Arrigo Minerbi (Ferrara, 10 febbraio 1881 – Padova, 9 maggio 1960) è stato uno scultore italiano.
Arrigo Minerbi La Vittoria del Piave, 1921 Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, MilanoSan Sebastiano, 1955 ca. (Fondazione Cariplo)Il Po e i suoi affluenti (1932). Fontana realizzata in cemento armato per l'acquedotto monumentale di Ferrara in piazza XXIV Maggio.Arrigo Minerbi nel suo atelier ritratto da Emilio Sommariva.
Biografia
Nato da famiglia ebraica, frequentò un corso d'Arti e Mestieri a Ferrara presso la scuola Dosso Dossi. Dopo aver lavorato come ceramista, decoratore, formatore e stuccatore a Ferrara, a Firenze (dove si perfezionò presso l'Accademia di belle arti) e a Genova (di questo periodo sono da ricordare un gigantesco Nettuno in ferro e cemento del 1910 a Monterosso al Mare ed alcune fontane a Genova), si trasferì, ormai trentacinquenne a Milano dove, nel 1919, si rivelò alla critica ed al pubblico con una mostra personale alla Galleria Pesaro.
Dopo la mostra milanese, il successo si rinnovò nel 1920 alla Regionale di Ferrara, nel 1921 nuovamente a Milano, nel 1922 alla Primaverile Fiorentina e poi, da invitato, alla Biennale di Venezia dove espose L'Ultima Cena (o Cenacolo), gruppo in argento a grandezza naturale, oggi collocato nella cattedrale di Oslo.
Il 14 giugno 1925 fu inaugurato nel Parco delle Rimembranze a Bondeno, La Madre, il monumento ai caduti della prima guerra mondiale per il quale fu poi insignito della cittadinanza onoraria del comune. In seguito alla promulgazione delle leggi razziali, l'onorificenza gli fu revocata e nuovamente riconosciuta solo nel 2004 dal sindaco Davide Verri grazie alla segnalazione di 2 studenti scout di Bondeno, Massimiliano Scaringella e Francesco Nicoli.
Artista prediletto di Gabriele D'Annunzio, che l'ebbe amico e di cui realizzò nel 1938 la maschera mortuaria in marmo, per lui realizzò il ritratto della madre Luisa (oltre al monumento funebre collocato nella Cattedrale di San Cetteo a Pescara) ed il busto di Eleonora Duse entrambi esposti al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera. Sempre al Vittoriale si trova una fusione in bronzo della Vittoria del Piave, donata nel 1935 a D'Annunzio. Di quest'opera si conoscono altre copie precedenti, una del 1923, destinata al Monumento ai caduti di Cuggiono (Milano) e un'altra del 1924 per la Torre della Vittoria a Ferrara.[1]
Nel 1937 gli fu commissionata dall'arcivescovo di Milano Alfredo Ildefonso Schuster la prima, da sinistra, delle cinque porte bronzee del duomo di Milano (sul tema de L'editto di Costantino). La porta fu completata solo nel 1948 poiché lo scultore venne costretto a nascondersi a Gavazzana, in provincia di Alessandria, nella casa paterna di don Carlo Sterpi, poi divenuta museo, e a Roma nel collegio orionino San Filippo Neri, per sottrarsi alle conseguenze delle leggi razziali fasciste.[2]
Morì a Padova il 9 maggio 1960.
Opere
Statua di Nettuno o del Gigante (1910 a Monterosso al Mare)
Monumento Bolaffio Pincherle (1913, nella Certosa di Bologna)
Autoritratto (1914, bronzo, Galleria dell'Autoritratto a Firenze; marmo, Galleria d'Arte Moderna a Ferrara)
Il Soldato (busto di Cesare Battisti, 1917, Fondazione Museo Storico del Trentino a Trento)
L'Apostolo (busto di Cesare Battisti, 1917, Fondazione Museo Storico del Trentino a Trento)
Il Martire (busto di Cesare Battisti, 1917, Fondazione Museo Storico del Trentino a Trento)
La Vittoria del Piave (1920, quattro esemplari in bronzo: Monumento ai Caduti di Cuggiono; Torre della Vittoria a Ferrara; Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera; fusione in bronzo donata da Guido Ucelli e versione in marmo donata da Guido Rossi, entrambe presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano)
Annunciata, marmo (1920, Duomo di Portogruaro)
Monumento ai Medici Italiani Caduti in Guerra (1924, Chiostro della Sanità Militare a Firenze)
La Madre, monumento ai Caduti (1925, Bondeno)
Monumento a Renato Del Mar caduto in guerra a 22 anni nel 1916 (1926, Cimitero monumentale di Milano, Riparto Israelitico, campo 4 giardino 29-30-31)
Mattino di Primavera (1929, Galleria d'Arte Moderna a Roma)
San Francesco che predica agli uccelli (1929, Tomba Cusini, Cimitero Monumentale a Milano)
L'Ultima Cena (1930, gruppo in argento, Cattedrale di Oslo)
Luisa (busto della madre di Gabriele D'Annunzio, Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera)
Eleonora Duse (busto, Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera)
Allegoria de Il Po e i suoi affluenti (1932, Acquedotto di Ferrara)
Madonna, busto in marmo (1936, Ro Ferrarese, Fondazione Cavallini-Sgarbi)[3]
Arca di Luisa D'Annunzio (1939, Cattedrale di San Cetteo a Pescara)
L'Assunta (1940, Chiesa delle Grazie, Milano)
La Porta dell'editto di Costantino (1948, Duomo di Milano)
Busto processionale di San Cetteo (1951, Cattedrale di Pescara), trafugato negli anni '80 e sostituito da una copia
Don Orione morente (1952, Roma)
La Madonna Regina dell'Universo (1953, quattro esemplari in bronzo: si trovano a Copparo; Milano e Terracina, quest'ultima poi inviata in Argentina, la quarta è stata donata dallo stesso Minerbi a Papa Pio XII in occasione di un'udienza a Castel Gandolfo)[4]
Madonna Salus Populi Romani (con la collaborazione di Piero Brolis, 1953, Roma – Monte Mario)
copia del precedente (1954, East Boston – Don Orione Shrine).
Note
Monica Grasso (a cura di), Voce in Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani.it, 2010.
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