 c.), commissione del religioso benedettino Raffaele De Leyva per la chiesa di San Nicolò l'Arena, oggi custodito nel Museo diocesano di Catania
San Francesco annuncia il Perdono alla folla, Cappella di San Diego d'Alcalà, basilica di Santa Maria degli Angeli, Assisi
Quo vadis?, Sagrestia di San Pietro, Città del Vaticano
Presentazione di sant'Andrea a Gesù, Tesoro di San Pietro, Cappella dei Beneficiati, Città del Vaticano
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